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Frammenti di Beckett per Peter Brook

Il regista britannico sarà al Valle di Roma per una settimana. Bergonzoni debutta con un nuovo, indicibile, testo al Duse di Bologna. Stessa città ma Teatro San Lazzaro per Mario Perrotta e la sua Odissea salentina

Mario Perrotta, l’avvincente narratore delle traversie dei nostri emigranti meridionali degli anni Cinquanta, l’autore-interprete dei fortunati Italiani, cincali! e La turnata, esce stavolta almeno in parte da questi suoi argomenti prediletti, e affronta alla propria maniera la figura di Ulisse e le mirabolanti avventure marine descritte dall’Odissea: il suo spettacolo di ispirazione omerica, realizzato come sempre per il Teatro dell’Argine, va in scena in “prima” nazionale venerdì 16 al Teatro San Lazzaro di Bologna.

In questo nuovo monologo che mescola le reminiscenze classiche ai richiami autobiografici, la reggia di Itaca ai bar e alla piazza di un paese del Salento, il pugliese Perrotta assume il punto di vista di Telemaco, il figlio che non ha mai conosciuto quel padre finito chissà dove, e che proprio per il fatto di pensarlo da lontano può mitizzarlo, può farne un eroe: lo spettacolo alterna i versi del poema al dialetto leccese, la recitazione alle musiche composte ed eseguite dal vivo da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari.

Al Teatro Valle di Roma, da lunedì 20 a sabato 25, c’è Peter Brook con una sua nuova creazione, Fragments, costruita su un montaggio di cinque brevissime pièce di Samuel Beckett: si tratta di Frammenti di teatro I, Dondolo, Atto senza parole II, Neither, Va e vieni, che il regista inglese affronta in un allestimento totalmente spoglio, ridotto a pochi elementi essenziali, giocando solo su sapienti effetti di luce e sulla squassante intensità dei testi, di cui pone in risalto la vena spietatamente umoristica.

Torna in scena con un nuovo spettacolo anche Alessandro Bergonzoni: a tre anni dalla sua ultima proposta, Predisporsi al micidiale, l’impareggiabile acrobata della parola compie un ulteriore – ma si presume non definitivo – passo sulla strada della totale dissoluzione del senso comune. Il lavoro, messo a punto dopo una serie di letture pubbliche, si intitola semplicemente Nel, inteso come la preposizione articolata, senza altre precisazioni, e debutta in prima nazionale martedì 21 al Teatro Duse di Bologna.

Inutile pensare di accennare a una qualunque trama di uno spettacolo di Bergonzoni: ci si può solo abbandonare alle sue folli concatenazioni verbali, alle sue sorprendenti associazioni mentali, alle sue assonanze metafisiche, alle sue deliranti onomatopee. Non sempre lui stesso sembra sapere bene dove lo porterà il suo estro visionario: qui l’intento è addirittura quello di «rinominare l’universo». La regia è di Riccardo Rodolfi e dello stesso Bergonzoni, che nell’occasione ha anche disegnato la scenografia.

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