“Da Gucci è di moda il licenziamento”: protesta dell’ufficio stile per il trasferimento di Gucci da Roma a Milano
Il trasferimento di Gucci da Roma a Milano minaccia di sconvolgere le vite di 153 dipendenti dell’ufficio stile, che saranno costretti a trasferirsi o a lasciare il lavoro.
L’ufficio stile di Gucci cambia sede e i dipendenti scioperano
È un periodo di cambiamenti per Gucci. Tra il passaggio di timone tra Alessandro Michele e Sabato De Sarno, la prima collezione ritenuta troppo classica e commerciale di quest’ultimo, il fatturato insoddisfacente degli ultimi mesi e la chiusura per rinnovo locale della boutique in via Montenapoleone, è chiaro che il brand stia attraversando una delicata fase di transizione.
Ad ottobre, arriva anche l’annuncio del trasferimento di Gucci a Milano che coinvolgerà l’ufficio stile romano. Quello dello scorso fine settimana non è, infatti, il primo sciopero dei dipendenti di Roma. Già il 17 novembre i lavoratori romani avevano protestato contro la decisione della casa di moda.
Non si tratta del primo trasloco dell’ufficio stile del brand del gruppo Kering. Nel 2009 l’ufficio era stato trasferito da piazza della Signoria a Firenze – oggi sede di Gucci Garden – a palazzo Alberini in via del Banco di Santo Spirito e poi a palazzo Mancini in via del Corso a Roma.
Adesso il brand intende trasferire 153 dei 219 dipendenti romani a Milano entro il 1 marzo 2024. La sede principale del team creativo diventerà l’hub di via Mecenate, il maxi spazio che ospita le sfilate dal 2016. Invece, il reparto sartoria, insieme a parte dell’ufficio stile, resterà a Roma.
Circa 40 dei 153 dipendenti coinvolti nel trasferimento di Gucci a Milano hanno scioperato davanti alla sede di Roma con cartelloni che riportano slogan accusatori come Da Gucci è di moda il licenziamento e Gucci sfila…posti di lavoro.
I 153 lavoratori hanno ricevuto il supporto del sindacato Filctem Cgil, che ha classificato la decisione del brand come “licenziamento collettivo mascherato.”
La rappresentante sindacale di Filctem Cgil, Chiara Giannotti, ha spiegato a Repubblica che ai lavoratori coinvolti non sono state offerte le stesse condizioni:
A chi dovrà trasferirsi l’azienda non ha in realtà offerto a tutti le stesse condizioni, di fatto creando lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Le misure offerte risultano inadeguate, sono una tantum e hanno carattere temporaneo. L’azienda cerca anche l’accordo privato con i lavoratori. Basterà chiedere quanti ad oggi hanno già “concordato” un’uscita mai desiderata e si scoprirà che sono già ben più del limite di 5 dipendenti che configura il criterio di licenziamento collettivo.
I dipendenti lamentano la difficoltà di far trasferire un’intera famiglia a Milano, il diverso costo della vita nel capoluogo lombardo, per non parlare dei mutui e della difficoltà di ricominciare da zero quando si pensava di avere un lavoro stabile. Continuano, quindi, le proteste dei lavoratori che si vedono costretti a scegliere tra il trasferimento in un’altra città e il licenziamento.
Nonostante gli scioperi, non ci sono ripensamenti sul trasferimento di Gucci. La posizione della casa di moda è la seguente:
In riferimento alle proteste legate al trasferimento della Direzione Creativa da Roma a Milano, la Società fa sapere che tale trasferimento è stato preannunciato alle organizzazioni sindacali agli inizi di ottobre, non prevede alcuna riduzione di personale e verrà attuato nel pieno rispetto delle normative vigenti.
A tal riguardo la Società, al fine agevolare quanto più possibile il trasferimento di tutti i dipendenti coinvolti, ha previsto una serie di misure sia economiche che di fattivo supporto, particolarmente di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. Con il trasferimento a Milano, il Direttore Creativo e i team coinvolti avranno l’opportunità di lavorare a stretto contatto con le funzioni strategiche del brand, già basate nel capoluogo lombardo, massimizzando così le necessarie interazioni e sinergie.
Pers scoprire di più sulla storia e l’evoluzione di Gucci, visita la pagina dell’Enciclopedia della Moda dedicata al brand qui.
Conclusioni: I dipendenti dell’ufficio stile protestano per il trasferimento di Gucci da Roma a Milano.
Leggi anche:
Gucci “Ancora Notte”: i primi abiti da sera di Sabato De Sarno
LVMH e Kering: calano le vendite nel settore del lusso
Cosmos: la mostra sulla storia di Gucci arriva a Londra
NEWSLETTER
Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.