Sgarbi e il quadro rubato nel 2013: una foto incastra il critico
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Sgarbo a Sgarbi. Contestato a Viterbo il 25 aprile

Il 25 aprile è passato anche quest’anno, lasciando dietro a sé uno strascico di polemiche come puntualmente accade da molti anni a questa parte, lucida cartina tornasole di un Paese sempre alle prese con problemi d’identità e di percezione della propria storia passata.

Sgarbo a Sgarbi. Contestato a Viterbo il 25 aprile

La festa di liberazione dal nazifascismo invece di cementificare il patto sociale in nome dei valori antifascisti spesso e volentieri diviene trigger deflagrante di esacerbazioni politiche. Dai casi gravi, come l’irruzione e aggressione dei militanti neonazisti di Do.Ra ad Azzate (Varese), alle scaramucce verbali tra opposti militanti politici, in primis gli attacchi le risposte e le assoluzioni tra opposizioni e governo con riferimento in particolare al Presidente del Consiglio Meloni e al Presidente del Senato La Russa. Attacca Sala, sindaco di Milano: «Meloni dica chiaramente di essere antifascista», risponde Fini: «Meloni antifascista nella sostanza».

In questo scatto di famiglia che vorrebbe ritrarre solo bei sorrisi ci sta bene anche la polemica che ha circondato la visita di Vittorio Sgarbi a Viterbo. Il sottosegretario alla Cultura ha presenziato alla cerimonia nella città presso cui ricopre il ruolo di assessore comunale–una delle 10 cariche che attualmente lo tengono impegnato– assieme ad altre figure istituzionali ed alla presenza del presidente della sezione di Viterbo dell’ANPI, Enrico Mezzetti.

L’ex protagonista della rubrica televisiva Sgarbi quotidiani si è trovato suo malgrado dall’altra parte della barricata, nel ruolo per una volta non di contestatore ma di contestato: Mezzetti, infatti, si rifiuta di stringere la mano al sindaco di Sutri, prosindaco di Urbino… che lo guarda con evidente irritazione ma per una volta lascia il coperchio sopra la pentola. Dal palco, quando prende la parola, indirizza piccato–sopra i fischi di altri associati ANPI–la propria stizza al presidente della sezione con queste parole: «Da quando è finito il Covid ci si dà la mano, ma il presidente dell’Anpi ha preferito non darmela».

A stretto giro è giunta anche la risposta di Mezzetti che commenta: «Mi sono rifiutato di stringere la mano a Vittorio Sgarbi perché è una persona che non stimo. Ha fatto un discorso perfettamente antifascista, ma perché non lo va a fare anche al governo di cui fa parte? Devo pensare che stiamo parlando solo di opportunismo e di una persona che punta solo alla poltrona» [Fonte: Open].

Un discorso perfettamente antifascista, dunque, che Sgarbi ha tenuto a ribadire nelle sue dichiarazioni post-“comizio”, scagliandosi contro i contestatori:

«”Certo è davvero tragicomico come finti antifascisti, in nome di un’idea equivoca di ‘libertà’ – commenta il Sottosegretario – abbiano tentato d’impedirmi di parlare, e cioè di negare quella libertà di espressione che dovrebbe essere uno dei valori fondanti di questa ricorrenza.

Quello che è successo a Viterbo è la prova di come c’è chi utilizza il 25 aprile come strumento di lotta politica. Tutto ciò è inaccettabile. Paradossale poi, come nei loro discorsi i delegati dell’Anpi abbiano citato prima il giovane immigrato Omar Messati (a cui proprio oggi ho dato la cittadinanza di Sutri) morto suicida, e poi lo scrittore Pahor, da me celebrato in questi anni attraverso la presentazione di numerosi suoi libri e l’invito a altrettante conferenze. Quei fischi, a maggior ragione, segnano l’ottusità di gente accecata dal pregiudizio e dall’odio politico» [Fonte: Adnkronos].

Anche per quest’anno una buona festa della liberazione a tutti, fascisti esclusi.

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Editor: Giulio Montagner

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