Mario Draghi sarà eletto Presidente della Repubblica: accordo certo tra partiti con la quarta chiama
Mario Draghi sarà il nuovo Presidente della Repubblica: ecco perché
È inutile girarci intorno. La scelta migliore per il Quirinale, e la più probabile, ricade sulla candidatura di Mario Draghi come Presidente della Repubblica. Si tratta dell’unico nome in grado di trovare una più ampia convergenza tra i partiti. Cosa che non potrebbe accadere con qualunque altra candidatura, neanche con quella di Sergio Mattarella.
La situazione è complessa, ma noi siamo pronti a scommettere che dalla Quarta chiama in poi si sarà trovato l’accordo su Draghi per eleggerlo al Colle. Dunque, occorre fare presto.
Mario Draghi come Presidente della Repubblica: e il nuovo governo?
Enrico Letta propone di stabilire un patto tra partiti per eleggere Mario Draghi. E questa è un’idea più che convincente. Tuttavia, il patto dovrebbe non solo contenere l’intesa sul premier al Quirinale, ma anche l’accordo sul governo e sul nuovo Presidente del Consiglio.
La questione è delicata: bisogna individuare una personalità in grado di proseguire il lavoro avviato dal governo Draghi fino alle prossime elezioni del 2023. Sembra questa la soluzione più semplice e più adatta per il nostro Paese in questo momento.
Tra i partiti della maggioranza, e non solo, ora ci sono molte divergenze sulla candidatura di Draghi per il Colle. Una strada ancora piuttosto tortuosa, ma è ormai certo che sarà lui la scelta definitiva per le elezioni del Quirinale. Questo, però, con ogni probabilità non accadrà prima della quarta votazione, quando si passerà alla maggioranza assoluta (505 voti).
Gli ostacoli per la candidatura di Mario Draghi a Presidente della Repubblica
Mario Draghi, dopo giorni da osservatore esterno, ha deciso di scendere in campo per intraprendere le prime consultazioni con i leader dei partiti. Lunedì ha incontrato in primo luogo il leader della Lega Matteo Salvini, a poche ore dal primo voto alla Camera. Un vertice che, secondo alcune fonti di Palazzo Chigi, non si sarebbe concluso nel migliore dei modi.
Da sempre Salvini ribadisce la necessità che Draghi rimanga alla guida del governo. Il suo trasferimento al Colle sarebbe “estremamente pericoloso” per il Paese. Ma al colloquio di ieri con il premier, il leader del Carroccio si sarebbe presentato con alcune trattative sui possibili posti di governo.
Se Draghi venisse eletto al Colle, infatti, Salvini richiederebbe di cambiare i ministri tecnici. E ci sarebbero due nomi sul banco degli imputati: Luciana Lamorgese e Enrico Giovannini. Ma sembra anche che Salvini abbia proposto al premier il suo nome come ministro delle Infrastrutture all’interno del nuovo governo.
Dal fronte del Movimento 5 Stelle, anche Giuseppe Conte si è detto non troppo contento che Draghi lasci Palazzo Chigi. Ma, forse, questo è un semplice capriccio dell’ex premier derivato da vecchi scontri tra i due, vista la sostituzione del governo Draghi al Conte II.
Il voto unitario su Draghi
Insomma, Mario Draghi al momento sembra avere dalla sua parte solamente l’appoggio di Enrico Letta e di una parte del PD. Infatti, l’unico accordo tra i partiti che per ora sembra reggere è quello sulle schede bianche.
Prima o poi, tuttavia, servirà raggiungere un voto unitario. E sembra quasi impossibile che i nomi proposti dalle rispettive coalizioni possano ottenere i voti. A questo punto, occorre solo più aspettare la giornata della Quarta chiama, quando il nome di Mario Draghi, si spera, raggiungerà i 505 voti necessari all’elezione.
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Editor: Susanna Bosio
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