Moda: I nuovi talenti del London College of Fashion
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I NUOVI TALENTI DEL LONDON COLLEGE OF FASHION

Anche quest’anno il London College of Fashion ha presentato al pubblico dieci designer, artisti capaci di trasformare la moda in un media che sa confrontarsi con i problemi del mondo attuali

 

Conosciuta in tutto il mondo per essere fra le più importanti Università per la moda, il London College of Fashion, ogni anno porta in passerella i suoi migliori talenti. Sono i nuovi designer, future stelle emergenti, menti creative che modelleranno gli abiti di domani. Artisti capaci di interpretare e rivisitare la moda in chiave tecnologica e voyeristica, che hanno presentato all’ Old Spitalfeld Market, l’antichissimo mercato coperto in stile vittoriano, abiti e accessori pensati per stupire gli spettatori.

In passerella uno spettacolo suddiviso in sei atti in cui non sono mancate creazioni capaci di interpretare le noti dolenti della nostra società. Come la critica alla vendita delle spose vergini del mercato bulgaro rivisitata in chiave fashion da Melanie Weiai Mao. Una scelta forte, ma non casuale, come dimostrano la dichiarazione di Frances Corner, direttrice del London College of Fashion, che nel presentare le collezioni degli studenti neolaureati ha dichiarato quanto oggi la moda rivesta un ruolo fondamentale nel saper interpretare i cambiamenti sociali e politici.

In passerella le creazioni di Melanie Weiai Mao

A finire nel mirino non solo l’incomprensibile tradizione kalaidzhi che ogni primavera mette in vendita nella città di Stara Zagora le vergini adolescenti, ma anche anche Donald Trump. La marcia contro il Presidente americano continua e arriva in passerella, merito di Ingrid Kraftchenko, la designer, già conosciuta per aver lavorato al fianco di Marina Abramović, ha progettato una collezione suddivisa in diversi personaggi femminili fra cui la donna anti-Trump.

 

Moda: I nuovi talenti del London College of Fashion
La collezione della designer Ingrid Kraftchenko

Con Jack Good a essere attaccata è l’industria del lusso, Naruhiro Iizawa invece si ispira all’architettura, agli edifici che stanno per essere demoliti o in fase di costruzione; Feben Vemmenby riflette sull’invecchiamento che ossessiona il mondo femminile mentre Seah Shao Fen chiama in causa il pubblico e chiede loro di interagire e Shanice Palmer riflette sulle battaglie fisiche e mentali che devono sostenere i giovani londinesi. Poi c’è anche chi trae ispirazione dalla storia e la reinterpreta, è il caso di Will Morgan che mescola la tradizione giapponese a quella francese: vecchi pezzi di lino e futon si trasformano pantaloni e abiti. Infine Zhiqing Zhang invita a non abbandonare il fanciullo che c’è in noi e il designer turco Ali Ekmekci a non cadere nella trappola delle fake news e delle imitazioni.

 

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