Sgarbi indagato, 3 i nodi: rimborsi, consulenze ed evasione
Scoppia una nuova bomba mediatica e politica a Palazzo Chigi: Vittorio Sgarbi indagato. Il sottosegretario negli ultimi tempi è stato travolto da voci circa alcuni compensi esterni percepiti durante il proprio mandato istituzionale per diverse consulenze, particolarmente ricche, ma vietate. Dubbi anche sui rimborsi d’oro relativi a importanti note spese del parlamentare.
Sul piatto del caso Sgarbi sono tornati in auge questi problemi dopo la pubblicazione di un’ulteriore accusa. Al critico d’arte è piovuta addosso infatti un’imputazione per “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”. In altri termini è tacciato di evasione fiscale.
Dunque diventano 3 i nodi che il saggista di Ferrara è chiamato rapidamente a sciogliere, visto che il caso Sgarbi è finito pure sull’agenda della premier Giorgia Meloni. Particolarmente indignato e deciso ad andare fino in fondo a questa storia pare in particolare Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura. Quest’ultimo a proposito di Sgarbi indagato ha parlato di condotta illegale.
Scoppia il caso: Sgarbi indagato, ecco tutte le accuse
Il sottosegretario parlamentare Vittorio Sgarbi è finito sotto indagine. Da qualche settimana ormai il nome del critico d’arte emiliano è rimbalzato in cima alle polemiche politiche e mediatiche a causa di alcune accuse mosse nei suoi confronti.
Presso il Ministero dei Beni Culturali sarebbe circolato un dossier nel quale comparirebbero una serie notevole di note spese gonfiate, di rimborsi d’oro richiesti, e di compensi extra fatturati grazie al supporto della società (Ars srls) legata a Nino Ippolito, capo della segreteria dello stesso parlamentare.
La denuncia, portata avanti da Il Fatto Quotidiano, farebbe riferimento a circa 300 mila euro ricevuti da Vittorio Sgarbi dall’esterno mentre era in carica a livello istituzionale nell’aula del Parlamento. Durante il proprio mandato dunque il saggista ferrarese avrebbe prestato consulenze vietate, e richiesto in seguito rimborsi monstre motivati da note spese gonfiate.
Nel documento, finito ora nella ricca agenda del presidente del Consiglio, spiccano 54 mila euro ricevuti dal principe Domenico Antonio Pallavicino in merito al parcheggio dell’auto di fronte alla dimora dello stesso nobile, e altri 257 mila euro che andrebbero a coprire i costi sostenuti da Sgarbi per presenziare ad alcune conferenze di arte, per fare da giudice al concorso Miss Italia, e ancora per altri impegni ufficiali ma svolti lontano dall’aula parlamentare.
A tutto ciò si sarebbe aggiunto nelle ultime ore anche un’accusa per “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”. Dunque quest’ultima novità spingerebbe verso un Vittorio Sgarbi indagato anche per evasione fiscale per una cifra pari circa a 715 mila euro.
Imputato a Sgarbi sarebbe in particolare l’acquisto di un dipinto all’asta per conto dell’avvocato Corrado Sforza Fogliani e tramite la figura della compagna dello stesso critico d’arte, la signora Sabrina Colle. In tal modo il pezzo artistico sarebbe potuto passare incolume rispetto alla normale tassazione.
Sgarbi indagato: botta e risposta con il ministro Sangiuliano
Sono indignato, per me quel che fa è illegale
Parole forti quelle usate da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, per definire il caso Sgarbi. Nelle ultime ore infatti quella andata in scena tra il politico napoletano e l’opinionista ferrarese è stata una vera e propria battaglia mediatica a distanza.
Con Sgarbi indagato per i cachet d’oro e l’evasione fiscale il Ministro ha voluto porre l’accento sugli aspetti poco chiari connessi agli impegni indicati dallo stesso segretario. Immediata e altrettanto veemente non si è fatta attendere la replica del classe’52 che ha negato il conflitto d’interesse e usato tali decise parole:
Una conferenza, uno spettacolo o Miss Italia non hanno niente a che fare con l’attività del ministero. Io i pranzi li ho sempre pagati e non ho mai chiesto rimborsi. Pagando di mio la benzina con la mia automobile, come non credo neanche tu faccia
E mentre Vittorio Sgarbi conferma di non voler in alcun modo fare un passo indietro e benché indagato allontani la voce di possibili dimissioni, ecco che la palla passa alla premier Giorgia Meloni, ancora invischiata nell’affaire Giambruno. Toccherà a lei infatti decidere delle sorti del sottosegretario non appena avrà modo e tempo di esaminare con ordine l’intero caso Sgarbi.
Conclusione: Sgarbi indagato. Sono 3 i nodi al vaglio: rimborsi d’oro, consulenze illegittime ed evasione fiscale
Leggi anche:
Futuro Giambruno: Mediaset si interroga sulle soluzioni
Meloni lascia Giambruno: storia al capolinea dopo 10 anni
Villa del 900′ abbattuta alla Maggiolina. Sgarbi: “Milano è sotto attacco dei barbari”
NEWSLETTER
Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.