Equinozio di primavera
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Equinozio di primavera 2024

Nell’emisfero boreale, l’equinozio di primavera, quest’anno, cadrà il 20 marzo 2024, mentre nell’emisfero australe lo stesso evento sarà il 23 settembre.

In ambito astronomico, l’equinozio di primavera segna il primo giorno di primavera. L’equinozio di primavera demarca inoltre il ritorno del Sole, delle temperature miti, dei fiori che sbocciano e degli altri eventi primaverili.

Come già accennato sopra, gli equinozi si verificano quando nessuno dei due emisferi terrestri è inclinato verso il Sole e, come conseguenza, il Sole si trova esattamente perpendicolare all’equatore, condizione che fa sì che entrambi gli emisferi ricevano la stessa quantità di luce solare.

Dopo l’equinozio di primavera, uno dei due emisferi (quello boreale a marzo e quello australe a settembre) si inclina verso il Sole, facendo sì che quell’emisfero abbia più ore di luce, grazie al Sole che sorge ogni giorno un po’ prima e tramonta ogni giorno un po’ dopo.

Equinozio di primavera 2024, quando cade e a che ora

Equinozio - Wikipedia

Secondo la tradizione, il primo giorno di primavera è il 21 marzo, ma in realtà non è un evento così preciso ed è più giusto collocarlo tra il 19 e il 21 marzo. Per la precisione nel 2024 l’equinozio di primavera cadrà il 20 marzo alle ore 04:06 italiane, in quel momento inizia la primavera del 2024 che durerà esattamente 92 giorni e 18 ore.

Terminerà con l’inizio dell’estate nel giorno del solstizio, che quest’anno sarà il 20 giugno.

Perché non cade sempre lo stesso giorno

L’equinozio non avviene sempre lo stesso giorno, perché la Terra non impiega esattamente 365 giorni per compiere un giro completo attorno al Sole, ma 365 giorni e 6 ore (anno siderale, diverso dall’anno segnato dal calendario).

Proprio per via di questi ritardi accumulati, un equinozio può verificarsi in momenti diversi. L’introduzione dell’anno bisestile consente poi il recupero di 24 ore ogni quattro anni. Dal 2007 e almeno fino agli anni del 2030, la primavera non arriverà esattamente il 21 marzo, ma anticiperà al 20 marzo.

A partire dal 2044 potrebbe anticipare ancora, arrivando il 19 marzo. Sarà così fino al 2100, quando la primavera tornerà a cadere il 21 marzo.

L’equinozio di primavera: Significato e origini

Equinozio di primavera 2022: cos'è e quando cade

La parola equinozio deriva dal latino aequĭnoctĭum, che significa “notte uguale al dì”, cioè quel giorno dell’anno, appunto, in cui le ore del giorno e quelle della notte si equivalgono.

Gli equinozi sono eventi riconosciuti e festeggiati in tutto il mondo, in particolare nelle culture antiche l’arrivo della primavera rappresentava un’occasione di maggiore prosperità, di rinascita.

Nell’antica Mesopotamia l’anno nuovo coincideva con l’equinozio di primavera e tutt’oggi è il primo giorno del calendario iraniano.

Nell’antico Egitto si celebrava il ritorno dell’equinozio con la festa Sham el Nessim, che è ancora una festività nazionale legata alla fertilità della terra. Per l’occasione già 4700 anni fa alle divinità si offrivano pesce, lattuga e cipolle e ci si riuniva per fare pranzi all’aria aperta a base cibi di buon auspicio, su tutti le uova.

Ostara, e le radici pagane

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Nel ciclo naturale delle stagioni Ostara è uno degli otto sabba della Ruota dell’anno precristiana,
precisamente uno dei sabba minori  assieme a Yule, Litha e Mabon. L’equinozio di Primavera celebra il trionfo della Natura.

Nelle terre anglosassoni la Pasqua si chiama Easter, per i sassoni è invece Ostern. Entrambi i termini vengono ricondotti alla parola Eostre, Dea della cultura precristiana collegata alla rinascita.

Le terre fredde del nord Europa, dopo i primi raggi di luce festeggiati con Imbolc, accolgono i giorni dell’Equinozio celebrando la divinità che all’Equinozio celtico ha dato il nome: Eostur-monath. Questa sorta di Venere sassone, detta anche dea dell’alba e stella dell’Est poiché proviene dall’oriente come le divinità portatrici di Luce, è chiamata a risvegliare il ciclo generativo.

Le sacerdotesse celtiche le consacravano un cero per il rituale, Ostara veniva celebrata con l’accensione della fiamma che si lasciava bruciare fino all’alba del giorno dopo.

La dea Eostre, divinità della rinascita, è spesso raffigurata con una testa di lepre e proprio alla lepre, suo animale totemico, sono solitamente associati i culti di fertilità della Primavera. La carne di lepre era dunque considerata sacra e i Britanni potevano cibarsene solo durante Beltane la festa celtica del Fuoco di Bel in cui faceva da piatto rituale.

Concluso questo excursus nelle origini precristiane e pagane, vediamo altre celebrazioni dell’equinozio in Italia.

Non è un caso, poi, che la Pasqua cristiana si calcoli a partire dall’equinozio e che cada nella prima domenica dopo il plenilunio (la luna piena).

L’inizio della primavera è un giorno di festa anche per i giapponesi che, in occasione del Shunbun no hi visitano le tombe di famiglia passando del tempo con i parenti. Questo è anche il periodo in cui fioriscono i bellissimi ciliegi.

