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Trattative per il Quirinale: gli Italiani sono stanchi del continuo gioco di rimbalzi tra i partiti

Le infinite trattative dei partiti per il Quirinale: una presa in giro?

È già iniziato il terzo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, ma anche oggi l’indicazione dei partiti dovrebbe essere quella della scheda bianca, in quanto l’accordo su un candidato comune è ancora inesistente. Intanto, le trattative infinite per chi salirà al Quirinale continuano, forse con l’obiettivo di attendere la votazione di domani che richiede la sola maggioranza assoluta (505 voti).

La terza votazione, di norma, non è decisiva per l’elezione del Capo dello Stato. Questo garantisce ancora ai partiti del governo di continuare con le rispettive proposte e trattative. Ma c’è un problema. Cosa stiamo capendo in mezzo a questo gioco di rimbalzi tra destra e sinistra?

Spoiler: niente. E gli Italiani sono stanchi.

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Le trattative per il Quirinale e i giochi tra i partiti

Sono molti gli elementi che dimostrano quanto sia ancora tutto un teatro all’interno della politica italiana, anche di fronte a un atto di responsabilità così elevato come l’elezione del Capo di Stato. Uno dei tanti esempi eclatanti è lo scambio di battute tra gli stessi leader dei partiti.

Mentre Enrico Letta ieri parlava ai cronisti, affermando di valutare i nomi di centrodestra senza pregiudizi, Giorgia Meloni passa alle sue spalle e gli rispondeva mimando un applauso: «Bravo, bravo!». Insomma, una sorta di commedia. Perché, d’altronde, sono entrambi consapevoli del fatto che quella terna di nomi sarà proprio quella da bruciare.

Ma non siamo solo noi cittadini a sentirci persi di fronte a trattative e giochi tra i partiti. Lo sono tutti e i 1009 grandi elettori, forse esclusi i leader, che non a caso continuano a invocare il ritorno di Sergio Mattarella.

Non solo trattative, ma anche i voti burla nell’elezione al Quirinale

Ma c’è dell’altro. Un po’ tutti gli Italiani si sentono presi in giro per il costante nulla di fatto che sta emergendo da queste prime votazioni. Oltre alla maggioranza delle schede bianche, infatti, sono emersi i cosiddetti “voti burla“, che rimangono dispersi nello spoglio ma destano sempre grandi risate tra i presenti.

Nei primi due giorni sono stati molti i nomi votati dello showbiz. Alcuni hanno votato Amadeus, Bruno Vespa, Alfonso Signorini, Valeria Marini. Ma anche Alberto Angela, Craxi, Rocco Siffredi. Insomma, i voti burla sono una consuetudine nei primi scrutini quando ancora non è previsto l’accordo tra i partiti. Ma più che farci ridere, appaiono come sintomo di una politica che va al di là dei problemi reali del Paese.

Dopo mesi e giorni di discussioni e trattative, è quasi deprimente assistere a questo tipo di candidature beffa. Ciò ci mette di fronte all’evidenza che per molti parlamentari, a quanto pare, questo non sia davvero il momento della responsabilità. Ma, ancora una volta, un’occasione per ridicolizzare il nostro sistema democratico. Il tutto di fronte al problema della pandemia, che continua silenziosa a provocare morti nel nostro Paese.

 

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Editor: Susanna Bosio

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