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Aldo Giordani: a 100 anni dalla nascita di un mito

Aldo Giordani è stato un cestista, allenatore di pallacanestro, giornalista e telecronista sportivo. Primo telecronista del basket italiano è stato uno dei massimi artefici del “boom cestistico” in Italia. Grazie alla sua grande passione e competenza, ha sempre agito per lo sviluppo del basket, diventandone forse il miglior veicolo promozionale negli anni ’60 e ’70.

Aldo Giordani a 100 anni dalla sua nascita

Nato a Milano il 28 febbraio 1924 trascorse la giovinezza a Bologna dove conobbe la pallacanestro nella chiesa sconsacrata di Santa Lucia. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con la famiglia sfollò a Rimini, poi si trasferì a Roma proseguendo gli studi, praticando tutti gli sport ed ottenendo buoni risultati nel salto triplo e nella pallacanestro, prima nelle file delle squadra del GUF Roma e poi nel CUS Roma.
Nel 1944 divenne interprete presso la divisione militare americana ed incontrò Elliott Van Zandt, che gli fece scoprire i segreti del basket americano. Nel primo dopoguerra giocò in Serie A con la Ginnastica Roma insieme a Francesco Ferrero, Vittorio Tracuzzi, Giancarlo Primo e Carlo Cerioni.
Nel 1947 fu convocato in un raduno della Nazionale. Vinse da giocatore il Campionato Italiano Universitario nel 1948. Nel 1949 divenne allenatore e vinse lo scudetto con la squadra femminile dell’Indomita Roma che schierava la sua futura moglie. Nel frattempo iniziò anche a collaborare con la Federazione Italia Pallacanestro dirigendo il periodico federale.
Nel 1950 fu invitato da Adolfo Bogoncelli, presidente dell’Olimpia, a trasferirsi a Milano per collaborare con Emilio De Martino al lancio della rivista “Lo Sport” e per entrare nella redazione de “La Gazzetta dello Sport” del Conte Bonacossa.

Mito del giornalismo sportivo italiano

Nel 1953 sposò Francesca Cipriani, una brava cestista che aveva vinto due scudetti e giocato 27 partite in Nazionale. Mantenne l’incarico anche quando “Lo Sport” venne incorporato nel settimanale “Lo Sport Illustrato”, sempre nell’orbita della Gazzetta, e contestualmente accettò il ruolo di co-direttore di “Pallacanestro”, primo mensile specializzato fondato a Padova da Lino Scarso, consigliere federale, e in auge fino agli anni sessanta.

Nel 1958 morì Emilio De Martino e Aldo passò al “Guerin Sportivo” diretto da Gianni Brera, e ne diventò redattore capo, firmando l’inserto speciale ‘Guerin Basket’ a partire da metà degli anni sessanta. Rimase al ‘Guerino’ fino al 1983, per dedicarsi definitivamente alla sua creatura “Superbasket”. Le sue collaborazioni editoriali spaziarono anche ai “Giganti del Basket”, ancora a “La Gazzetta”, all’Avvenire e anche, negli ultimi anni di vita, al “Messaggero“. Era una vera e propria macchina da guerra.

Nel 1954 esordì come telecronista ai microfoni della Rai in occasione di una partita di basket femminile disputata a Torino in un campo all’aperto. La collaborazione con la TV di Stato proseguì per trentacinque anni con 1508 telecronache di basket, volley e baseball.

Ma Giordani diventò, con l’aumento della popolarità del basket, la “voce” ufficiale della pallacanestro per il grande pubblico, in particolare all’inizio degli anni ’70 quando la RAI iniziò a trasmettere alla domenica pomeriggio l’anticipo di un incontro di campionato. Come inviato per la Rai seguì cinque Olimpiadi Estive a partire da quella di Roma del 1960. Sua fu anche la telecronaca della contestata finale del Torneo Olimpico di Basket di Monaco 1972 tra URSS e USA.

