E' morto lo scrittore ceco Milan Kundera, aveva 94 anni
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Milan Kundera lo scrittore autore dell’insostenibile leggerezza dell’essere è morto a 94 anni

Milan Kundera, lo scrittore e autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, aveva 94 anni e da molti anni era lontano dalla scena letteraria. Nato a Brno, nell’attuale Repubblica Ceca, viveva a Parigi da anni.

È morto lo scrittore Milan Kundera

E’ morto lo scrittore ceco Milan Kundera

E’ morto lo scrittore di origine ceca Milan Kundera, ha dare la notizia l’emittente pubblica Czech Television. Per la stragrande maggioranza dei lettori il nome di Milan Kundera, evoca subito il romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere.

Già solo questo titolo ha il sapore di un enigma, presentandosi come una contraddizione in termini: si può definire la lievità del vivere come un fardello soffocante? Molta filosofia e letteratura classica occidentali respirano implicitamente dentro il capolavoro kunderiano, che uscì nel 1984 e fu un successo clamoroso.

Kundera vita e opere

Kundera nato il 1 aprile 1929 a Brno, Moravia, si trasferì nel 1971 in Francia, neutralizzato francese nel 1981 dopo che nel 1979 gli era stata tolta la cittadinanza ceca. Era uno scrittore famoso in tutto il mondo per le sue opere tradotte in una quarantina di lingue, ma un autore molto riservato date le sue rare apparizioni pubbliche.

Lo scrittore, autore del capolavoro L’insostenibile leggerezza dell’essere, ha vinto numerosi premi nel corso della sua carriera e da anni era in lista tra i favoriti per il Premio Nobel per la Letteratura.

Aveva esordito come poeta con L’uomo è un grande giardino (1953), ottenendo poi un grande successo con le serie di novelle Amori ridicoli (1963, 1964). Ha debuttato come drammaturgo nel 1962 con I proprietari delle chiavi, ambientato nel periodo dell’occupazione fascista.

Nel 1968 si schiera con il movimento di riforma della cosiddetta ‘Primavera di Praga‘: dopo l’intervento sovietico in Cecoslovacchia Kundera non poté più pubblicare e nel 1970 fu licenziato perdendo il posto di docente.

Ottenuto un permesso di espatrio temporaneo per la Francia, nel 1975 si stabilì a Parigi, insegnando prima all’Università di Rennes e poi all’Ecole des hautes études en sciences sociales della capitale francese.

Milan Kundera ha esordito come poeta (“L’uomo è un grande giardino”, 1953), cui seguì “L’ultimo maggio” (1955). Nella raccolta di liriche “Monologhi” (1957, rielaborata nel 1964 e 1965) supera gli schemi dell’epoca con una visione dell’amore esplorato nella sua dimensione drammatica ed erotica.

Ha debuttato come drammaturgo nel 1962 con “I proprietari delle chiavi”, ambientato nel periodo dell’occupazione fascista. La commedia “Due orecchie due nozze” (1968) non poté essere rappresentata.

Vocazione principale di Kundera è comunque quella di narratore. Il primo libro di racconti “Amori ridicoli” (1963), e i seguenti “Secondo quaderno di amori ridicoli” (1965) e “Terzo quaderno di amori ridicoli” (1968) hanno avuto un’eco notevole; nel 1970 li ha rielaborati in un volume che riprende il primo titolo. Il suo primo romanzo, “Lo scherzo” (1967), è una satira violenta e dolorosa della realtà cecoslovacca negli anni del culto della personalità.

Dal 1969 le sue opere vennero proibite in Cecoslovacchia e da allora non concesse a nessuno i diritti di traduzione in lingua ceca. Per questa ragione Kundera subì critiche in patria anche negli ambienti del dissenso di Charta ’77.

Espulso dal regime comunista, Kundera emigrò in Francia nel 1975 con la moglie Vera Hrabanková, che è stata accanto a lui fino all’ultimo. Nel 1979, dopo la pubblicazione de “Il libro del riso e dell’oblio” gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca.

Sono eloquenti i titoli dei romanzi (vietati nell’allora Repubblica Cecoslovacca e pubblicati all’estero): “La vita è altrove” (1973, insignito del Prix Médicis Etranger), “Il valzer degli addii” (1975), “Il libro del riso e dell’oblio” (1978), “L”L’insostenibile leggerezza dell’essere” (1984), “L’immortalità” (1990).

Negli anni Novanta ha iniziato a scrivere in francese: a quest’ultima fase appartengono le opere “La lentezza” (1995), “L’identità” (1997), “L’ignoranza” (2001).

La struttura dei romanzi di Kundera richiama quella di una composizione musicale, per il ricorso al contrappunto, alle variazioni, al leitmotiv; la sintassi e il lessico sono semplici, rare le metafore.

