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Il dramma armeno in Deserto nero

Il nuovo spettacolo del Teatro del Buratto, con la regia di Renato Sarti, in scena al Teatro Verdi di Milano dal 16 aprile al 3 maggio Debutta oggi, 16 aprile, al Teatro Verdi di Milano, il nuovo spettacolo del Teatro del Buratto, Deserto nero, tratto dall’opera della scrittrice di origine armena Antonia Arslan, autrice della Masseria dello allodole e del recente La strada di Smirne (entrambi pubblicati da Rizzoli). Al centro della pièce, interpretata da Iolanda Cappi, Renata Coluccini e un attore in erba (si alterneranno nel ruolo gli adolescenti Jacopo Storti e Giacomo Toccaceli), è il genocidio degli armeni, grande sciagura di inizio ‘900, troppo a lungo taciuta.

Lo spettacolo si concentra su una fase precisa del genocidio – il primo e purtroppo non l’unico del secolo scorso: la deportazione nel deserto siriano delle donne (adulte, anziane, bambine) scampate al massacro degli uomini. A decine di migliaia perirono in questa tragica e oltraggiosa transumanza, sottoposte alle ingiurie della fame, della sete e degli uomini, non paghi del male che già avevano inferto. Le due protagoniste coltivano però nella sofferenza della loro condizione un piccolo grande segreto: la bimba che viaggia con loro è in realtà Nubar, unico maschio di famiglia scampato alla mattanza. Su di lui le due donne riversano tutto l’amore e la speranza di un riscatto futuro.

La regia è di Renato Sarti, che ha ricordato come durante i primi giorni di prove, uno dei due giovani interpreti abbia posto una domanda apparentemente ingenua: "Perché l’uomo è così cattivo?" Capirlo, è il compito – che dura tutta la vita – di ogni persona civile e forse questo spettacolo potrà aiutare. Deserto nero , prodotto in collaborazione con la Casa armena di Milano e con l’aiuto del Teatro della Cooperativa, segue la messa in scena nel 2008 – sempre a cura del Buratto – de Le serve di Virginia, un testo tratto dall’opera di Alicia Giménez Bartlett, con la regia di Gabriele Calindri. Risulta chiaro l’intento di questo progetto pluriennale del Teatro del Buratto, che punta a trasferire sul palcoscenico la parola narrata da donne, filtrandola attraverso la sensibilità di una regia maschile. Un percorso che vede in Iolanda Cappi e Renata Coluccini due convinte interpreti, capaci di dare respiro universale a storie che meritano di essere raccontate.

Www: Teatro Verdi

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