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Intelligence Taiwan, la Cina difficilmente userà la forza in autunno

Il direttore dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale di Taiwan ha affermato che non si aspetta un’invasione della Cina per questo autunno

Il direttore generale dell’intelligence di Taiwan Chen Ming-Tong, durante un’interrogazione parlamentare, ha definitoestremamente improbabile” la possibilità di un’invasione della Cina entro il prossimo autunno.

Il commento di Chen arriva a seguito della pubblicazione di un documento dei servizi segreti russi da parte del dissidente politico russo Vladimir Osechkin. Il documento pubblicato afferma che Xi Jinping sta prendendo in considerazione l‘invasione di Taiwan per il prossimo autunno perché gli serve una vittoria per essere rieletto per la terza volta come segretario generale.

Il ministro degli esteri di Taiwan Joseph Wu la scorsa settimana aveva già messo in discussione l’autenticità del documento. Ciononostante, ha affermato che Taiwan è sempre pronto a difendersi da una possibile invasione cinese. I militari non hanno rilasciato nessun commento sulla vicenda.

La “legge sulla riunificazione” tra la Cina continentale e Taiwan

Lo scorso 23 febbraio un portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica Popolare Cinese ha ribadito che la riunificazione della Cina è all’ordine del giorno e che la Costituzione e la legge anti secessione del 2005 forniscono le basi legali per tale impresa. Questa legge afferma al punto 8 che, in caso del fallimento della pacifica riunificazione o della secessione, la Cina può utilizzare mezzi non pacifici per proteggere l’integrità territoriale cinese.

Recentemente, un consigliere della Conferenza Consultiva del Popolo ha proposto un superamento della legge anti secessione con una nuova legge per la riunificazione. La ratio delle due leggi è diversa: la prima era contro la secessione, la seconda è a favore della riunificazione. Se questa legge venisse effettivamente promulgata le conseguenze sarebbero importanti. Ad oggi, la legge di Pechino può solo condannare i “secessionisti”, o definiti tali, con la nuova legge verrebbero puniti chi non promuove la riunificazione.

Il capo dei servizi di Taiwan Chen, interrogato anche su questa questione, ha commentato che una legge siffatta metterebbe troppa pressione su Pechino. “È equivalente a programmare una scadenza”, “gli metterebbe troppa pressione addosso” ha commentato. Secondo Chen, il Partito comunista cinese e Xi Jinping stesso necessitano stabilità in vista del 20esimo Congresso Nazionale del prossimo autunno. Secondo la maggior parte degli analisti, Xi si appresta a essere rieletto per la terza volta, dopo che ha eliminato il vicolo dei due mandati, e dovrà concentrarsi sulla politica interna del Partito e del paese. La guerra prolungata in Ucraina del suo “amico” Putin ha messo già in difficoltà sul piano internazionale la Cina fornendo una leva diplomatica insperata agli Stati Uniti.

Invasioni di campo a Taiwan

Nonostante l’invasione sia poco probabile nell’imminente futuro, la Cina continua a provocare. Lo scorso 18 marzo, poche ore prima della chiamata tre Joe Biden e Xi Jinping, una portaerei cinese sprovvista di aerei sul ponte ha fatto rotta per lo stretto di Taiwan. Alcune navi da guerra americane e taiwanesi hanno seguito la portaerei fino all’uscita della zona sensibile. Anche il giorno stesso dell’invasione russa, 9 caccia da combattimento cinesi hanno sforato lo spazio aereo di Taiwan. Poche ore prima dell’incontro a Roma tra Jake Sullivan e Yang Jiechi  altri 13 aerei militari cinesi hanno fatto un’incursione in territorio taiwanese.  Le tensioni tra Cina e Taiwan non sembrano rallentare. Negli ultimi due anni gli sforamenti cinesi sono aumentati considerevolmente. Taiwan ha risposto alla minaccia cinese aumentando la spesa militare.  Gli americani hanno parzialmente confermato il loro intervento in supporto di Taiwan in caso di guerra con la Cina.

 

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