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Russia: molte incongruenze sull’attentato a Darya Dugina. Putin prepara la vendetta?

La versione dell’attentato in Russia a Darya Dugina: Putin accusa l’Ucraina

Sabato scorso, 20 agosto, è morta in un attentato in Russia Darya Dugina, figlia di Aleksandr Dugin, il famoso politologo ispiratore della politica ultranazionalista di Vladimir Putin. È tutto successo mentre la donna si trovava alla guida dell’auto di proprietà del padre, quando sulla tratta dell’autostrada alle porte di Mosca il veicolo è esploso.

I servizi segreti russi (Fsb) hanno comunicato di aver già individuato la colpevole dell’attentato terroristico. Tuttavia, le incongruenze non sono poche. Indipendentemente dall’identità del suo autore, dietro questo attentato è chiaro che sia ancora centrale la guerra russa in Ucraina.

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L’attentato in Russia a Darya Dugin: secondo Putin è stata una donna ucraina

L’omicidio di Darya Dugina getta ancora più ombre sulla guerra di Putin in Ucraina e sul livello di coinvolgimento dei Paesi Occidentali che sostengono il popolo ucraino.

Secondo i servizi segreti russi, ad aver commesso l’attentato sarebbe proprio una donna ucraina di 43 anni, Natalia Pavlovna Vovk, che lavorerebbe per i servizi segreti ucraini. Sempre secondo le indagini dei Russi, la donna sarebbe entrata in Russia lo scorso mese insieme alla figlia di dodici anni a bordo della sua auto Mini Cooper. A seguito dell’attentato a Dugina, poi, sarebbe scappata in Estonia, altro Paese in conflitto con la Russia. Il Cremlino, infatti, sta già minacciando il governo estone per avanzare la richiesta di estradizione.

Insomma, il profilo di Natalia Vovk è perfetto per far alimentare le iniziative di tutti coloro che da tempo chiedono a Putin di aumentare ulteriormente gli sforzi all’interno del conflitto contro l’Ucraina. Eppure, la Russia in questi mesi sembra aver già messo in campo tutte le sue possibilità militari. Il prossimo passo sarebbe l’annuncio di una mobilitazione generale, e quindi di una guerra vera e propria di cui finora nel Paese non si parla, con il coinvolgimento di tutti i cittadini di leva.

L’accusa alla donna ucraina per l’attentato in Russia a Dugina

A sostegno delle loro accuse alla donna ucraina, i servizi russi hanno reso pubblici alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza che riprendono gli spostamenti di Natalia Pavlovna Vovk. Nelle immagini la si vede attraversare il confine con la Russia e poi uscire verso l’Estonia. Tuttavia, a mancare sono le immagini che possano ricollegare davvero la donna o il suo veicolo all’attentato in cui è morta Darya Dugina.

La Vovk lo scorso aprile era già stata segnalata in Russia su una lista pubblica come elemento nazionalista. E i servizi segreti l’avevano attribuita al reggimento nazionalista Azov, pubblicando un suo documento militare di identità con tanto di foto in divisa. Eppure, lo stesso reggimento Azov aveva smentito che la donna facesse parte del proprio reggimento, sottolineando che i documenti dei propri membri sono in realtà diversi.

Russia: l’attentato a Dugina getta altre ombre sulla guerra di Putin

Nelle ultime ore stanno emergendo diverse ipotesi riguardanti l’attentato alla figlia di Dugin. Tra queste, c’è quella del politico russo in esilio a Kiev, Ilya Ponomarev, che rivendica l’omicidio in nome dell’Esercito Repubblicano Nazionale. Si tratta di un gruppo di partigiani in guerra contro Putin, che sostiene l’innocenza di Vovk.

Si infittisce, dunque, l’incognita del limite di questa guerra. In ogni caso, l’eventuale coinvolgimento dell’Ucraina in questo attentato, vero o presunto che sia, potrebbe scatenare una reazione di vendetta da parte dei Russi e di Putin. E questo estenderebbe il campo di battaglia alle esecuzioni mirate come spesso avviene nelle crisi internazionali, come nel Medio Oriente.

 

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Editor: Susanna Bosio

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