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Arte

Clausure al Vittoriale a cura di Vittorio Sgarbi

Clausure al Vittoriale è una mostra a cura di Vittorio Sgarbi

Al Vittoriale degli italiani Vittorio Sgarbi ha curato la mostra Clausure al Vittoriale con opere di Grazia Cucco. L’inaugurazione sarà sabato 26 maggio, ore 20.15Villa Mirabella (Vittoriale degli Italiani). Infatti avverrà in occasione della festa che dà il via alla stagione estiva di attività al Vittoriale degli Italiani. E quindi la fondazione offre al pubblico l’ingresso gratuito al parco per l’intera giornata.

“Uno sguardo puro ma non innocente, per una visione che sarebbe improprio definire naïve, e che invece compone le immagini e i sogni dell’infanzia con le illustrazioni di un’Italia da libro di scuola, con i monumenti più rappresentativi, tra cui il Vittoriale degli Italiani.”. Con queste parole Sgarbi introduce le opere e l’arte di Grazia Cucco. La Cucco è un’artista dal tocco unico e riconoscibilissimo nel panorama contemporaneo.

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Eterno riposo, Grazia Cucco, in esposizione al Vittoriale

A Villa Mirabella saranno esposte opere della Cucco. Tutte provenienti da collezioni private. La vera novità è la presenza anche dell’ultima opera realizzata dall’artista, Visita ecclesiastica al Vittoriale.

Si tratta di una mostra eterogenea per dimensioni e supporto utilizzato. Ma le opere sono accomunate dal fatto di rappresentare una sorta di tasselli di un unico grande puzzle. Quello di un universo surrealista popolato da piante, animali e insetti antropomorfi.

Grazia Cucco

Grazia Cucco nasce ad Amelia, un piccolo paesino dell’Umbria, nel 1962. A soli tre anni venne punta da un insetto che non seppe descrivere.  Ma lo disegnò fedelmente su un foglio. Da quel momento ha continuato il suo cammino di crescita a livello artistico. Il suo scopo era rivolto all’interpretazione e all’esaltazione della natura. La sua produzione è quasi esclusivamente rivolta a committenti privati e religiosi. Ma non lasciamoci ingannare ha partecipato anche  a mostre collettive. L’ultime delle quali a Palazzo Pianciani nel 2010 per il Festival di Spoleto.

Fu “scoperta” da Mogol, il quale amava il suo universo pittorico, fatto di atmosfere sospese e mondi “altri”. La minuzia dei dettagli non intacca l’impressione di assoluta autenticità e immediatezza. Mogol le dedica queste parole: “Grazia Cucco. Pura come un animale, dominata dalle sue passioni vissute liberamente e dai suoi sentimenti vorticosi come un vento desertico è un meraviglioso anacronismo vivente”.

Altro grande personaggio che apprezza la sua arte è Vittorio Sgarbi. Il quale ha descritto le sue opere come “un surrealismo non artificioso, non programmatico, ma legato agli incubi e alle scoperte dell’infanzia, in un mondo popolato di contadini e di suore, di animali e di insetti”.

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