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I rapporti complicati tra Enel e il Governo

I rapporti complicati tra Enel e il Governo dopo il meeting di fine gennaio con Vladimir Putin e l’ambiguità di Eni

A fine gennaio 2022 il presidente russo Vladimir Putin aveva incontrato in videocollegamento i top manager delle maggiori aziende italiane che investono in Russia. Il Governo non ha ancora metabolizzato la vicenda. Tanto che il Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella relazione inviata mercoledì al governo scrive che alcuni gruppi avrebbero avuto atteggiamenti ambigui, non recependo le indicazioni dell’esecutivo.

Incontro di Putin con Enel: è stato inopportuno?

Sembra che la ferita sia rimasta aperta tra la multinazionale italiana dell’energia Enel e il Governo dopo l’incontro di fine gennaio 2022 tra i top manager italiani e Vladimir Putin.

La convention non aveva nulla a che fare con quello che sta succedendo tra Ucraina e Russia ora. In quel momento America e Europa stavano ancora tentando di fermare Putin a un’eventuale aggressione russa contro il popolo ucraino.

Ma l’Europa considerava comunque la convention di Putin con le imprese italiane inopportuna, perché avveniva proprio in un momento cruciale e di alta tensione, in cui i rapporti con la Russia si erano congelati.

Al meeting con il presidente russo, organizzato lo scorso novembre da Vincenzo Trani, Presidente della Camera di Commercio italo-russa, Eni, Snam e Saipem non hanno partecipato.

Mentre Enel sedette davanti al presidente russo non dando ascolto al Governo, che aveva esplicitamente fatto sapere di non gradire quella partecipazione: «Avevamo preso un impegno e non c’era niente di compromettente», ha spiegato Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, davanti al Copasir il 16 marzo scorso.

L’ambiguità di Eni

Diverso è il discorso per la multinazionale italiana Eni. Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’azienda, da una parte ha aiutato il Governo alla ricerca di nuove fonti in Africa. Ma dall’altra ha anche una società quotata in borsa e non ha accettato una nuova tassa voluta dall’esecutivo a marzo 2022 sugli extra-profitti del 10%.

«Si è di fronte ad aziende di natura strategica che, proprio per la diretta partecipazione da parte dello Stato, sono vincolate a doveri più stringenti, soprattutto in una fase complessa come quella che si sta vivendo» ha aggiunto il Copasir nella relazione, richiedendo anche un’informativa sulle aziende, che pare stiano raggirando le sanzioni, al Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

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Editor: Vittoria Ferrari

 

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