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Putin tra fake news e purghe interne

Putin definisce la strage di Bucha come “fake news” e si prepara a eliminare l’opposizione interna

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che le immagini e i video dei corpi massacrati per le strade di Bucha sono false. Martedì Putin è riapparso in pubblico in occasione dell’anniversario del primo volo nella spazio, data simbolica per il suo regime nostalgico, nel cosmodromo Vostochny nella regione dell’Amur, nel lontano oriente. Era presente anche il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, suo unico alleato.

Il Cremlino accusa l’Ucraina e l’occidente di aver architettato una messa in scena per screditare la Russia. Le “prove” che porta sono fornite da Lukashenko stesso. Come riportato da Anna Zafesova, i servizi bielorussi sarebbero a conoscenza di una “operazione speciale britannica” a Bucha. Dallo sproloquio di Lukashenko non si capisce se la “operazione speciale” servisse per l’allestimento della messa in scena o se effettivamente a i britannici fossero gli esecutori della strage.

Putin come Stalin?

Nelle settimane scorse era girata l’ipotesi che i consiglieri e i membri del governo tenessero all’oscuro o male informassero il presidente sull’andamento della guerra. Ieri Putin ha smentito parzialmente tale ipotesi perché è a conoscenza dei fatti di Bucha, poi manipolati ad arte, e sugli orrori commessi.  Ha anche affermato che l’invasione, o “operazione militare speciale” per usare la terminologia russa, procede “secondo i piani”. Noi, dal di fuori, non sappiamo quali siano i veri piani e obbiettivi di questa guerra, ma possiamo intuire che non è vero che stia procedendo tutto bene. Dunque, o effettivamente è male informato o il sogno ha vinto sulla realtà. Una possibile risposta è che fosse effettivamente male informato, per paura o per convenienza, chi lo sa, e che ora stia riorganizzando il suo circolo.

Secondo il giornalista d’inchiesta Christo Grozev, a Mosca infatti sarebbe in corso una purga all’interno del circolo dei fedelissimi di Putin. Generali dell’esercito, ufficiali dei servizi segreti e alleati stretti sono tutti sotto tiro. La riorganizzazione delle strutture di potere e di comando è in atto, proprio come fece Stalin nel 1937.

La purga è iniziata

Grozev ha rivelato al Times che almeno 150 ufficiali dei servizi sono stati licenziati o indagati. Ancora, l’ex responsabile dello spionaggio in Ucraina, il generale Sergey Beseda, è stato trasferito nella prigione di Lefortovo, luogo in cui vengono rinchiusi i dissidenti. Inoltre, è stato arrestato Vladislav Surkov ex fedelissimo e ideologo del primo putinismo. I suoi fallimenti negli anni recenti in Ucraina hanno indebolito la sua posizione fino a farlo accusare di essere un “agente influenzato dagli USA”.

Per i politologi e gli analisti le purghe non si limiteranno alle forze armate e ai servizi segreti ma comprenderanno anche la chiesa ortodossa, i ministeri tecnici e anche il mondo scientifico, come riporta Zafesova. La nuova élite deve essere tutta decisa da Putin.

 

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Editor: Lorenzo Bossola.

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