Maurizio Gucci
Moda

Il 29esimo anniversario dall’omicidio di Maurizio Gucci

L’omicidio di Maurizio Gucci, al tempo a capo dell’azienda, abbe luogo il 27 marzo 1995, quando venne freddato con quattro colpi di pistola davanti al suo ufficio in via Palestro 20, a Milano.

L’inaspettato omicidio di Maurizio Gucci

Quei quattro colpi di pistola, sparati da una Clio verde posteggiata davanti al portone dell’ufficio in via Palestro, furono la causa del decesso del rampollo della famiglia Gucci, che al momento del delitto teneva tra le mani le redini di una delle aziende italiane più importanti e proficue.

Sono stati tre i colpi a colpire Maurizio, uno alla schiena, uno al gluteo e uno fatale alla tempia sinistra, mentre il quarto ferì Giuseppe Onorato, il portinaio del palazzo, che tentò d’intervenire in aiuto dell’imprenditore.

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Ingresso dell’ufficio in via Palestro

Fin dall’inizio, infatti, si iniziò a sospettare che il movente giacesse tra i miliardi di lire posseduti dalla famiglia, con la quale Maurizio aveva sempre più instaurato un rapporto conflittuale, muovendosi tra inganni e promesse non mantenute, come quella fatta al cugino Paolo, al quale aveva assicurato l’indipendenza creativa per una sezione del brand in cambio del suo voto per spodestare dalla posizione di presidente lo zio Aldo, padre dello stesso Paolo, che al momento deteneva ben il 40% dell’azienda.

A causa di ciò, Maurizio venne accusato da Aldo e Paolo, riavvicinatosi dopo l’accaduto, di aver falsificato la firma del padre defunto, Rodolfo Gucci, con lo scopo di vendere alcune azioni ed eludere una serie di debiti accumulati durante la sua vita di eccessi, come venne riportato nel 1987 da un articolo su La Repubblica:

“[…] si avvia a chiusura l’ inchiesta sulle firme false sulle azioni che Rodolfo Gucci, padre di Maurizio, possedeva al momento della sua morte. Era il 50 per cento della Gucci Spa, un valore di almeno cinquanta miliardi. Maurizio è accusato di aver falsificato la firma del padre per evitare di dover pagare ingentissime tasse di successione. Le imputazioni per cui il pubblico ministero chiede al giudice istruttore Felice Paolo Isnardi di mandare a processo Gucci e compagni sono quelle di falso materiale, falso ideologico, truffa ai danni dello Stato e reati societari.

Gli altri imputati sono Gianvittorio Pilone, braccio destro di Maurizio Gucci; Roberta Cassol, assistente personale; Liliana Colombo, segretaria; Ciro De Vincenzo, notaio con studio a Milano. Secondo l’ accusa, le girate false con la falsa firma di Rodolfo Gucci, vennero fatte fare a Liliana Colombo il 18 maggio ‘ 83, quattro giorni dopo la morte del vecchio padre di Maurizio. Quel 50 per cento di azioni Gucci è stato da tempo messo sotto sequestro giudiziario, ed è amministrato dal professor Mario Casella per conto della magistratura.

Questa brutta faccenda di firme false è il capitolo più clamoroso della interminabile guerra giudiziaria fra gli eredi del fondatore Guccio Gucci, una guerra che da anni fornisce lavoro ai tribunali di Firenze, New York, Lugano e Milano.

[…] Era il 50 per cento dell’ azienda, e sarebbe comunque finita in eredità a Maurizio, figlio unico. Ma il figlio, evidentemente, voleva evitare di pagare diversi miliardi di tasse di successione facendo figurare che quei titoli li aveva già ricevuti dal padre fin dal 1982.”

La risposta di Maurizio Gucci fu la fuga verso la Svizzera, dove non esisteva l’estradizione per reati finanziari.

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L’omicidio di Gucci e la gelosia della ex moglie Patrizia Reggiani, la Vedova Nera

Il matrimonio tra Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci aveva avuto luogo nel 1972, nonostante l’opposizione di Rodolfo, il padre di Maurizio, che aveva da sempre etichettato la donna come un’arrivista e arrampicatrice sociale. Ma il loro rapporto inizia a sgretolarsi dopo poco più di 10 anni, nel 1985, quando Maurizio lascia la moglie con la scusa di doversi assentare per un viaggio di lavoro, per poi concludersi definitivamente con il divorzio ufficiale nel 1994, quando Gucci aveva accettato di versare alla ex moglie un assegno alimentare annuo di 1.500.000 dollari.

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Patrizia Reggiani

Nel mentre, l’uomo aveva intrecciato una nuova relazione sentimentale con Paola Franchi, con la quale vivrà fino alla mattina della sua morte. Patrizia non era mai stata in grado di accettare di essersi allontanata da Gucci e dal suo patrimonio, tanto che aveva mantenuto il cognome dell’ex marito anche dopo la separazione, nonostante per legge non le fosse più concesso.

Dopo l’esecuzione in via Palestro alle 8:30 del 27 marzo, Paola Franchi non aveva esitato a esprimere i suoi dubbi riguardo la colpevolezza di Patrizia reggiani, la quale, a poche ore dal delitto, si era presentata presso l’appartamento in corso Venezia condiviso da Maurizio e dalla donna, chiedendole espressamente di liberare la casa lasciandole tutti gli effetti personali dell’ex marito, abiti e biancheria compresi. Solo pochi giorni dopo, infatti, vi si era trasferita con le figlie Allegra e Alessandra e con la madre, con la quale aveva da sempre avuto un rapporto piuttosto complesso.

