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Guerra a Gaza, i racconti choc degli ex ostaggi di Hamas liberati

Gli ostaggi di Hamas già liberati sono ora al sicuro presso le strutture socio-sanitarie di Israele. Le decine di persone, donne e bambini, che hanno terminato la loro vita da reclusi non hanno però smesso di avere a che fare con i ricordi di un periodo molto difficile. Come raccontano i team di psicologi che stanno assistendo gli ostaggi di Hamas liberati, emergono retroscena alquanto raccapriccianti.

In particolare la dottoressa Noya Shilo che lavora presso l’ospedale di Sheba, una città appena fuori Tel Aviv, è rimasta molto colpita da questi racconti. L’operatore sanitario, infatti, è così impegnato con questi pazienti che ha vissuto di fatto dentro il nosocomio per una settimana senza mai poter andare a casa.

La Dott.ssa Shilo e i traumi psicologici degli ostaggi di Hamas

In questi giorni, gli ostaggi di Hamas già liberati sono in cura fisica ma soprattutto psicologica presso le varie strutture sanitarie dello Stato Ebraico. Una di queste è l’ospedale di Sheba, una cittadina attorno all’area metropolitana di Tel Aviv. Qui lavora la Dott.ssa Noya Shilo, che si sta premurando di dare supporto psicologico agli ex ostaggi di Hamas.

La dott.ssa, parlando al quotidiano La Repubblica, evidenzia come il team di esperti abbia provveduto nei minimi dettagli al ritorno graduale alla normalità dei cittadini, soprattutto i bambini. Dice a riguardo:

Nomi sulle porte, molti colori nelle stanze, cibo speciale, abbiamo portato loro lenzuola, coperte, pigiami, asciugamani e pantofole da casa in modo che si sentano il più possibile in un posto familiare. Abbiamo pensato a tutto, anche ai tagliaunghie. Il primo passo è stato un trattamento anti-pidocchi con una lozione, ce li avevano tutti.

La dott.ssa, che fra gli ex ostaggi di Hamas si è occupata di più delle persone adulte dai 50 agli 80 anni, ha messo l’accento sul fatto che è molto difficile il lavoro sulle persone affinché si reinseriscano nelle relazioni più semplici. Aggiunge a riguardo la Dott.ssa Shilo:

La maggior parte di loro è stata tenuta isolata per più di 50 giorni, una pita di pane al giorno, niente medicine, niente cure per le ferite, niente luce del giorno. C’è gente che ha perso anche oltre 20kg in quelle settimane di prigionia. Quando cercavamo di avvicinarli loro indietreggiavano d’istinto perché la loro fiducia nel mondo era andata in frantumi.

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I famigliari degli ostaggi di Hamas liberati ora fanno i conti con il ricordo della prigionia che resterà a lungo nella memoria degli ex rapiti

La stessa dottoressa ha confessato che il lavoro è diventato tanto impegnativo da dover restare per una settimana intera in ospedale senza andare mai a casa. L’intento della psicologa era quello di non interrompere il legame di fiducia. Se fosse tornata a casa, si sarebbe dovuto ripartire da zero.

Alla domanda se gli ex ostaggi di Hamas hanno subito violenze fisiche anche di tipo sessuale, la dott.ssa Shilo ha confermato quetsa ipotesi, riguardo la quale afferma senza troppi giri di parole:

Non c’è dubbio che sono stati compiuti crimini di natura sessuale il 7 ottobre. Come team medico eravamo sotto choc nel sentire ogni tipo di abuso immaginabile, le cose più brutali e crudeli uno possa immaginare, è stato davvero disumano e contro le persone più innocenti.

Gli ex ostaggi di Hamas e il loro graduale ritorno alla normalità: un deja vu mai scomparso davvero

Le testimonianze degli ex ostaggi di Hamas attraverso le parole della dott.ssa Shilo hanno sconvolto l’opinione pubblica internazionale circa il trattamento a dir poco disumano riservato dai terroristi. Le conseguenze sulle persone liberate però ricordano molto un precedente significativo, quello degli ex deportati nei mesi successivi la liberazione dalle decine di lager nazisti.

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I traumi psicologici degli ostaggi di Hamas liberati ricordano molto quelli degli ex deportati nei lager come Liliana Segre e Primo Levi.

Quelle migliaia di sopravvissuti ad una delle tragedie più note della storia recente si portò i segni di due, tre anni di dura prigionia per tutto il resto della loro vita. Alcuni sopravvissero ed ebbero il coraggio di raccontare ai posteri ciò che accadde come l’attuale Senatrice a vita Liliana Segre. Altri non ressero al dolore e purtroppo si suicidarono come lo scrittore Primo Levi.

Conclusioni ex ostaggi di Hamas raccontano gli orrori dei terroristi su di loro

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