Oriana Fallaci
Letteratura

Oriana Fallaci, biografia di una donna in cerca della verità

Oriana Fallaci è considerata senza dubbio la giornalista italiana più influente e controversa del XX secolo. Ha condotto una vita straordinaria, documentando ed esplorando il mondo con l’obiettivo di cercare la verità.

È passata alla storia come la giornalista italiana più famosa per il suo stile frontale e diretto, piuttosto scomodo per i suoi intervistati. Ha coperto attivamente la guerra del Vietnam nel 1967 diventando la prima corrispondente di guerra donna. Ma quello era solo un punto di partenza.

 

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Oriana Fallaci biografia

Oriana Fallaci è nata a Firenze nel 1929 ed era la maggiore di quattro sorelle. Edoardo, il padre, era un muratore profondamente antifascista nell’Italia di Mussolini e fu per questo arrestato e torturato dalle camicie nere. Quel fatto e quell’atmosfera di oppressione incendieranno la piccola Oriana Fallaci da lì ai suoi giorni a venire e da adolescente, Oriana porterà di nascosto munizioni alla resistenza partigiana.

Orianna Fallaci aveva sempre voluto diventare una scrittrice, eppure finì per iscriversi a medicina perché uno zio le disse che la laurea l’avrebbe aiutata a scrivere e raccontare storie. Ma proprio per mantenersi durante gli studi iniziò a lavorare come giornalista, abbracciando definitivamente quella che sarebbe diventata la sua carriera.

Fallaci si trasferì a Milano negli Anni 50, ed esordì nel giornale Epoca , dove lo zio era editore. Per non mostrare favoritismi, inizialmente la relegò a fare del lavoro di scrivania ma Oriana mostrò fin da subito la sua personalità. Quando lo zio Bruno fu licenziato da Epoca, anche Oriana lasciò il settimanale per L’Europeo diretto all’epoca da Michele Serra, con cui collaborerà fino al 1977.

Nell’effervescenza del cambiamento culturale in tutto l’Occidente, Oriana si trasferì a New York per vedere da vicino la società americana in trasformazione, gli hippy, la controcultura e la guerra del Vietnam.

È così che nacque il suo libro I sette peccati capitali di Hollywood, con prefazione di Orson Welles: una radiografia di ciò che accadeva nella mecca del cinema, svelando il dietro le quinte dei potenti del cinema.

La guerra del Vietnam

Nel 1967 Oriana Fallaci divenne la prima corrispondente di guerra donna. Come rappresentante del suo giornale, L’Europeo, ha viaggiato in Vietnam 12 volte in 7 anni. Era tanto critica nei confronti dell’invasione statunitense quanto lo era delle azioni del Fronte Nazionale per la Liberazione dei Vietcong. Le sue storie verranno poi incluse nel romanzo Niente e così sia del 1969.

oriana fallaci e la guerra in vietnam

1968: l’America in un anno chiave

Nel 1968 Oriana Fallaci lasciò il campo di battaglia del Vietnam per tornare negli St

ati Uniti, dove seguì con attenzione l’evolversi di eventi chiave, coprendo le profonde ripercussioni in seguito agli omicidi di quell’anno di Martin Luther King a Memphis e Bob Kennedy a Los Angeles.

Oriana Fallaci seguì da vicino una manifestazione nella capitale messicana alla vigilia dell’inizio delle Olimpiadi del 1968. Una protesta repressa con violenza da parte della polizia e che causò oltre 250 morti. Oriana fu colpita e data per morta: portata all’obitorio dell’ospedale, lì un sacerdote vide che era ancora viva e riuscì a salvarla. “Fu un massacro peggiore di quelli che ho visto in guerra”, scriverà poco dopo.

Da brava giornalista, Oriana Fallaci era conosciuta e apprezzata universalmente. Tra l’altro stinse un’amicizia duratura con gli astronauti della missione Apollo, in particolare Neil Armstrong.

Nel suo libro Quel giorno sulla luna raccontò che il comandante dell’Apollo XII, Charles Conrad gli chiese un consiglio: cosa avrebbe potuto dire dopo il famoso “Un piccolo passo per un uomo, un passo da gigante per l’umanità” di Armstrong (il primo uomo a camminare sulla luna)? Conrad era basso di statura e Oriana Fallaci gli diede un suggerimento che il mondo intero ascoltò quando Conrad sbarcò sulla luna: “Per Neil sarebbe un piccolo passo, ma per me è stato molto grande”.

oriana fallaci biografia

L’amore per Alexandros Panagulis

La lotta senza fine per la libertà ha contribuito a plasmare la sua ammirazione per il coraggio e l’eroismo. Ciò ha portato la giornalista ad innamorarsi di Alexandros Panagulis, un politico greco condannato al carcere dopo aver tentato senza successo di assassinare il dittatore greco Georgios Papadopoulos nel 1968.

Si incontrarono il giorno in cui egli uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale il 1 maggio 1976, sebbene Oriana rimase convinta che si trattasse di un omicidio. Dalla loro tormentata relazione nascerà il libro Un uomo.

L’intervista con i potenti del mondo

Nel corso della sua carriera la giornalista italiana è riuscita a farsi coinvolgere in reportage in tutto il mondo, intervistando celebrità come Federico Fellini e l’attore Marcello Mastroianni. È riuscita a stupire il pubblico con le sue interviste accattivanti e forti, strutturate come se fossero interrogatori.

La spinta della Fallaci a documentare mentre affrontava il favoritismo e i privilegi di classe per i maschi nella società, l’ha portata a entrare in contatto con politici influenti come Henry Kissinger, artefice della politica estera di Richard Nixon; Ali Bhutto, il dittatore del Pakistan; l’ayatollah Khomeini, il leader religioso iraniano che ha fondato la Repubblica islamica in Iran; Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimo Scià di Persia, e Mu’ammar Gheddafi, il dittatore della Libia. Tutti questi incontri rappresenteranno la trama per il libro di Oriana Fallaci Intervista con la storia.

Gli Ultimi anni e l’attentato alle torri gemelle

Ammalata da tempo di cancro, ha ritardato le sue operazioni e trattamenti per finire alcuni libri, difendendosi dalle critiche ricevute dicendo: “Un libro è come un bambino. Una madre mette sempre i suoi figli prima della propria salute. Questo è quello che ho fatto”.

Dopo diversi anni passati in silenzio, la tragedia dell’11 settembrea pochi isolati dalla sua casa di Manhattan, la spinge a impugnare di nuovo la penna: La rabbia e l’orgoglio apparso prima sul Corriere della Sera e poi trasformato in libro, sottolinea il pensiero estremamente critico dell’autrice sull’Islam, sfociando infine in un episodio in tribunale su accuse di diffamazione contro l’Islam.

Oriana sente che la fine è vicina ed esprime quindi il desiderio, dopo diversi anni trascorsi a New York, di tornare a Firenze, nella sua città. Muore il 15 settembre 2006: il suo ultimo desiderio era morire guardando il fiume Arno, quello che attraversava quotidianamente per aiutare i partigiani contro Mussolini.

Un ultimo dato sulla sua dimensione personale e professionale: ha sempre rispettato i contratti firmati, ma non ha mai permesso una correzione del suo lavoro. Proprio come erano nati dalla sua mente, così dovevano essere pubblicati.

Conclusione:

“Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo”

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Editor: Ludovico Biancardi

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