Netanyahu e il dopoguerra a Gaza: il piano del numero 1 israeliano
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Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sembra guardare già oltre la guerra Israele-Palestina e prospetta quelli che potrebbero essere gli interventi volti a mantenere la sicurezza a Gaza a confitto concluso. Il premier ha rilasciato un’intervista ad una televisione statunitense e nell’occasione ha anche confermato che lo Stato ebraico è completamente propenso alle pause umanitarie.

La responsabilità della difficile striscia di Gaza ricadrà su Israele. Questo almeno parrebbe essere il pensiero di Bibi Netanyahu, che ha spinto lo sguardo verso la fine degli scontri armati e prospettato quello che potrebbe divenire l’assetto socio-politico dell’area palestinese.

Aspetto chiave su cui il politico ha puntato molto è la necessità di tagliare fuori dai giochi politici la realtà di Hamas. Del resto anche a livello internazionale si sta discutendo da settimane su quale soluzione occorrerà lavorare per garantire ordine e sicurezza a Gaza nel prossimo futuro. Aspetto primario appare però ovviamente quello di concludere al più presto una guerra che sta causando soltanto morte e distruzione.

Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza
Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza

Netanyahu si assume la responsabilità della sicurezza a Gaza: Israele è pronto

Proseguono i raid, continuano i bombardamenti ma si guarda già oltre la fase più acuta della guerra Israele-Palestina. A cominciare dal primo ministro ebraico Benjamin Netanyahu. Il politico classe ’49, da settimane nell’occhio del ciclone per la sua gestione del conflitto, ha rilasciato un’intervista alla tv statunitense Abc.

Tema chiave sottolineato da Bibi Netanyahu è quello relativo al futuro e alla sicurezza a Gaza. Il premier ha in particolare sottolineato la piena disponibilità di Israele ad assumersi la responsabilità della delicata zona della striscia. Queste le sue parole al riguardo:

Ritengo che Israele avrà, per un periodo indefinito, la responsabilità complessiva della sicurezza perché abbiamo visto cosa accade quando non ce l’abbiamo. Non mantenendo questa responsabilità abbiamo assistito all’esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare. Prenderemo la responsabilità della sicurezza di Gaza dopo il conflitto

Idee chiare e posizioni altrettanto decise quelle che mette in mostra Netanyahu. Il primo ministro originario di Tel Aviv all’emittente americana ha anche ribadito che lo Stato ebraico è pienamente disponibile alle pause umanitarie volte alla liberazione di ostaggi e civili rifugiati presso l’area degli ospedali di Gaza City.

Nessun “cessate il fuoco” all’orizzonte però, almeno finché tutti gli uomini e le donne ancora nelle mani dei guerriglieri non saranno liberati. Le pause tattiche di cui si è discusso nei giorni scorsi sono bocciate da Netanyahu, che le ha ritenute inefficaci contro Hamas, che avrebbe così invece tempo e modo di riorganizzarsi. Queste le parole utilizzate dal premier israeliano:

Penso che un cessate il fuoco ostacolerebbe lo sforzo bellico e anche quello per liberare gli ostaggi perché l’unica cosa che funziona con i criminali di Hamas è la pressione militare che stiamo esercitando

Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza
Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza

La sicurezza a Gaza: un problema annoso ed internazionale che non può risolvere Netanyahu

Appena conclusa la guerra Israele-Palestina servirà capire come riorganizzare un’area geografica e sociale dilaniata da bombe, attacchi e raid in modo massiccio e capillare. Si spera ovviamente che la fatidica data in cui si potrà stabilire una nuova gestione della zona della striscia sia decisamente vicina, ma intanto ci si interroga su come concretamente occorrerà procedere.

Israele, per bocca di Benjamin Netanyahu, ha fatto presente di essere disposto a mantenere la responsabilità della sicurezza a Gaza a tempo indefinito. Preoccupazione prima dello Stato ebraico è soprattutto che ogni strada scelta in futuro presupponga l’eliminazione di Hamas.

Il gruppo, classificato come terroristico e riconosciuto tale a livello internazionale, ha preso il controllo politico dell’area più calda di Gaza dall’ormai lontano 2007. Due anni prima Israele si era ritirato da Gaza City, ma ora vista la recente escalation di violenza sembra propenso a riacquisire la gestione almeno militare dell’area.

Del resto a livello internazionale la discussione su come procedere a guerra finita si fa più intensa che mai. Sembra farsi largo in particolare la prospettiva di un controllo della striscia di Gaza sull’esempio della regione dei Territori Palestinesi. Qui l’Anp, ovvero l’Autorità Nazionale Palestinese, guida un Governo politico e civile, mentre proprio Israele mantiene competenze militari.

La gestione di Gaza rimane punto essenziale oggi ma pure domani, e dunque una prospettiva simile a quella vigente nei Territori Palestinesi sembra poter essere avallata non soltanto da Israele ma pure da diverse altre voci internazionali.

Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza
Netanyahu oltre la guerra Israele-Palestina: sicurezza a Gaza

Conclusione: Benjamin Netanyahu va oltre la guerra Israele-Palestina e parla della sicurezza futura a Gaza

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