Tutte le italiane sconfitte in finale: è davvero un fallimento?
Si è concretizzato lo scenario peggiore che potesse capitare: tutte le italiane sconfitte in finale delle Coppe Europee. “Mancò la fortuna, non il valore“, è la celebre frase che campeggia all’entrata del cimitero dei caduti italiani presso El Alamein, la località egiziana teatro di una delle battaglie di fatto sliding doors della seconda guerra mondiale. Quella battaglia fu ricordata anche dai vincitori (gli inglesi appunto) per la dedizione e la voglia di combattere dell’esercito italiano fino all’ultimo.
Questo aforisma si può accostare al cammino delle tre squadre italiane finaliste nelle varie competizioni. Ma davvero è stato un fallimento totale? Dopo l’ennesima coppa sfumata, forse quella più ambiziosa da parte dell’Inter, molti ritengono che è stato un Triplete delle sconfitte. Eppure, guardando alcuni dettagli non da poco, queste scofnitte possono rappresentare un punto di (ri)partenza per tornare ad essere grandi fra i grandi, in maniera stabile.
Tutte le italiane sconfitte in finale: Mou, Italiano e Inzaghi tornano a mani vuote
Il dato per cui tutte le italiane sconfitte in finale sicuramente non piace ad alcun tifoso italiano equilibrato che non si fa prendere da estremismi. I tre allenatori che se la sono giocata hanno ottenuto purtroppo solo una medaglia d’argento e tanti applausi per i tifosi accorsi nei vari stadi di Praga, Budapest e Istanbul (nel caso della Champions, molti hanno addirittura “diluito” il viaggio su vari scali per pagare meno).
Il primo a dover ingoiare il calice amaro, anzi amarissimo è stato José Mourinho. Il tecnico della Roma sperava di bissare in Europa dopo la Conference League vinta lo scorso anno. L’illusione di poter abbracciare e sollevare la Coppa UEFA (mai vinta dai giallorossi), è stata poi spazzata via da un ex del calcio italiano (il fu milanista Suso). L’agonia di portare la gara fino ai rigori, inoltre, ha risvegliato nei tifosi romanisti con qualche capello bianco in più il fantasma della beffa in casa contro il Liverpool nella finalissima di Coppa Campioni 1984.
Qualche giorno dopo è toccato alla Fiorentina di Vincenzo Italiano. Il tecnico, dopo aver sfiorato la Coppa Nazionale con l’Inter, poteva rifarsi nella “coppetta” europea. Nonostante la Viola abbia dimostrato di tener tesa ad un club che, pur essendo di metà classifica, era comunque una squadra di Premier League (tanto possesso, corsa e grinta). E come anche nel caso del City contro l’Inter, la differenza l’ha fatta un dettaglio.
Cosa dire poi dei nerazzurri, il “Davide” della Champions contro il “Golia” City dei petroldollari? La sconfitta, arrivata a metà circa del secondo tempo dopo una buona parte di lotta tra le due parti, è stata di fatto un episodio su palla inattiva in cui un Rodri smarcato ha inflitto il goal. Una rete alla quale l’Inter comunque ha provato a reagire creando occasioni molto pericolose, sulle quali però Ederson ha messo di fatto una saracinesca sulla porta.
Ma allora, tutte le italiane sconfitte in finale sono o no un fallimento sportivo? Niente affatto. I tre club hanno perso di misura (la Roma 1-2, contando il golden goal dei rigori, idem la Fiorentina e l’Inter solo 1-0, contrariamente ad ogni più pessimistica previsione). Inoltre, uno degli allenatori avversari, Pep Guardiola, non si è risparmiato dal complimentarsi con i nerazzurri. Anzi, ha esortato il suo collega Simone Inzaghi a fare meglio, perché un giorno egli potrà vincere qualcosa d’importante:
I miei complimenti vanno a una squadra che è grande. Sono la seconda d’Europa e non è un caso. Capisco cosa sta provando Inzaghi a perdere così. Ci sono passato due anni fa. Se restano così, di sicuro tornerà a giocarsi una finale. Poi si sa, in questo sport è come un lancio di una moneta. E poi, se tre italiane sono arrivate in finale di Coppa Europea non è per pura fortuna…
Tutte le italiane sconfitte in finale: quale bilancio tracciare?
Sono mancati dunque i risultati, anche se portare tre squadre in finale (una per ogni competizione) è stato già un traguardo considerevole. Una cosa del genere, non succedeva da quasi trent’anni, quando il calcio italiano era il baricentro d’Europa. In ogni caso, Roma, Fiorentina ed Inter escono sconfitte ma con onore e maggior orgoglio. Le basi per accelerare una crescita al momento non attrattiva per i grandi capitali, freno anche all’annoso problema degli stadi perlopiù obsoleti ci sono.
A fare da linfa può venire in contro la tradizione e la flessibilità di una scuola aperta alle innovazioni. A livello di caccia di talenti, diversi modelli di gestione di alcune “provinciali” come il caso del Lecce del doppio miracolo sportivo di quest’anno, possono aiutare le big a tornare (ed a restare) grandi fra i grandi. Altro esempio di ottima costruzione di squadra è stato il Napoli vincitore di uno storico scudetto e che per la modernità del suo gioco avrebbe meritato miglior sorte anche nelle Coppe. Il Triplete delle sconfitte sia dunque un punto di partenza per un eventuale Triplete di successi un domani non troppo lontano.
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