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Elezioni regionali, vince la destra, dilaga l’astensionismo, malissimo la Moratti

In Lombardia vince Fontana, il PD tiene ma per la Moratti è una vera sconfitta. Nel Lazio Rocca batte D’Amato.

Tra domenica e lunedì si sono tenute le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio e hanno certificato la svolta a destra dei votanti visto che l’astensione ha dilagato con l’affluenza che è scesa al 40% circa.

La destra guidata dal Premier Meloni vince le elezioni regionali in Lombardia e Lazio

Primo test superato per Meloni e per la coalizione di destra da quando sono al governo. I dati parlano chiaro: la vittoria è stata schiacciante ma l’affluenza alle urne è crollata ai minimi. In Lombardia ha votato infatti solo il 41,67% degli elettori, mentre nel Lazio il 37,2%. In Lombardia il governatore uscente in quota Lega è stato rieletto con il 54,67% dei voti. Mentre l’ex presidente della Croce Rossa in quota Fratelli d’Italia ha vinto la corsa nel Lazio con il 53,88%.

Oltre all’astensione, il vero dato di questa tornata elettorale è il consolidamento di FdI alla guida della destra. Infatti si conferma primo partito sia in Lombardia sia nel Lazio con rispettivamente il 25,18% e il 33,62%. La Lega di Matteo Salvini arretra al 16,53% e all’8,52%, rispetto alle regionali 2018 ma migliora rispetto alle politiche recenti. Forza Italia, guidata da un Berlusconi problematico per la coalizione stessa, si attesta al 7,23% e al 8,43%, di fatto dimezzando le percentuali delle regionali 2018.

Gli sconfitti

Il Partito Democratico esce sconfitto da queste elezioni, perdendo il Lazio, ma le percentuali ottenute sono lievemente migliori rispetto a quelle delle politiche 2023; ha ottenuto il 21,82% in Lombardia e il 20,25% nel Lazio. Pierfrancesco Majorino, l’ex assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Marino e ora europarlamentare, e il PD vincono, invece, a Milano con circa nove punti di vantaggio su Fontana. Milano è sempre più staccata politicamente, socialmente ed economicamente dal resto della regione e dal resto del Paese.

Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte paga forse l’alleanza con il PD in Lombardia visto che si ferma al 3,93%, mentre nel Lazio ottiene un buon risultato con l’8,54%.

I veri sconfitti invece è il Terzo Polo di Calenda. I risultati elettorali sono ancora una volta deludenti: 4,87% nel Lazio all’interno della coalizione PD per D’Amato e solo 4,25% in Lombardia con Letizia Moratti (la cui lista civica ha ottenuto il 5,30% e oltre il 20% nel Municipio 1 di Milano).

Cosa succede ora nella destra

La coesione all’interno della destra al governo è sempre più messa in discussione dagli atteggiamenti e dichiarazioni dei due leader messi in secondo piano, Berlusconi e Salvini, travolti dal successo di Meloni. Queste elezioni confermano questo trend: Meloni sempre più su nei voti e i due “alfieri” sempre in disparte. Molti commentatori politici hanno descritto questo momento come il momento giusto per arginare Berlusconi, premiando il ministro degli Esteri e referente politico di Forza Italia Antonio Tajani. In particolare, la settimana scorsa dedicata all’Europa e alle questioni internazionali è stata una sconfitta su tutta la linea per la destra e per l’Italia.

Meloni è stata messa da parte dagli alleati di Francia e Germania e le dichiarazioni di Berlusconi su Zelensky e Putin hanno messo in imbarazzo tutti quanti. Meloni doveva andare a Kyiv in missione diplomatica ma, dopo l’esplicito supporto a Putin e conseguentemente alla guerra russa in Ucraina di Berlusconi, non è più così certo ora. Kyiv si è indispettita notevolmente, nonostante le rassicurazioni di totale supporto da parte della premier.

È evidente che gli equilibri interni alla coalizione non sono ancora ben definiti. È evidente che l’ormai leader della destra sia Giorgia Meloni e che questo fatto non vada giù all’ormai ex leader Berlusconi. Per questo motivo, se la presidente del Consiglio vuole governare per cinque anni deve sistemare i falchi interni e consolidare una volta per tutte la propria leadership. I prossimi banchi di prova sono la governance del PNRR in Consiglio dei ministri e i piani per la RAI, sempre più oggetto politico. Per governare in Italia e farsi rispettare nel mondo Meloni deve decidere di porre fine alle querelle e adottare una linea politica precisa.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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