Un trionfo "aspettato" la mostra-evento "Donatello, Il Rinascimento"
Arte

Un trionfo “aspettato” la mostra-evento “Donatello, Il Rinascimento”

A Firenze, a Palazzo Strozzi e al Museo del Bargello, dopo 36 anni, una mostra-evento – Donatello, il Rinascimento – riunisce tra le 130 opere esposte una cinquantina di capolavori del grande artista fiorentino che nel Rinascimento sconvolse i canoni della scultura, innovando il genere.

È UNA DELLE MOSTRE DELL’ANNO QUELLA CHE PALAZZO STROZZI E IL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO DEDICANO A DONATELLO. EMBLEMA DEL RINASCIMENTO

Una mostra storica e irripetibile.   Che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi. Qui a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo.

 

Un trionfo aspettato la mostra-evento Donatello, Il Rinascimento
Andrea Mantegna, Madonna col Bambino (1490-1495 circa; tempera magra su tela 45,2 x 35,5 cm; Milano, Museo Poldi Pezzoli, inv. 1595)

 

Obiettivo dichiarato della mostra, è quello di far emergere con forza la personalità di Donatello come artista di rottura. Come artista talmente moderno da poter essere considerato una sorta di contemporaneo di Michelangelo. Malgrado il grande Buonarroti fosse nato vent’anni dopo la scomparsa del padre del Rinascimento in scultura, come “patriarca e simbolo di un’intera epoca dell’arte occidentale”,

scrive con trasporto Caglioti nell’appassionato pannello introduttivo che il pubblico trova nella prima sala della mostra.

 

Un trionfo aspettato la mostra-evento Donatello, Il Rinascimento
Sala della mostra Donatello. Il Rinascimento. Foto di Ela Bialkowska – OKNO Studio

 

La mostra di Caglioti è riuscita a radunare un numero impressionante di opere. Superando di gran lunga le due mostre del centenario donatelliano. Le due esposizioni ch’erano state organizzate tra il 1985 e il 1986. Un Omaggio a Donatello al Museo del Bargello e Donatello e i suoi, quest’ultima con due tappe. La prima al Forte del Belvedere di Firenze e la seconda al Detroit Institute of Arts .

Anche la mostra di Palazzo Strozzi e Bargello andrà in trasferta, prima a Berlino e poi a Londra, con un itinerario di visita che sarà però differente rispetto a quello fiorentino.

 

Un trionfo aspettato la mostra-evento Donatello, Il Rinascimento
Donatello, Madonna col Bambino (1410-1415 circa; terracotta, 90 x 75 x 24 cm; Berlino, Staatliche Museen, Skulpturensammlung und Museum für Byzantinische Kunst, inv. 1940, esposta al Bode-Museum. Foto di Antje Voigt

 

La Mostra Donatello, il Rinascimento

Il percorso espositivo, che si snoda tra Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello, accompagna i visitatori dalla giovane età del maestro alle ultime creazioni. Accostando alle sue opere sculture, dipinti e disegni di Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Bellini, Raffaello, Michelangelo e molti altri artisti. Il percorso di Donatello viene qui studiato ed esposto con rigore scientifico impeccabile, prima di tutto del curatore Caglioti, facendone emergere lo spirito moderno e trasgressivo. Alla base di una continua ridiscussione dei canoni artistici preesistenti.

Sono quattordici le sezioni della mostra Donatello e il Rinascimento curata da Francesco Caglioti, che raccoglie 130 opere, anche – come gà detto – di altri grandi  artisti coevi. Intrecciando così più aspetti dell’arte del Quattrocento che ebbe nel fiorentino Donatello (1386 circa-1466), uno dei massimi fautori, riscoperto nell’800 dagli storici dell’arte stranieri.

 

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Sala della mostra Donatello. Il Rinascimento. Foto di Ela Bialkowska – OKNO Studio

 

L’avvio della mostra

L’avvio della mostra è folgorante. Gli esordî di Donatello sono riassunti col David marmoreo che gli fu commissionato nel 1408 per uno dei contrafforti dell’abside del Duomo di Santa Maria del Fiore.

Spostato per l’occasione dal Museo Nazionale del Bargello (il Salone di Donatello, come si vedrà, per la mostra è stato completamente riallestito), che viene posto in mezzo ai due crocifissi.

Quello di Donatello del 1408 circa, il famoso “Cristo contadino” di Santa Croce reso celebre dal memorabile aneddoto vasariano.  E quello di Filippo Brunelleschi da Santa Maria Novella. La leggenda vuole che Donatello avesse riconosciuto d’emblée la maggior nobiltà ed eleganza del crocifisso eseguito dall’amico, concludendo che a Filippo era concesso di scolpire Cristi, e a lui i contadini.

 

Non vogliamo però levare ai visitatori il piacere di scoprire le atre sale….tutte magnifiche!

 

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