Milano celebra Warhol, il re della pop art americana con una mostra alla Fabbrica del Vapore
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Milano celebra Warhol, il re della pop art americana con una mostra alla Fabbrica del Vapore

Un viaggio nell’universo artistico e umano di uno degli artisti che hanno maggiormente innovato la storia dell’arte mondiale.

Una mostra imperdibile quella di Warhol alla Fabbrica del Vapore  sul protagonista della pop art americana Andy Warhol: La pubblicità della Forma a cura di Achille Bonito Oliva.

Con oltre trecento opere divise in sette aree tematiche e tredici sezioni – dagli inizi negli anni Cinquanta come grafico pubblicitario sino all’ultimo decennio di attività negli anni Ottanta connotato dal rapporto con il sacro – la spettacolare mostra Andy Warhol sarà visitabile da domani fino al 26 marzo.

 

Milano celebra Warhol, il re della pop art americana con una mostra alla Fabbrica del Vapore

Dice Bonito Oliva

“Warhol – afferma Achille Bonito Oliva – è il Raffaello della società di massa americana che dà superficie ad ogni profondità dell’immagine rendendola in tal modo immediatamente fruibile, pronta al consumo come ogni prodotto che affolla il nostro vivere quotidiano. In tal modo sviluppa un’inedita classicità nella sua trasformazione estetica. Così la pubblicità della forma crea l’epifania, cioè l’apparizione, dell’immagine”.

La mostra milanese di Warhol alla Fabbrica del Vapore  vuole documentare questo avvincente percorso: dagli oggetti simboli del consumismo di massa, ai ritratti dello star system degli anni ’60; dalla serie Ladies & Gentlemen degli anni ’70 dedicata alle drag queen, i travestiti, simbolo di emarginazione per eccellenza e considerati alla pari di star come Marilyn, sino agli anni ’80 in cui diviene predominante il rapporto col sacro. Cattolico praticante, ne era stato in realtà pervaso per tutta la vita.

 

Milano celebra Warhol, il re della pop art americana con una mostra alla Fabbrica del Vapore

 

La ripetizione

Ogni cosa ripete se stessa. È stupefacente che tutti siano convinti che ogni cosa sia nuova, quando in realtà altro non è se non una ripetizione.

Andy Warhol

 

L’intuizione che lo renderà celebre e ricco è quella di ripetere una immagine più e più volte, in modo da farla entrare per sempre nella mente del pubblico. Thirty Are Better Than One, la sua prima Monna Lisa ripetuta ben trenta volte. Da celebre ed esclusiva opera d’arte, viene trasformata in una opera di tutti e per tutti, trasformando il linguaggio della pubblicità in arte.

In Green Coca-Cola Bottles – scrive Falcioni nel suo testo per il catalogo – comprendiamo immediatamente che per l’artista è proprio la quantità a prevalere sull’originalità del soggetto raffigurato.  E’  infatti ripetendo la stessa immagine che egli riesce a portare e mettere in scena il panorama consumistico nel mondo dell’arte. Compito dell’artista non è più creare, ma riprodurre”. Per far questo Warhol adotta una speciale tecnica di serializzazione. Con l’ausilio di un impianto serigrafico, che facilita la realizzazione delle opere e riduce notevolmente i tempi di produzione.

 

Milano celebra Warhol, il re della pop art americana con una mostra alla Fabbrica del Vapore

 

 

La stessa immagine

Su grosse tele riproduce moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori.  Usando immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali o immagini di impatto come incidenti stradali o sedie elettrice, riesce a svuotarle del significato originario. L’arte deve essere “consumata” come qualsiasi altro prodotto.

La tecnica della serigrafia viene usata da Warhol già nel 1962 per realizzare la serie Campbell’s Soup Cans, composta da trentadue piccole tele di identiche dimensioni raffiguranti ciascuna gli iconici barattoli di zuppa Campbell’s.

Esposte nello stesso anno alla Ferus Gallery di Los Angeles. Lo stesso fa con i ritratti delle celebrità dell’epoca. Marilyn Monroe, Mao Zedong, Che Guevara, Michael Jackson, Elvis Presley, Elizabeth Taylor, Brigitte Bardot, Marlon Brando, Liza Minnelli, Gianni e Marella Agnelli, le regine Elisabetta II del Regno Unito, Margherita II di Danimarca, Beatrice dei Paesi Bassi, l’imperatrice iraniana Farah Pahlavi, la principessa di Monaco Grace Kelly, la principessa del Galles Diana Spencer. Emblematica la Gold Marilyn Monroe, conservata al MoMA di New York. Una delle donne più affascinanti della storia moderna americana viene qui rappresentata su uno sfondo oro. Esattamente come si trattasse di una tavola del Trecento raffigurante la Madonna.

 

La critica e Leo Castelli

La critica all’inizio stronca questi lavori.  Non comprende l’’originalità né la volontà di Warhol di comunicare l’idea della ripetizione e dell’abbondanza del prodotto, in linea con la filosofia consumistica dell’epoca. La sua opera viene vista come un oltraggio all’Espressionismo Astratto, movimento artistico allora dominante negli USA.

Lo stesso celebre gallerista Leo Castelli all’inizio non comprende la genialità innovativa del lavoro di Warhol e cede alla richiesta di Jasper Johns di non ammetterlo nella sua scuderia.

 

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Warhol alla Fabbrica del Vapore. In mostra (una chicca)

Oltre alle 300 opere di cui abbiamo parlato  l’Art Car BMW M1 dipinta a mano da Andy Warhol, con tanto di filmato in HD della performance in cui venne realizzata.

 

Da non perdere! Alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 22 ottobre al 26 marzo. Via Procaccini,4

 

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