Anche in molte altre culture il passaggio dall’inverno alla primavera è motivo di grandi festeggiamenti, è considerato festività nazionaleper l’Azerbaigian, l’Afghanistan, l’India, la Turchia, Zanzibar, l’Albania e diversi paesi dell’Asia Centrale, è festa anche per i curdi.

La pulizia delle tombe in Giappone e le uova in Cina

Nella cultura giapponese, l’equinozio di primavera viene celebrato in modo molto diverso rispetto al resto del mondo. Sebbene l’equinozio di marzo sia ancora celebrato come l’arrivo della primavera, il popolo giapponese, seguendo un’antica credenza buddhista, visita e pulisce le tombe degli antenati e dei loro cari, omaggiandoli con fiori e cibo tradizionale. In tutta la Cina le persone giocano al gioco delle uova in piedi, tradizione vuole che chiunque riesca a far stare un uovo in piedi avrà buona sorte per se stesso.

L’inverno che annega in Polonia e il festival a Valencia

I polacchi festeggiano il cambio stagione seppellendo simbolicamente l’inverno. I bambini realizzano effigi di paglia di una fanciulla di ghiaccio chiamata Marzanna, la vestono con un abito da sposa, le mettono una corona in testa e poi la gettano in un fiume o in un lago o le danno fuoco.

Quando se ne va raccolgono fiori e rami e li decorano con nastri e perline per dare il benvenuto alla nuova stagione. Il festival Las Fallas a Valencia, in Spagna, si svolge nella settimana che precede il primo giorno di primavera. I partecipanti al festival indossano abiti in stile medievale e sfilano per le strade enormi figurine di cartapesta piene di petardi.

I falò di San Giuseppe

In tutta Italia per celebrare la fine dell’inverno, vengono organizzati il 19 marzo dei grandi falò, i cosiddetti “Falò di San Giuseppe”, secondo un’antica tradizione pagana. Un rito che simboleggia il passaggio alla primavera che si celebra bruciando un fantoccio, spesso una “vecchia”, la strega.

In alcuni casi, la “vecchia” non viene messa sul rogo ma decorata e riempita di cibo (collane di salsiccia e arance, frutta secca) e tagliata: poi le cibarie vengono distribuite tra i bambini.

Un tempo in tutte le piazze si accendevano migliaia di falò, oggigiorno ardono ancora solo in alcuni piccoli comuni spesso accompagnati da sagre.

Tra le feste più partecipate, che ancora sopravvivono, va ricordata la “La Tiràda di Tòle” a Zogno, in provincia di Bergamo, si celebra a fine marzo per cacciare via l’inverno e dare il benvenuto alla primavera e alla bella stagione.

Una festa secolare, tramandata da fine ‘700, profondamente legata alle radici contadine di Bergamo. Durante la festa si trascinano lunghe file di lattine legate con filo di ferro battendole con robusti bastoni così da dare vita ad un sonoro carosello che scacci gli spiriti della mala stagione e il freddo accogliendo la primavera.

Quest’anno “la cacciata di marzo”, si svolgerà lunedì 1 aprile 2024 (l’evento è posticipato per via della Pasqua che cade il 31 marzo).

A Lezzeno, frazione di Bellano, sulla sponda orientale del lago di Como in provincia di Lecco, ogni anno torna la tradizionale Festa di San Giuseppe tra falò accesi lungo la riva del lago (la sera della vigilia il 18 marzo), leggende, sante messe e tortelli preparati secondo l’antica ricetta.

El tredesin de Marz

Nella tradizione milanese “El Tredesìn de Marz” (il 13 marzo) è la festa di primavera, con cui si annuncia il cambio di stagione e si organizza la Festa dei Fiori, una ricorrenza di origine religiosa nata nel medioevo ma entrata poi a far parte della tradizione.

La leggenda narra che il 13 marzo del 51 d.C. l’apostolo Barnaba arrivò a Milano e mentre camminava la neve intorno a lui si scioglieva e sbocciavano fiori. Una volta entrato in città dalla porta Vigentina, Barnaba piantò una croce di legno appena costruita in una pietra rituale celtica come simbolo dell’evangelizzazione della città; ancora oggi la pietra, rotonda e con 13 raggi incisi, è situata nella navata della chiesa di Santa Maria al Paradiso di Milano.

E ogni anno nei quartieri milanesi di Porta Romana e Vigentino torna la “Fiera del Tredesin de Marz”, la piazza antistante la chiesa di S. Andrea, in via Crema e le vie limitrofe si riempiono di banchetti di viole, di gerani, delle prime rose.

Un evento che lo scrittore Emilio De Marchi nel 1902 raccontava così nel suo romanzo ‘Milanin Milanon’:

“E quî giornad del tredesin de Marz? Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeur, de girani, coi primm roeus, e tra el guardà, l’usmà, el toccà, se vegneva via col coeur come on giardin…”.

Questa festa popolare, un tempo longhera perché abbracciava i quartieri da porta Genova al Vigentino fino alle periferie, dal 1989 viene organizzata da Quei del Tredesin, l’associazione di commercianti e residenti di Porta Romana e del Vigentino per valorizzare i quartieri, promuoverne la crescita e la qualità di vita.

La tradizione vuole, inoltre, che fosse uso e costume tagliare i capelli ai bambini proprio in questo giorno, con la convinzione che sarebbero cresciuti più forti, più robusti e belli.

Conclusione: Nell’emisfero boreale, l’equinozio di primavera, quest’anno, cadrà il 20 marzo 2024, mentre nell’emisfero australe lo stesso evento sarà il 23 settembre.

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Editor: Ludovico Biancardi

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