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I talk show italiani danno voce alla propaganda russa: il sospetto del Copasir

Putin paga gli opinionisti russi nei talk show italiani: la pericolosa diffusione della propaganda russa

C’è un grande sospetto che pesa sulle spalle della televisione italiana, ovvero che i nostri talk show stiano portando avanti la propaganda russa del Cremlino. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, spesso sono apparsi negli studi televisivi italiani diversi opinionisti russi. Ora il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sta cercando di fare luce sulle modalità delle scelte di questi ospiti russi.

La propaganda russa nei talk show italiani: interviene il Copasir

Il sospetto del Copasir si basa sul fatto che dietro la presenza di opinionisti russi in talk show italiani vi sia non solo un atto giornalistico. Ma una “disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”. C’è il caso, ad esempio, di Nadana Fridirkhson, giornalista russa che lavora per la tv del ministero della Difesa russo e che in diverse occasioni ha negato la guerra lanciata da Mosca. Recentemente è apparsa a Carta Bianca, ma è ormai ospite fissa in diversi talk show.

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Il Copasir, dunque, vuole vederci chiaro e ha deciso di convocare per mercoledì Mario Parente, direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna, ma anche l’ad della Rai e il presidente Agcom. Il sospetto è che alcuni di questi opinionisti russi siano direttamente a libro paga del governo di Putin, una condizione chiaramente inaccettabile per la nostra informazione.

Il caso dell’intervista a Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, su Rete 4 ha acceso un grosso campanello d’allarme sulla questione.

Cosa vuole sapere il Copasir sulla propaganda russa nei talk show italiani

Il Copasir dovrà tenere in considerazione il fatto che alcuni media russi molto attivi all’estero, come Russia Today e l’agenzia Sputnik, sono rientrati nel pacchetto delle sanzioni europee. Infatti, Bruxelles ha deciso di bandire i due media per la loro manipolazione delle informazioni a favore della propaganda di Mosca.

Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la sicurezza, aveva spiegato il motivo di questa scelta: “L’informazione è il combustibile della democrazia e se l’informazione è di cattiva qualità, lo è anche la democrazia. Per quale motivo quindi permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti nelle nostre tv?”.

Si tratta di una questione estremamente delicata perché di mezzo c’è la sacrosanta libertà di informazione. Il Copasir già ai tempi dello scoppio della pandemia aveva sollevato il problema degli aiuti russi in tema di disinformazione. Ora vorrà procedere per gradi e capire chi sceglie di chiamare come ospiti e perché. E poi, c’è qualcuno che dall’esterno suggerisce alcuni nomi? È semplicemente pura disinformazione o dietro c’è una sorta di regia occulta?

 

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Editor: Susanna Bosio

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