Internet Archive in causa
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Internet Archive in causa 2023

Finisce in tribunale Internet Archive, la più grande biblioteca no profit al mondo: a fargli causa sono i nomi che contano dell’industria editoriale statunitense.

Internet Archive in causa

Internet Archive in causa

Internet Archive in causa. La denuncia fa seguito all’iniziativa National Emergency Library che l’istituto online aveva lanciato nel mezzo della pandemia. Ma facciamo un passo indietro.

La storia di Internet Archive comincia nel 1996 per mano del fondatore Brewster Khale, che concepisce l’idea grandiosa di una libreria universale e universalmente accessibile. È verosimilmente da questa data che le grandi case editrici statunitensi aspettano un passo falso nelle attività di Internet Archive. L’archivio non ospita solamente libri ma anche film, file audio e più in generale risorse multimediali di vario tipo. Ad oggi l’Open Library di Internet Archive ospita 2.000.000 di libri, scannerizzati e disponibili al digital lending, ad una sola condizione: possono essere “prestati” ad un utente per volta.

L’iniziativa lanciata nel marzo 2020

L’iniziativa lanciata nel marzo 2020 prevedeva di rimuovere questo limite, per un periodo di tre mesi. Ma gli interessi di un’associazione di stampo sostanzialmente filantropico spesso e volentieri non sono condivisi dagli altri player del mercato. La citazione in giudizio è praticamente immediata. Al 1/06/2020 le 4 principali case made in USA Plaintiffs Hachette, HarperCollins, Penguin Random House e Wiley & Sons denunciano una violazione del copyright da parte di Open Library portando dunque Internet Archive in causa.

 

Internet Archive in causa 2023

Internet Archive in causa

Internet Archive in causa. La questione dal punto di vista legislativo è sottile: finora l’attività di digital lending era stata tollerata in quanto del tutto conforme alla prassi bibliotecaria. Ora, chiaramente, garantire l’accesso contemporaneo e illimitato della risorsa costituisce qualcosa che la biblioteca tradizionale non può realizzare.

Dal punto di vista concettuale, invece, è chiaramente un attacco economico all’associazione, assestato alla prima opportunità concessa. Gregory Newby spiega a Wired che il motivo rientra in una più generale guerra al mondo dei prestiti librari, nonché un tentativo di delegittimare la tecnologia utilizzata da I.A. per scansionare i volumi. Infatti, il Controlled Digital Lending permette ai bibliotecari di scansionare in prima persona il libro, caricandolo poi nella rete senza costi, di fatto creando versioni e-book di libri esclusivamente cartacei.

La parola ora spetta al giudice federale della corte distrettuale di New York (Southern), mr. John Koeltl. Non è la prima causa sui diritti d’autore in epoca digitale e non sarà, probabilmente, nemmeno l’ultima ma il suo peso specifico è tutt’altro che indifferente, soprattuto se rimesso al contesto storico che stiamo vivendo. Il riferimento, pure se scontato, è– naturalmente– alla bagarre per i diritti sui famosi vaccini mRNA.

Internet Archive in causa

Aggiornamento: Internet Archive perde il primo round della causa che li vede coinvolti. Venerdì 24 marzo, infatti, il giudice federale della Corte Distrettuale di Manhattan ha accolto le motivazioni addotte dagli avvocati difensori delle 4 case editrici.

Il giudice Koetl ha infatti motivato la sentenza di condanna affermando che la compagnia accusata era rea di aver creato con il sopraesposto sistema «opere derivate», per le quali avrebbe dovuto possedere una autorizzazione dalle case detentrici dei diritti in questione. Inoltre, asserisce che i «benefici connessi» all’azione di Internet Archive nei confronti della collettività non sono un adeguato bilanciamento al danno procurato agli editori. I legali della società di Brewster Khale hanno tuttavia già fatto sapere di aver intenzione di ricorrere in appello.

Il legislatore italiano non accoglie la nozione di derivative work (opera derivata) ad verbatim, traducendo il concetto in «elaborazioni creative della stessa» che comprendono tra la altre cose traduzioni, riduzioni ed anche gli adattamenti ad altro medium. La sentenza finale, quando verrà emessa, è destinata a fare giurisprudenza, probabilmente anche nel nostro Continente.

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Editor: Giulio Montagner

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