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Nekrosius in Paradiso

Il regista lituano completa a Vicenza il ciclo dedicato alla Divina Commedia. Da seguire a Prato il festival Contemporanea, mentre nel capoluogo campano parte la sezione autunnale del Festival di Napoli

Dopo l’Inferno e il Purgatorio, presentati in un’unica messinscena lo scorso maggio prima a Brindisi, poi a Modena, Nekrosius completa il suo percorso nella Divina commedia proponendo da venerdì 21 Il paradiso, ad apertura del Ciclo di spettacoli classici del Teatro Olimpico di Vicenza del quale, da quest’anno, gli è stata affidata la direzione artistica. In verità l’approccio del regista lituano al poema dantesco, realizzato con gli attori della sua compagnia Meno Fortas, era parso piuttosto discutibile: ma l’ingegno visionario non gli viene comunque mai a mancare.

Comincia sabato 22 la decima edizione del Contemporanea Festival di Prato, puntuale osservatorio sulle nuove correnti teatrali di questi anni: da vedere, fra l’altro, Terra Nova del gruppo belga Crew B, che conduce lo spettatore a rivivere le sensazioni della tragica spedizione al Polo Sud dell’esploratore Scott (il 22), le quattro parti – rappresentate insieme – de L’origine del mondo di Lucia Calamaro (il 23), L’effet de Serge di Philippe Quesne (il 27), Adishatz/Adieu di Johnathan Capdevielle (il 28), Forecasting del duo Giuseppe ChicoBarbara Matijevic (4 – 5 ottobre).

Comincia martedì 25 la seconda parte del Napoli Teatro Festival: in programma, fra gli altri titoli di questa sessione autunnale, la trasposizione dell’Antigone della scrittrice napoletana Valeria Parrella, sul tema dell’eutanasia, con la regia di Luca De Fusco (25 – 26), Tai-Kai-Ta, di Enzo Moscato, un omaggio alla figura di Luisa De Filippo (27 – 28 – 29), C’è del pianto in queste lacrime, la rivisitazione della sceneggiata da parte di Antonio Latella (28 – 29 – 30), Il rubacuori dell’ovest dell’irlandese John Millington Synge coi ragazzi del laboratorio “Arrevuoto” di Scampia (il 29).

Virgilio Sieni, col suo progetto di ricerca sulla trasformazione dei normali comportamenti quotidiani in gesti teatrali, approda a Bari, dove presenta da martedì 25 quattro coreografie –  raccolte sotto un unico titolo, Grande adagio popolare_Agorà Bari – allestite in quattro diversi edifici coinvolgendo comuni cittadini, adolescenti, anziani, bambini: la prima di esse, Racconti, parte da un a serie di narrazioni arcaiche, la seconda, Sul volto, riprende antiche tradizioni locali, la terza, Madri e figli, indaga i rapporti parentali e la quarta, Visitazioni, le relazioni multietniche.

Costruita sugli inganni della memoria e sugli ambigui rapporti tra presente e passato, Vecchi tempi è una delle più misteriose fra le opere di Pinter, un saggio di virtuosismo compositivo sull’orlo del vuoto: la ripropone, da mercoledì 26 all’Out Off di Milano, Roberto Trifirò, un attore-regista che ha sempre dimostrato una personale capacità di rilettura dei testi affrontati. A completare il terzetto di personaggi che, nel salotto di una casa di campagna, inseguono se stessi per poi dissolvere subito ogni certezza appena acquisita, lo affiancano Maria Ariis e Paola Giacometti.

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