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Superbonus, enorme truffa da 4,4 miliardi: il governo interviene con un nuovo emendamento

Il problema del Superbonus e l’enorme truffa allo Stato

Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha denunciato le frodi legate al Superbonus come «una truffa tra le più grandi della Repubblica». La cessione del credito, infatti, è stato lo strumento con cui boss di organizzazioni criminali, ma anche delinquenti comuni come avvocati o commercialisti, hanno fatto sparire 4 miliardi e 400 milioni di euro dalle casse dello Stato.

I tecnici del governo, quindi, stanno lavorando insieme al premier Draghi per far ripartire i lavori edilizi in condizioni di sicurezza.

Superbonus, la truffa che ha bloccato i crediti

«Coloro che oggi più tuonano sul Superbonus dicendo che queste frodi non contano, sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli». Queste sono state le parole di Mario Draghi nella conferenza stampa di venerdì. Ha denunciato il malfunzionamento di un sistema privo di controlli che ha provocato queste ingenti truffe.

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Un colpo diretto all’esecutivo precedente, quello di Giuseppe Conte, che ha introdotto il sistema del Superbonus in Italia. E che ha acceso il dibattito tra Draghi e il Movimento 5 Stelle. Riccardo Fraccaro, allora sottosegretario del governo Conte, ha criticato le parole del premier. «Draghi fa di tutta l’erba un fascio, confondendo il Superbonus con altri bonus. Sbagliando, riconduce tutte le truffe al Superbonus».

Infatti, ci sarebbero in ballo anche alte somme di truffe legate a bonus facciate, ecobonus, sismabonus e non solo. Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha scritto che adesso è necessario correggere l’ultima norma introdotta e ridurre le frodi a zero senza bloccare le imprese oneste.

Superbonus: le misure per evitare un’altra truffa

I nuovi correttivi del governo, che dovrebbero arrivare la prossima settimana nell’emendamento Milleproroghe, introducono nuove misure da approfondire. Quelle ormai scontate sono tre. La prima riguarda il ripristino della possibilità di cedere il credito più volte, fino a un massimo di 2 o 3 a intermediari vigilati dalla Banca d’Italia.

La seconda introdurrebbe un codice identificativo per ogni operazione di cessione, che permetterebbe di risalire al primo titolare del credito e alla documentazione dei lavori. E la terza riaprirebbe i termini di utilizzo dei crediti sottoposti a sequestro preventivo dalla magistratura.

L’esecutivo dei ministri ha dichiarato che, attraverso le misure già adottate e quelle in arrivo, il mercato potrà ripartire. Poste Italiane e Cdp, tra le principali piattaforme di acquisto dei crediti, hanno annunciato che non appena verranno comunicati i nuovi correttivi, ricominceranno ad accettare la cessione dei crediti d’imposta.

Più scettiche, invece, le imprese edili che negli ultimi giorni lamentano una progressiva, ma gravissima, paralisi dei lavori.

 

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Editor: Susanna Bosio

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