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La Juve punta sui giovani: i primi effetti dell’Under-23

La Juve punta sui giovani per il futuro. E’ una delle sicure vie d’uscita da una gestione rivelatasi fallimentare poiché ha scombussolato i bilanci della società di calcio negli ultimi anni. Dopo la tremenda penalizzazione ulteriore (anche se mancano ancora quelle sulla manovra stipendi) e lo scivolone nell’ultima di campionato, i bianconeri proseguono il loro cammino in campionato dove probabilmente saranno esclusi dalla partecipazione alle coppe europee. Il mancato accesso ad una competizione internazionale comporta meno soldi in cassa.

Di conseguenza, per i bianconeri si profila una stagione, quella 2023/24, di austerity e di ricostruzione. Diversi giocatori sono di fronte a un bivio, se accettare il ridimensionamento oppure no. Alcuni con molta probabilità come Vlahovic, Di Maria e Paredes, lasceranno Torino. La Vecchia Signora però cadrebbe in piedi grazie all’inserimento dei giovani dell’Under-23, squadra costituita 5 anni fa che ora inizia a dare i suoi frutti.

La Juve punta sui giovani: pro e contro dell’Under-23

Negli ultimi anni da più parti si auspica che le principali squadre di Serie A creassero delle squadre che facessero da collante tra la Primavera e la prima squadra. Il via alle cosiddette “seconde squadre” o Under-23 lo ha dato la Juventus, con la costituzione di questa nuova compagine nel 2018. L’intento era di creare un team i cui talenti successivamente, dopo una discreta maturazione, avrebbero potuto esordire più facilmente in prima squadra e superare meglio l’impatto con certi palcoscenici.

Il progetto, della durata di dieci anni, ha iniziato a darei suoi frutti recentemente, dovuto anche alle intenzioni del tecnico Max Allegri a dover ricorrere a loro. La squadra di quest’anno, data per favorita per la vittoria dello Scudetto ai nastri di partenza della stagione, ha poi subito dei colpi bassi con diversi giocatori importanti in infermeria. Da lì la necessità di unire l’utile al dilettevole. Ecco che l’inserimento di Miretti, Fagioli, Matias Soulé e più recentemente anche di Barbieri, Ricci e Iling-Junior, è sempre più stato frequente.

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La Juve punta sui giovani sempre di più. Massimo Brambilla resterà ancora l’anno prossimo?

Dalla costituzione della squadra, l’Under-23 dei bianconeri ha sempre effettuato uno step di crescita importante ogni anno. Due annate dopo porta a casa il primo trofeo della sua storia. la Coppa Italia Serie C, un successo targato Fabio Pecchia, primo allenatore della squadra. Dopo la brevissima esperienza di Andrea Pirlo, passato successivamente in prima squadra, la guida dell’Under-23 va a Lamberto Zauli, dove non riesce a conquistare i playoff nazionali.

L’ultima annata vede arrivare sulla panchina della Next Gen Massimo Brambilla, con il quale la giovane Juve conquista la sua seconda finale di Coppa Italia Serie C, ma perde con il Vicenza. Termina l’ultima stagione in 13° posizione nel girone A di Serie C. Pur avendo il “limite” di essere una squadra satellite della maggiore (ergo non vi sarà alcuna promozione in B tanto meno di retrocessione), è comunque una palestra per quei talenti meritevoli di esordire successivamente in prima squadra.

La Juve punta sui giovani. E le altre squadre?

La Juventus punta sempre di più sulla propria base d’appoggio quale la Next Gen (nome coniato lo scorso autunno per l’Under-23). Il successo discreto che ora vede alcuni suoi prodotti titolari fissi in prima squadra come Miretti, Fagioli, Matias Soulé è la dimostrazione che sui giovani occorre programmazione e soprattutto tempo per aspettarli. I due ragazzi hanno impressionato anche lo stesso C.T. della Nazionale Roberto Mancini, il quale da sempre auspica che le grandi squadre dovrebbero far giocare più giovani italiani.

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la Juve punta sui giovani, come nel caso di Miretti e Fagioli. I primi frutti di un percorso lungo iniziano a raccogliersi

E le altre squadre a che punto sono? Al momento nessun’altra big sembra intenzionata a seguire la strada dei bianconeri. Milan ed Inter non sono al momento interessate. Neppure l’Atalanta, che negli ultimi anni ha adottato una politica molto incentrata sui giovani.

L’unica squadra che sembra propensa ad iscriversi alla Serie C il prossimo anno è il Sassuolo. Lo ha annunciato qualche giorno fa La Gazzetta di Modena. Tra i candidati per la panchina c’è l’attuale tecnico della Primavera neroverde Emiliano Bigica ma anche l’ex campione del Mondo Alberto Aquilani, ora allenatore della Primavera della Fiorentina.

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