Nel 1981, grazie all’interessamento del presidente François Mitterrand, ottenne la cittadinanza francese, cominciando a scrivere un decennio più tardi nella lingua della nazione adottiva. In occasione dei suoi 90 anni, il governo di Praga ha restituito la cittadinanza ceca al grande scrittore.

Bisognerà attendere fino al 2006 affinché Kundera dia il permesso di pubblicazione del romanzo ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’ anche nella Repubblica Ceca, tramite un’edizione anastatica di quella pubblicata in ceco a Toronto già nel 1985.

Nel corso della sua lunga carriera Milan Kundera ha spaziato dalla poesia alla letteratura e al teatro. Ai sei romanzi pubblicati in lingua ceca fino al 1990 si sono aggiunti quattro romanzi in lingua francese, da La Lentezza nel 1995 a L’identità nel 1997 e il più recente, La festa dell’insignificanza uscito nel 2013, e ben quattro opere teatrali, con la più celebre che è senza dubbio Jacques e il suo padrone. Omaggio a Denis Diderot in tre atti.

Nel 2009 per Adelphi (il suo editore italiano di riferimento) è uscito il complesso “Un incontro”, sulla fisionomia del romanziere e la sua occulta, vitale, dolorosa fisiologia. Tra i suoi saggi “I testamenti traditi” (1992) e “Il sipario” (2005).

Del 2013 è “La festa dell’insignificanza”, che può essere considerato una sintesi di tutta la sua opera: una strana sintesi, uno strano epilogo; uno strano riso, ispirato dalla nostra epoca che è comica perché ha perduto ogni senso dell’umorismo.

LE OPERE E I PREMI

La fama mondiale di Kundera è legata al romanzo ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’ (1984, pubblicato in italiano da Adelphi), un titolo enigmatico che si è impresso nella memoria collettiva degli anni ’80, considerato un capolavoro della letteratura contemporanea.

Nei suoi racconti e romanzi, che gli hanno procurato fama internazionale (tra cui “L’immortalità”, 1990), Kundera ha affrontato i temi dell’attualità politico-sociale del suo paese inserendoli nella più vasta problematica della condizione dell’uomo moderno. Importanti ed influenti anche le riflessioni sul romanzo europeo contenute in “L’arte del romanzo (1986).

Dalle sue opere sono stati tratti soggetti e sceneggiature, fra i quali “Lo scherzo” (1969) e soprattutto “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (1988), fim diretto da Philip Kaufman con Daniel Day-Lewis (Tomáš) e Juliette Binoche (Tereza), dove si fondono storia, autobiografia e intrecci sentimentali.

La storia ambientata nel 1968 a Praga, la storia racconta la vita e le vicende di un “quartetto” di artisti e intellettuali cecoslovacchi durante la “Primavera di Praga” interrotta dall’invasione sovietica con il proposito di “correggere fraternamente il deviazionismo” dalla buona strada socialista che aveva contagiato l’intera nazione.

Alcuni temi dei racconti riappaiono spesso nei romanzi successivi: lo scherzo o altro accadimento minuto e spesso casuale rappresenta la trappola della storia, gli aspetti penosi dell’amore, il rimpianto, l’oblio.

Il romanzo è considerato da Kundera come un mezzo d’elezione per esaminare e conoscere “attraverso gli ego sperimentali” i personaggi, i grandi temi dell’esistenza umana. Per lungo tempo si è dedica a riflessioni teoriche su questo genere letterario.

Molto abile nell’intrecciare profonde riflessioni filosofiche al racconto romanzato, Milan Kundera ha sempre saputo conquistare i lettori con testi ispirati ai grandi autore francesi dell’800, da Victor Hugo ad Alexandre Dumas. Dal 1981, grazie all’intervento del presidente francese François Mitterrand, Kundera era diventato a tutti gli effetti un cittadino francese e nel 1990 era stato insignito della Legion d’onore.

Presente nel toto-Nobel per molti anni e senza mai riceverlo, Milan Kundera ha ottenuto numerosi riconoscimenti:

nel 1973 il Prix Médicis, nel 1978 il Premio Mondello, nel 1981 l’American Common Wealth Award alla carriera, nel 1985 il Jerusalem Prix, nel 1987 il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea, nel 1987 il Nelly-Sachs-Preis, nel 1990 la Legion d’onore della Repubblica francese, nel 1991 l’Independent Foreign Fiction Prize, nel 1994 il Jaroslav-Seifert-Prize, nella 1995 la Medaglia al Merito della Repubblica Ceca, nel 2000 il Premio Herder, nel 2001 il Gran premio di letteratura dell’Accademia francese.

Nel 2011 le sue opere sono state raccolte in due volumi, a cura di François Ricard, nella “Bibliothèque de la Pléiade”, collana prestigiosa della Gallimard dove solo raramente vengono ammessi autori viventi.

Un anno fa Kundera aveva donato tutti i suoi libri e il suo archivio privato alla Biblioteca regionale di Brno, la sua città natale.

 

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