Dolce&Gabbana . cadono le accuse del fisco
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DOLCE&GABBANA – CADONO LE ACCUSE DEL FISCO

Dopo anni di scontri legali, Dolce&Gabbana vincono il contenzioso contro il fisco

Luce in fondo al tunnel per Dolce&Gabbana dopo il fiasco di Shanghai. La Maison italiana vince la sua battaglia più importante, ma dentro un’aula di un tribunale.

I fatti.

È il 2004 quando le fiamme gialle avviano un’indagine a seguito di un’operazione sospetta.

L’analisi ebbe come oggetto la Gado Sàrl (oggi Dolce&Gabbana Trademarks) al quale fu concesso il diritto esclusivo di sfruttamento delle royalties.

Ravvisando un’azione sospetta, complice la natura strutturale della società, priva di nucleo amministrativo e dipendenti, l’Agenzia delle Entrate avviò la procedura di ispezione.

Il periodo contestato è circoscritto ai solo 2004-2005 e 2005-2006.

L’attività investigativa e i processi

L’accusa di esterovestizione, però, non trova alcun fondamento così come attestano il primo e secondo grado di giudizio.

L’ultima parola, quella della Cassazione, ha decretato la fine dell’incubo giudiziario intrapreso dalla griffe italiana per oltre un decennio.

Secondo la Corte di giustizia europea, al quale ha fatto appello la Cassazione, il fatto che una società sia collocata all’estero per un risparmio fiscale non implica, a tutti i costi, un reato di esterovestizione.

La Cassazione, ad ogni modo, afferma che “il giudice d’appello ha esaurito la propria valutazione nelle sbrigativa valutazione“. Il top management della Gado, infatti, pare svolgesse la sua attività non solo in Italia ma anche in Lussemburgo.

Parole di giubilo per l’avvocato Eugenio Briguglio che,al termine del processo, a commentato tessendo le lodi per la corte di Cassazione che ha applicato in modo cristallino il principio fondante dell’Unione Europea.

Auspico, quindi, che questa sentenza possa costituire un cambio di rotta di accertamenti a carico delle società estere controllate da società italiane favorendo l’arduo percorso di internalizzazione delle imprese”.

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