Insomma, Patrizia non poteva accettare che Paola Franchi prendesse il suo posto come la nuova signora Gucci, tanto che le venne addirittura impedito di prendere parte al funerale di Maurizio.

Ma dopo due anni di indagini, il 31 gennaio 1997, Patrizia Reggiani venne accusata di essere stata la mandante dell’omicidio, a seguito del ritrovamento di intercettazioni telefoniche, oltre che dei suoi duri messaggi registrati sui nastri della segreteria telefonica di Maurizio.

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Patrizia Reggiani

La sentenza la condannò a 29 anni di carcere, pena ridotta nel 2000 a 26 anni dalla corte d’appello di Milano nel 2000, di cui ne scontò solamente 18 per buona condotta, uscendo in libertà nell’ottobre 2016; il sicario Benedetto Ceraulo, proprietario di una pizzeria coinvolto in grossi debiti economici, venne condannato all’ergastolo, mentre Giuseppina Auriemma, “maga” e amica strettissima di Patrizia, venne sentenziata a 25 anni per favoreggiamento, in quanto aveva funto da intermediaria tra la Vedova Nera e l’esecutore del crimine.

Insomma, il movente dell’omicidio sembrerebbe essere stato il notevole patrimonio di Maurizio Gucci, che aveva da sempre permesso a Patrizia Reggiani di mantenere uno stile di vita costellato di eccessi e sfarzo, oltre che all’immensa fama che ha sempre portato con sé questo cognome. Anche per quanto riguarda i complici del delitto, i motivi portanti della loro adesione sono stati indubbiamente l’estrema necessità di saldare i debiti e la sete di denaro.

La nuova serie tv dedicata alla storia della famiglia Gucci, cosa sappiamo?

Dopo l’uscita di House of Gucci nel 2021, verrà lanciata una serie tv dedicata alla storia della famiglia, a partire dagli anni venti con il fondatore Guccio Gucci.

Il produttore Giorgio Gucci ha firmato un accordo con il gruppo francese Gaumont, lo stesso che si occupato della produzione di serie come Lupin, Narcos e Becoming Karl Lagerfeld, nonostante il progetto sia ancora in fase di sviluppo, motivo per il quale non siamo a conoscenza del cast o del titolo uffiale.

Come riportato da La Repubblica, Giorgio Gucci ha evidenziato:

“Siamo interessati a raccontare la storia di un’azienda di famiglia perché è ciò che è la saga dei Gucci. E’ stato sicuramente uno dei primi marchi italiani ad uscire dai nostri confini e approdare negli Stati Uniti e da lì nel resto del mondo, diventando protagonista assoluto della Dolce Vita qui a Roma”.

Mentre, Marco Rosi, General Manager di Gaumont Italia, ha sostenuto:

“Sono orgoglioso di annunciare questo ambizioso progetto. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Giorgio Gucci e della sua famiglia di lavorare sulla storia di uno dei brand più iconici al mondo, il cui successo globale resta indissolubilmente legato all’eccellenza italiana e alla famiglia che ne è stata artefice”.

ALLEGRA E ALESSANDRA GUCCI

Erano ragazzine quando il padre venne ucciso nel 1995. Figlie di Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, Alessandra e Allegra Gucci sono nate dal matrimonio tra Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, il cui divorzio risale al 1992. Classe 1977 Alessandra e 1981 Allegra, le due sorelle hanno deciso di non passare la vita nei riflettori come i genitori. Nell’ombra, tra vicende legali iniziate col divorzio dei genitori nel 1992, Alessandra e Allegra non hanno avuto pace. E il 27 marzo 1995 tutto cambiò. La stampa non lasciò la famiglia in pace dopo la morte di Maurizio per mano di Patrizia Reggiani, racconta Allegra a Vanity fair.

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Alessandra e Allegra Gucci

«L’assassinio di mio padre e l’incarcerazione di mia madre sono stati per me uno tsunami», racconta Allegra Gucci a Vanity Fair. «Avevo 14 anni e venni travolta dall’onda.” racconta Allegra, costretta dalla vita a crescere in fretta.

Ancora oggi, nessun rapporto con la madre, condannata a 26 anni di carcere in via definitiva quale mandante dell’omicidio. Anzi, avrebbero intrapreso una battaglia legale contro la donna per questioni legate al patrimonio del padre, ancora oggi dopo essere uscita di prigione nel 2017.

“Perché sulla mia famiglia sono state dette tante cose non veritiere. E poi è arrivato House of Gucci, una pessima caricatura.”. Ma la figlia dell’imprenditore si decisa a dire la verità anche per una causa ben più importante. “Lo devo a mio padre, che non ha più voce e ai miei due figli; vorrei che crescendo attingessero ai fatti raccontati dalla mamma.” E’ per questa che la ormai donna ha deciso di scrivere un suo libro, per far prendere voce alla sua verità.

Conclusioni: sono passati 29 anni dal giorno dell’omicidio di Maurizio Gucci, ucciso il 27 marzo 1995 davanti al suo ufficio in via Palestro 20.

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