Il grande ritorno di Giorgio Morandi a Palazzo Reale
Nella mostra di Giorgio Morandi a Palazzo Reale tele e colori rivelano aspetti inediti del pittore. A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna, Milano dedica al pittore bolognese una grande esposizione per celebrare il suo rapporto elettivo con la città e, per l’occasione, la curatrice Maria Cristina Bandera porta a Milano 120 opere del maestro bolognese
La Mostra Morandi 1890-1964 a Palazzo Reale
La mostra sfata stereotipi e leggende attorno alla figura di un pittore chiuso nel suo studio, intento a riprodurre senza posa i soliti soggetti – bottiglie, bottiglie e ancora bottiglie, a volte qualche case di campagna –, una vita chiusa in quel tratto di terra da Bologna ai colli dell’Appennino emiliano. Lui che mai aveva varcato i confini italiani, neppure verso la Parigi di quegli anni, così ruggente e ammaliante per file di artisti in cerca di un linguaggio nuovo.
Semplificazioni banali “perché lui era tutt’altro”, dice con passione Maria Cristina Bandera attraversando le sale della mostra di Giorgio Morandi a Palazzo Reale, esposizione di cui è ideatrice e curatrice:
“La sua solitudine era una scelta lucida, finalizzata alla meditazione e alla ricerca. Non un “isolato”, ma un pittore aggiornatissimo e con una rete consistente di relazioni che lo congiungevano a esperti d’arte, critici, letterati; selettivo, questo sì, ma sempre gioviale: Giorgio Morandi aveva bisogno di pace, era un lavoratore indefesso della pittura. La sua carriera è un lungo work in progress costellato di piccoli cambiamenti e di variazioni “una sull’altra opera”, come spiegava lui stesso”.
E la mostra in scena a Palazzo Reale da oggi, 5 ottobre, al 4 febbraio offre un’ampia ed efficace testimonianza proprio di questa continua ricerca in espansione – intessuta di tonalità ora calde ora fredde, di studi sull’impaginazione e sulla luce, di meditazioni sulla materia cromatica.
Giorgio Morandi a Palazzo Reale
La mostra si è potuta realizzare grazie a prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private a partire da quelli del Museo Morandi e delle raccolte milanesi – Pinacoteca di Brera, Museo Novecento, Galleria d’arte Moderna, Casa Museo Boschi di Stefano, Villa Necchi Campiglio-FAI Fondo Ambiente Italiano -, a cui si aggiungono il Mart di Rovereto, la GAM di Torino, Palazzo Pitti, il Museo del Novecento di Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Siena, la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, la Fondazione Roberto Longhi di Firenze …per citarne alcune.
Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti – natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure – e delle tecniche: pittura, acquaforte e acquerello. A metà percorso, un’installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni.
La mostra, il cui percorso si suddivide in 34 sezioni, si apre con il 1913 e i capolavori d’avanguardia, una personale assimilazione della nuova spazialità cubista, e si conclude nel 1963, con una pittura rarefatta e portata all’estremo della verosimiglianza formale, sintesi di uno scavo cinquantennale nella realtà secondo il celebre postulato morandiano: “ritengo che non vi sia nulla di più astratto del reale”.
Conclusione: perchè andare a vedere la mostra
Vedrete una delle rassegne più complete dedicate a Giorgio Morandi e scoprirete un nuovo aspetto del grande maestro bolognese.
A Palazzo Reale di Milano da oggi al 4 febbraio 2024.
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