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Attualità

Il maglione di Agnese e le regole del gioco 2017

Lo scalpore creato dal maglione di Agnese Landini in Renzi denota un sentimento di antipatia/odio personale che non ha nulla a che vedere con l’etica, l’opportunità e le regole del gioco.

Agnese Renzi: la curiosa indignazione di giornalisti e addetti ai lavori, in particolare della moda, sull’invidia del nulla

Le grandi Case di Moda e le grandi aziende, da sempre, identificano dei testimonials e/o delle persone famose a cui prestare o regalare dei capi di moda. Sta, ovviamente, alla sensibilità di chi li riceve e all’opportunità a cui sono destinati (ad esempio la prima della Scala, o un’importante manifestazione pubblica) decidere, in assoluta libertà, e con valutazione di sensibilità, se accettarli o meno. Premesso che l’oggetto in questione, un golf, avrebbe anche potuto essere stato comprato.

Se la protesta “popolare” sorpassa i limiti dell’opportunità, e se tutto quello che attiene a certi personaggi famosi diventa fonte di commenti o di aggressioni sulla rete e sui giornali, c’è qualcosa che non va. Il qualcosa che non va è che i direttori dei giornali, i giornalisti di moda e costume, gli opinionisti, sono, spesso, destinatari di abiti, regali importanti, ben al di là del semplice spirito di amicizia o di simpatica e/o di “arruffianamento” cui i destinatari sono soggetti in funzione della loro posizione nel mondo dei media.

Quindi, stante la libertà di chi produce, di identificare l’opportunità di un regalo e/o di un semplice prestito, e la valutazione da parte di chi riceve il regalo della congruità del gesto, il resto è, complessivamente, la solita aggressione mediatica a cui chi ha visibilità si espone, e che, ovviamente, deve essere valutata in precedenza. 

Abbiamo letto di commenti sulla stessa opportunità di Agnese Renzi di essere presente al momento delle dimissioni del marito, e allora, in uno Stato democratico che fa della libera stampa e opinione uno dei suoi momenti fondanti, vale la pena di chiedere ai rappresentanti del mondo dei media se lo scadimento degli stessi e il trionfo della rete come momento di positiva e negativa libertà di espressione, non debba essere quanto meno ripensato, o non valuti cinque minuti di riflessione in più.

C’è gente che ha fatto dello “sputtanamento” uno dei motivi del proprio successo personale, per tutti: Travaglio, Feltri, Del Pietro, ecc. Questo non è, ovviamente, giornalismo, ma è l’uso spregiudicato dell’arma più potente che esiste nella società contemporanea: l’informazione.

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