Tempi duri per Meloni in Europa. Piovono insulti dalla Francia e critiche dalla Spagna
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Tempi duri per Meloni in Europa. Piovono insulti dalla Francia e critiche dalla Spagna

Nessun deténte tra Roma e Parigi. Ancora attacchi alla premier Meloni da Oltralpe.

«Meloni, la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace».

Piovono insulti dalla Francia, parola di Stéphane Séjourné

Stéphane Séjourné, questo il nome del nuovo accusatore transalpino. Membro del Parlamento Europeo, segretario di Renaissance, il partito fondato nel 2016 dal Presidente francese Macron, si aggiunge al Ministro dell’Interno Gerard Darmanin negli attacchi frontali e sconsiderati contro la premier italiana per la gestione dei migranti.

Non paghi degli affondi dei giorni scorsi da parte del titolare al gabinetto dell’Interno, troppo scorbuticamente orgogliosi per profondersi in scuse formali, da Oltralpe rincarano la dose.

L’esponente di maggior spicco del partito di Macron si lascia andare ad affermazioni a dir poco ostili nei confronti della Presidente del Consiglio.

Ai microfoni dell’arcinoto quotidiano Le FigaroSéjourné attacca ma abilmente i giornalisti della capitale mettono in guardia il lettore già dal titolo «Malgré leurs différences, Meloni agitée en épouvantail anti-Le Pen par l’exécutif»: Meloni è il feticcio agitato dalla maggioranza per scongiurare un rafforzamento del partito di Marie Le Pen, il Rassemblement National (Rn).

Detto ciò, la strategia dell’Eliseo e dei suoi gregari non appare per questo meno condannabile, vista la gravità delle parole del segretario di partito. Come riporta SkyTG24 traducendo da Le Figaro l’attacco è avvenuto senza mezzi termini:

«L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace».

Tocca questa volta a Matteo Salvini prendere le difese della leader di Fratelli d’Italia, rispedendo al mittente le critiche via Twitter:

Critiche anche dalla Spagna, parla Yolanda Díaz

Il numero 3 del governo di Pedro Sánchez ha tirato in ballo la premier rispondendo in Parlamento all’intervento da parte di una esponente del partito populista Vox che in Meloni si rispecchia e riconosce.

Proprio su questo punto la vicepremier spagnola affonda il colpo, rinfacciando all’avversario di ispirare le proprie politiche lavorative alle proposte “spazzatura” della Meloni: «ha salido el 1 de Mayo en Italia a propiciar un decretazo para gobernar contra los trabajadores y trabajadoras» y «volver a los contratos basura», riferendosi alla possibilità di prorogare i contratti a tempo determinati e puntando infine il dito contro l’abolizione del reddito di cittadinanza («il primo Maggio in Italia è stato promulgato un “decretaccio” per governare contro i lavoratori e le lavoratrici» e «tornare ai contratti spazzatura») [Fonte: La Nacion].

In conclusione, perché questa guerra alla Meloni?

Pare che il governo Meloni sia divenuto lo spauracchio d’Europa. Comprensibilmente, per le forze politiche che si oppongono a certe forme di nazionalismo populista il governo italiano viene assunto a paradigma negativo, sulla falsariga di quello di Polonia e Ungheria. Non ultimo smacco in questo senso la condanna di Bruxelles che ci rimprovera sullo status quo dei diritti civili, alla pari dei Paesi guidati da Mateusz Morawiecki e Victor Orban.

Il Parlamento europeo ha infatti votato a favore di un emendamento dei Verdi che «condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtq da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia» [Fonte: La Repubblica].

Anche da questi presupposti, ovvero la scarsa considerazione dell’esecutivo all’interno dell’Unione, muovono le critiche della Ministra del Lavoro la comunista Yolanda Díaz tanto quelle e del Ministro dell’interno francese Gerard Darmanin e del segretario Stéphane Séjourné.

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Editor: Giulio Montagner

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