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Lotta allo spreco alimentare: “Too good to go” in top10 app

Lotta allo spreco alimentare: spopola l’app “Too good to go”

La giornata nazionale per la lotta allo spreco alimentare è ormai passata (il giorno dedicato a questa battaglia di civiltà è il 5 febbraio). Negli ultimi anni, dopo gli strascichi trascinati dai decenni del boom, è ripresa nell’opinione pubblica una coscienza di questo problema tipico della società dei consumi. L’importanza di ridurre la perdita di cibo rientra nella sempre maggior consapevolezza di adottare uno stile di vita sostenibile con l’ambiente.

Ora iniziano a spopolare anche in Italia delle app che inducono i clienti a comprare il cibo dei locali (bar e pub soprattutto) che restano invenduti a fine giornata e che quindi sarebbero destinati al rifiuto. Una di queste è senza dubbio Too good to go, app creata nel 2015 in Danimarca alla quale possono aderirvi diversi locali che vendono alimenti prodotti o cucinati al momento ma facilmente deperibili.

L’applicazione in pochi anni ha ottenuto risultati di gran lunga soddisfacenti. Un aiuto non indifferente è venuto dai mesi difficili del lockdown durante la pandemia. In quel periodo, infatti, le persone hanno colto la palla al balzo per usufruire più spesso di questa opportunità, anche per venire incontro ai locali costretti alla chiusura e in forte perdita di introiti.

Too good to go, un asso nella manica nella lotta allo spreco alimentare

Dall’apertura, l’app “Too good to go” è cresciuta rapidamente di anno in anno. Dopo un solo anno dal debutto, le quantità di cibo per pasto erano circa 480.000, nel 2021 erano oltre 52 milioni. Più che decuplicati i miglioramenti. Come accennato poc’anzi, nel corso di questa crescita vertiginosa dei risultati aziendali vi è accorsa la pandemia da Covid-19.

lotta allo spreco alimentare

Durante le lunghe settimane di isolamento dei cittadini dalla vita sociale (quindi anche dalla frequentazione di bar, ristoranti e ed altri locali serali), la routine quotidiana si è modificata sensibilmente. Da subito le compagnie specializzate nel delivering di cibo hanno di fatto monopolizzato il commercio degli alimentari. Le stesse persone, trovatesi nella condizione di avere più tempo a disposizione con lo smart working, hanno potuto sviluppare una maggior consapevolezza su una buona alimentazione.

Riuscirà Too good to go a contribuire in maniera definitiva alla lotta allo spreco alimentare?

Il sito Too good to go afferma che i risultati raggiunti hanno spinto alla collaborazione con oltre 24.000 attività. Tra queste si annoverano diverse aziende nel settore alimentare, come diverse catene supermercati sparsi in 17 Paesi del mondo. L’accordo di partnership con diverse realtà sia piccole che medie e grandi sicuramente si pone come obiettivo una diversificazione della “clientela” (sia quella abituata ai negozi di vicinato che quella della GDO). In questo modo, la lotta allo spreco alimentare può avere effetti ancora maggiori di quanto previsto.

Come spiega bene il WWF Italia, nell’anno passato lo spreco di cibo nelle famiglie italiane è diminuito del 12% rispetto ad un anno prima ma non è abbastanza. In proporzione, si spreca circa 1kg di fritta e quasi 1kg di pane. Tutto questo ha un prezzo assai elevato: 6,5 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle case e oltre 9 miliardi € il cosiddetto “spreco di filiera”, dai campi alle case.

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