Hamas respinge la proposta di Israele: no allo scambio di prigionieri
Attualità

Gaza: 800 funzionari europei e Usa denunciano Israele di gravi violazioni del diritto internazionale

Oltre 800 tra diplomatici e funzionari americani ed europei hanno sottoscritto un documento “transatlantico” in cui accusano Israele di “gravi violazioni del diritto internazionale” nell’ambito della risposta militare contro la Striscia di Gaza all’attacco di Hamas del 7 ottobre e chiedono ai rispettivi governi una reazione più decisa.

Altrimenti, scrivono in un testo visionato fra gli altri dalla Bbc, c’è “il rischio di rendersi complici di una delle più gravi catastrofi umanitarie del secolo”: fino, potenzialmente, a scenari di “pulizia etnica e genocidio”.

Si attende accordo su tregua. La lettera-appello di 800 funzionari Usa e Ue: “Israele senza limiti”

Onu: “Rafah è una pentola a pressione di disperazione”. Raisi, no a guerra, ma risponderemo con forza. Msf: Diventare madri a Gaza è una sfida. Oms: 50.000 le donne incinte. Almeno 27.019 i morti e 66.139 feriti

Gaza: 800 funzionari europei e Usa denunciano Israele

© ANSA/EPA

Funzionari Usa e Ue contro Israele su Gaza: “Rischio genocidio”

Il documento è firmato da funzionari in servizio per conto del governo Usa e di quelli di 11 Paesi europei fra cui la Bbc cita il Regno Unito, la Germania o la Francia. Esso è stato illustrato in copia all’emittente britannica da un funzionario americano con “oltre 25 anni di esperienza” nei ranghi dei servizi di sicurezza nazionale, il quale – protetto dall’anonimato – ha denunciato “il continuo rifiuto” dei vertici degli Stati interessati di raccogliere questi allarmi lanciati da “voci che conoscono la regione (mediorientale) e le sue dinamiche”.

“Qui la realtà – ha detto la gola profonda sentita dalla Bbc – è che noi non stiamo solo mancando di prevenire qualcosa, stiamo diventando attivamente complici”. Nel testo si accusa Israele di “non avere limiti” nelle sue operazioni militari a Gaza: operazioni che hanno già provocato “migliaia di morti civili evitabili” e che, tramite “il blocco deliberato degli aiuti”, sta “mettendo migliaia di civili di fronte al rischio di una lenta morte per fame”.

Non solo: i firmatari evocano pure, a carico delle politiche dei rispettivi governi, “il rischio plausibile di contribuire” (attraverso una sorta di favoreggiamento) a “gravi violazioni del diritto internazionale, del diritto di guerra e perfino a pulizia etnica o genocidio”.

Domani proteste famiglie ostaggi, polizia in allerta a Cesarea vicino Tel Aviv

La polizia di Cesarea (fra Tel Aviv e Haifa) sta rafforzando le misure di sicurezza attorno alla residenza privata di Benyamin Netanyahu in vista di una nuova manifestazione indetta per domani dalle famiglie degli oltre 130 ostaggi prigionieri a Gaza. Fonti locali riferiscono che la via di accesso alla villa è stata bloccata con transenne e che la polizia ha eretto una grande tenda a beneficio delle forze che domani saranno schierate sul terreno.

Oggi un picchetto di dimostranti – fa cui un deputato laburista – è stato allontanato dalla zona, malgrado si trovasse in uno spazio pubblico.

“Da 120 giorni gli ostaggi sono tenuti sotto terra, senza aria. La loro vita è in pericolo”, affermano i familiari che esigono che il governo israeliano raggiunga subito un accordo con Hamas, “prima che sia troppo tardi”. Domani un’altra manifestazione sarà tenuta anche a Tel Aviv, nella cosiddetta ‘piazza degli ostaggì situata a ridosso del ministero della difesa.

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Borrell, Ue non ha posizione comune, ha minimo comun denominatore

“Non è la prima volta” che in occasioni di incontri con Paesi terzi “ci vengono rivolte considerazioni” sulla posizione dell’Ue sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza. “La prima cosa che devo spiegare è che l’Unione Europea non ha una posizione unitaria: abbiamo una posizione minima comune”, che chiede “pause umanitarie” e la liberazione degli “ostaggi” nelle mani di Hamas.

Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a margine del Forum ministeriale sull’Indo-Pacifico, in corso a Bruxelles, a proposito delle critiche espresse da alcuni ministri di Paesi extraeuropei nei confronti dell’Ue, che applicherebbe “due pesi e due misure” (double standard) quando si tratta delle violazioni del diritto internazionale. Nell’Unione, continua Borrell, “ci sono posizioni diverse.

Per cominciare: qual è lo standard? Quello di alcuni Stati membri, che stanno spingendo fortemente per un cessate il fuoco o quello di altri che non condividono questa visione? Eravamo già i maggiori sostenitori dell’Autorità Palestinese e ora stiamo facendo del nostro meglio per alleviare le sofferenze umane a Gaza. Ma l’Unione continuerà a discutere la propria posizione e nel prossimo Consiglio ci sarà un dibattito più approfondito su questa materia”, conclude.

Joseph Borrell al summit 2024 di Bruxellesafp
Joseph Borrell al summit 2024 di Bruxelles

Hamas: “Risponderemo molto presto a una proposta di tregua”

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che il gruppo risponderà “molto presto” a una proposta che prevede pause prolungate nei combattimenti a Gaza e scambi graduali tra gli ostaggi e i detenuti palestinesi. Il funzionario ha detto all’Associated Press che un cessate il fuoco duraturo è la componente più importante per Hamas, e che tutto il resto può essere negoziato.

La proposta in più fasi è stata redatta alcuni giorni fa da alti funzionari di Stati Uniti, Israele, Qatar ed Egitto, ed è in attesa di una risposta da parte del gruppo estremista palestinese. A Il Cairo, un alto funzionario egiziano con conoscenza diretta dei contatti ha dichiarato che Hamas non ha presentato una risposta formale, ma ha inviato segnali positivi. Entrambi i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché i colloqui indiretti sono ancora in corso.

Conclusioni: Oltre 800 tra diplomatici e funzionari americani ed europei hanno sottoscritto un documento “transatlantico” in cui accusano Israele di “gravi violazioni del diritto internazionale”

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