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Arte,  Moda

Met Gala e arte: perchè fa riferimento al Metropolitan Museum di New York? L’importanza del Met Gala per l’arte

Il Met Gala non è solo un’occasione per le celebrities per farsi fotografare in vestiti incredibili, ma ha anche uno stretto legame con l’arte. Sapete perché fa riferimento al Metropolitan Museum di New York?

Met Gala e arte? Non è un legame scontato

Ormai si è soliti guardare le foto del Met gala solo pensando a quanto siano assurdi o incredibili i vestiti indossati dalle star. Non è raro sentire commenti come «Ma perché si è conciata/o così?», «Quel vestito è eccessivo». Va bene, alcuni look sono sempre molto “spinti”, ma dietro c’è una motivazione abbastanza valida.

Intanto, per contestualizzare meglio, bisogna specificare che il Met gala si svolge regolarmente al Metropolitan Museum of Art di New York. Un museo di arte, dall’egizia alla fotografica. Per il primo lunedì di maggio di ogni anno, il Met collabora con Vogue US per organizzare una grande mostra di moda, sotto forma di gala.

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A cosa serve il Met Gala?

Vi chiederete voi. Giustamente, dopo le sempre più numerose fashion week, viene da chiedersi perché sia necessario organizzare addirittura un ulteriore evento per mettere in mostra gli abiti più eccessivi della stagione.

Ebbene, il Metropolitan Museum of Art, consta di ben 19 sezioni. Tra cui “L’istituto costumi e abbigliamento”. Questa sezione, si fuse al Met solo nel 1946 e da allora ha sempre dovuto provvedere da sé al proprio sostentamento. Il motivo è probabilmente legato al dibattito sul valore artistico della moda. Oggi la sua collezione raccoglie più di 80.000 tra abiti ed accessori, ma non esiste un’esposizione permanente. Ed ecco arrivare quindi il Met Gala con lo scopo di procurare fondi e mettere in luce la mostra dell’anno (che inaugura qualche giorno dopo). Il tema della mostra di quest’anno sarà il camp, con il titolo Camp: Notes on Fashion.

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«Il Met Gala e il Costume Institute illuminano il processo creativo del design», ha affermato la celebre costumista Patricia Field. «La moda influisce sul mondo dell’arte in quanto fornisce un ponte di comprensione e di esperienza a tutti coloro che partecipano a entrambi».

Il gala crea quella connessione diretta, attirando l’attenzione di coloro che sono innamorati del costume e del design della moda.

La rivoluzione di Diana Vreeland

Una cosa, però, bisogna specificarla. Il Met Gala non è sempre stato così “ufficiale” e brillante. Lo è diventato dopo l’approdo all’interno dell’amministrazione della sezione moda del Met di Diana Vreeland. Dopo essersi congedata da Vogue, infatti, la guru della moda degli anni Settanta iniziò a curare gli eventi dell’Istituto di moda del Met, rendendoli una fonte di guadagno e visibilità ( per l’Istituto, ma non solo!) unica.

Proprio la Vreeland infatti, chiese ai suoi ospiti di ispirare i propri look all’esposizione in corso al museo. Chiese di esagerare. Di portare l’attenzione sul museo. Geniale. Per la prima volta un gala si trasformava in qualcosa di realmente simile a una performance artistica… legata alla moda!

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Anna Wintour: chi gestisce il Met Gala?

Anna Wintour è la direttrice di Vogue America e direttore editoriale globale in Condè Nast e nasce il 3 novembre 1949 a Londra. Lasciati gli studi alla North London Collegiate nel 1966, inizia a lavorare nel negozio londinese Biba e subito dopo da Harrods. Intraprende la carriera giornalistica presso la rivista Oz che lascerà dopo pochi mesi quando verrà assunta da Harper’s & Queen nel 1970 . 

Nel ’76, si trasferisce negli Stati Uniti per diventare fashion editor di Harper’s Bazaar. Dopo la direzione della rivista indipendente Viva e, nel 1980, di Savvylavora per un breve periodo al New York Magazine come responsabile delle sezioni moda e lifestyle. Nel 1983 viene scelta da Alexander Liberman come direttore creativo di Vogue America. Tre anni dopo, torna a Londra nei panni di direttore di Vogue British.

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Qui porta in scena una moda che parla a nuove donne interessate agli affari e al denaro. È del novembre 1987 una memorabile copertina, entrata ormai nell’iconografia classica della moda: la modella Christy Turlington vestita Calvin Klein e fotografata da David Bailey. Messa in pausa la direzione di British Vogue, dirige l’edizione britannica di House & Garden Magazine dal 1987 al 1988.

LA DIREZIONE DI VOGUE AMERICA

Nell’88 torna a New York come direttore di Vogue America, succedendo a Grace Mirabella. Per la sua prima copertina Wintour sceglie una giovane modella fotografata in strada mentre indossa dei jeans e un maglione couture di Lacroix. È il simbolo di una nuova era per la rivista, più orientata ai giovani e alla moda di tutti i giorni. 

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Nel ’90, ha ottenuto il titolo di “redattore dell’anno” conferitole da Adweek per l’insolito approccio al giornalismo di moda e la sua “impronta di fantasia nel regno della perfezione”. È una delle donne più potenti nel mondo della moda. Glaciale, filiforme in una sorta di divisa (spesso un tailleur Chanel), immancabili ed enormi occhiali neri e il caschetto biondo. Ha un carattere di ferro sia nel lavoro sia nella vita privata. Vive a Manhattan, ogni mattina si alza all’alba per giocare a tennis prima di andare, con perfetti outfit, in redazione. Ha due figli dal primo marito David Schaffer, primario di psichiatria infantile al Columbia Presbyterian.

Conclusioni: Met Gala e arte, perchè fa riferimento al Metropolitan Museum di New York? La storia travagliata tra arte e storia contemporanea.

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