Governo Meloni, via al toto ministri. Nodo sulla salute e dubbi per il Viminale
Toto-ministri: nodo sulla salute, Salvini fa un passo indietro sul Viminale
Dopo la vittoria alle elezioni, continua il lavoro di Giorgia Meloni. Ecco i possibili candidati ai vari ministeri. Salvini sembrerebbe retrocedere sulle pretese sul Viminale. I passi concreti verso la formazione del nuovo governo iniziano lunedì 10 ottobre, con l’apertura delle Aule.
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Sul suo profilo Twitter Meloni ha affermato di essere al lavoro nella formazione della squadra di Governo di alto profilo che metta al centro gli interessi nazionali. Queste le sue parole:
Siamo al lavoro per una squadra di Governo di alto profilo che metta al centro della sua azione la difesa dell’interesse nazionale e dei cittadini. Vogliamo un’Italia che torni a pensare in grande.
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) October 6, 2022
Viminale: Salvini fa un passo indietro
È emerso che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbia chiaramente espresso di non volere segretari di partito al Ministero dell’Interno. Dopo un primo momento in cui la Lega sembrava intenzionata ad ostacolare la candidatura di qualsiasi figura che non fosse Matteo Salvini, sembrerebbe ora raggiunta l’intesa tra i leader di centro destra sul non assegnare il Viminale al leader del Carroccio. È sempre più verosimile che a Salvini sarà invece affidato il ministero delle Infrastrutture.
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La scelta ricadrebbe ora tra Giulia Bongiorno, favorita da Salvini insieme a Roberto Calderoli, e il prefetto Matteo Piantedosi, che metterebbe d’accordo tutti, anche Mattarella.
Salute: il nodo dei tecnici
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha avanzato le sue proposte per la poltrona del ministero della Salute. I suoi candidati sono Licia Ronzulli, sua fedelissima, e Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele e suo medico personale. Meloni sembrerebbe però intenzionata a formare l’esecutivo con una prevalenza di tecnici. Questo porterebbe il toto ministri a pendere verso nomi come Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema e anche consulente dell’ex commissario Figliuolo e Francesco Rocca, presidente del Comitato nazionale della Croce Rossa Italiana.
Il toto ministri su Esteri, Affari Europei e Difesa
Elisabetta Belloni sembrerebbe non essere più in lizza per la cattedra del ministero degli Esteri. Andrà verosimilmente ad occupare il ruolo di Direttore generale del DIS (Dipartimento delle Informazioni sulla Sicurezza). I nomi più papabili sarebbero allora Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore unico nazionale di Forza Italia, e l’ambasciatore Stefano Pontecorvo (favorito secondo la predilezione di Meloni per i tecnici).
Il nuovo inquilino del Dipartimento per le politiche europee sarà verosimilmente Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia ed ex presidente della Regione Puglia.
Gli altri invece saranno specialisti d’area o comunque figure che non hanno mai avuto dimestichezza con gli scranni del Parlamento. Qualche nome? Circola quello del generale di corpo d’Armata Luciano Portolano come possibile inquilino alla Difesa.
Sottosegretariato alla presidenza del Consiglio, Camera e Senato
La predilezione per dei tecnici alla maggior parte del ministeri non coinvolgerà verosimilmente la scelta della squadra di Camera e Senato.
Il senatore di FdI Giovanni Battista Fazzolari è il favorito per il sottosegretariato alla presidenza del Consiglio.
Alla Camera invece si fa il nome dei leghisti Riccardo Molinari o Giancarlo Giorgetti.Alla presidenza del Senato la scelta sarà tra Ignazio La Russa e Roberto Calderoli della Lega.
Il ministero dell’Economia: fuori Panetta, cresce la tensione con Draghi
Sono giorni di forti tensioni tra Giorgia Meloni e il premier uscente, Mario Draghi. Dopo la rinuncia di Fabio Panetta, i nomi più indicati sarebbero Domenico Siniscalco, ministro dell’Economia nel secondo e nel terzo governo Berlusconi, Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, e Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia.
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Il toto ministri per il ministero alla Transizione ecologica
Ci sono, infine, i dicasteri tecnici già occupati, il cui futuro resta un’incognita. Nonostante l’intesa con Giorgia Meloni, Roberto Cingolani sembrerebbe intenzionato a lasciare la Transizione ecologica, mentre potrebbe proseguire il suo mandato Vittorio Colao, al momento impiegato alla Transizione digitale.
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