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Guerra in Medioriente, violenze in Cisgiordania: l’esercito israeliano profana una moschea a Jenin

Aumentano le violenze in Cisgiordania. Nelle scorse ore, le forze armate dello Stato Ebraico sono entrate nel villaggio di Jenin, dove hanno preso il sistema di audio per il richiamo dei fedeli intonando canti ebraici in vista della festività di Hanukkah. Per reazione, nel vicino campo profughi è scattata la sirena allarmando tutta la popolazione civile palestinese.

La città di Jenin, come tante altre della West Bank, è ormai da tempo occupata da truppe israeliane che la classificano come un territorio assai pericoloso. Il Premier Netanyahu lo ha definito “Fatahstan”, dove ormai ad ogni incursione delle IDF per arrestare un presunto terrorista palestinese la popolazione inizia a tirare sassaiole contro i soldati israeliani.

Violenze in Cisgiordania: il caso della moschea occupata di Jenin

La guerra Gaza ha ripercussioni anche nella parte palestinese dove ormai Israele ha il controllo con nuove violenze in Cisgiordania. Ieri alcuni soldati di Israele che da tre giorni combattevano contro i gruppi locali fra il labirinto del campo di Jenin sono entrati in una moschea e si sono impadroniti del sistema audio usato di solito dal muezzin

I soldati si sono messi a salmodiare Banu choshech legaresh, che letteralmente significa “siamo venuti per cacciare via le tenebre”. E’ un inno riferito alla festività di Hanukkah, la festa invernale delle luci, che si celebra proprio in queste settimane in contemporanea al Natale cristiano. Una vera e propria profanazione di un luogo sacro di un’altra religione.

Del resto Jenin è una delle città palestinesi occupate da anni da parte delle forze armate ebraiche nel cosiddetto “Fatahstan”, un territorio che è stato definito così con disprezzo così dal primo ministro Netanyahu. Questo territorio è parte della Cisgiordania e quindi sotto il controllo nominale dell’Autorità nazionale palestinese e del partito Fatah, ma in cui i ribelli filo Hamas spadroneggiano da anni.

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Violenze in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano

La classificazione come area A garantirebbe in teoria prosperità economica ma si vive in stato di assedio e c’è molta solidarietà nei confronti dei civili (o fratelli in questo caso, essendo entrambi di religione musulmana) nella Striscia di Gaza sotto le bombe israeliane da settanta giorni. A Jenin come nel resto del cosiddetto Fatahstan è di fatto una terra di nessuno in quanto gli uomini delle forze di sicurezza di Abu Mazen hanno poca autorità sui giovani

Questi territori rappresentano un potenziale ricettacolo per nuovi terroristi, in quanto i giovani non lottano contro i gruppi armati, anzi, spesso fanno parte dei medesimi. E quando vedono giungere soldati da Israele per catturare o uccidere qualcuno, ecco che si scatena la guerriglia e per i convogli dei militari stranieri diventa una continua serie di combattimenti in cui a vincere non è mai nessuno.

Violenze in Cisgiordania e Israele trova un ostaggio ucciso dentro i tunnel di Hamas (che iniziano ad allagarsi)

Mentre questa scena alla moschea di Jenin fa il giro del mondo, l’esercito dello Stato d’Israele ha iniziato a mettere alle strette Hamas anche mediante l’inondazione del sistema di tunnel sotto Gaza. Alcuni reparti avanzati iniziano ad invadere il complesso reticolato di gallerie, dove purtroppo hanno trovato un ostaggio ucciso.

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Jake Sullivan è in arrivo in Israele per rappacificare i rapporti dopo le dichiarazioni di Biden su Netanyahu: parlerà anche delle violenze in Cisgiordania?

Questa nuova e triste scoperta però non diminuisce la determinazione del governo israeliano per eliminare Hamas. Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha infatti ribadito al Consigliere per la sicurezza nazionale USA Jake Sullivan, in procinto di recarsi in Israele dopo le dure dichiarazioni di Biden su Netanyahu, che ci vorranno molti mesi per raggiungere questo obiettivo.

Conclusioni violenze in Cisgiordania: profanata la moschea di Jenin da soldati israeliani

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