Già alla fine degli anni sessanta conduceva alla “Domenica Sportiva” un’ampia rubrica dedicata al basket, dove in ogni puntata c’era spazio non solo a risultati e spezzoni di partite ma anche per gli invitati in studio, spesso anche una delle squadre in trasferta in Lombardia, dando quindi visibilità alle varie realtà cestistiche della penisola.

Leggendaria era la sua passione per la velocità, le auto potenti e le sue folli corse molte volte con nebbie allora fittissime per poter arrivare in Corso Sempione, sede della Rai, in tempo per la trasmissione. Diceva sempre ai suoi atterriti compagni di viaggio nella sua Fiat Ferrari Dino Coupè: “Guidare nella nebbia è molto pericoloso e quindi bisogna restare esposti al rischio per il minor tempo possibile”.

In quegli anni firma anche diversi libri, tra i quali “Il grande basket” e ” Tecnica e tattica del superbasket”.

Il 7 novembre 1978 fondò “Superbasket”, settimanale specializzato del mondo del basket con ampi spazi di notizie dal fronte USA, ancora dopo oltre quarant’anni anni un punto di riferimento per tutti gli appassionati di questo sport; un contenitore unico di informazioni e dati, che ha sicuramente contribuito in maniera decisa alla conoscenza di questo sport e dei suoi protagonisti d`oltreoceano.

Negli anni ottanta, già gravemente ammalato, seguitò a lavorare al suo giornale.  Alla sua “scuola” si sono formati molti dei famosi giornalisti e conduttori televisivi attuali di basket. Di Aldo Giordani ci si ricorda della sua competenza tecnica, del suo amore viscerale per il basket e della sua vis polemica che però esercitava esclusivamente sulla carta stampata. Molti rammentano ancora come erano graffianti i suoi articoli, in particolare contro i burocratismi, i lacciuoli regolamentari, le camarille locali che impedivano lo sviluppo del basket.

E quello che sorprendeva di Giordani è che in TV manteneva sempre un commento brillante, accessibile anche ai non addetti, ma prudente ed alieno da polemiche. Ai “suoi” lettori diceva  in tutta franchezza la propria opinione, mentre in un contenitore aperto a tutti e di proprietà pubblica come la TV, adottava un criterio di rigorosa equidistanza: infatti non si è mai saputo per quale squadra facesse il tifo. Per queste ragioni non è stato mai contestato dai tifosi delle varie fazioni.

In TV non si vantò mai di essere il padre della campionessa di sci Claudia Giordani, di cui era ovviamente orgogliosissimo.

Aldo Giordani non fu solo un ottimo giornalista ma anche un uomo di marketing. Riconobbe che la Nazionale fosse il traino per una maggiore popolarità del basket al costo di innescare una polemica con il CT Primo proprio in questa ottica. Da uomo pratico, era convinto che l’innalzamento del tasso tecnico delle squadre si potesse ottenere solo con budget elevati e che il sistema più intelligente (per quei tempi) fosse quello della sponsorizzazione.

Giustamente riteneva che gli sponsor, per poter essere attratti, dovessero avere un ritorno mediatico efficace. Pertanto nelle sue telecronache puntigliosamente chiamava le squadre esclusivamente con il nome dello sponsor e spesso intervistava questi ultimi durante gli intervalli.

E’ deceduto a Milano il 19 ottobre 1992, all’età di 68 anni. A lui è stata dedicata la palestra milanese di Via Cambini; ne sarebbe stato orgoglioso ascoltando il dolce rumore dei palloni in allenamenti e partite di ogni ordine e grado, specie giovanili. Nel 2008 ha ricevuto il premio alla memoria dell’Italia Basket Hall of Fame.

Conclusione: Aldo Giordani giornalista e telecronista sportivo. Primo telecronista del basket italiano è stato uno dei massimi artefici del “boom cestistico” in Italia

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Editor: Ludovico Biancardi

 

 

 

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