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Una nuova era per il lusso in Cina?

La Cina, negli ultimi anni, è stato il luogo di principale interesse per il mercato del lusso: i grandi marchi hanno investito cifre enormi nel paese, interessandosi anche a località fuori dalle rotte commerciali tradizionali, come Wuhan e Zhengzhou. Secondo gli analisti, inoltre, nell’ultimo anno il paese asiatico avrebbe costituito il principale motore di crescita dell’industria del lusso.

Il rallentamento della crescita in Cina

Le proiezioni di crescita della Cina nel prossimo anno sono state molto ridimensionate, complice anche la performance del PIL in questo ultimo trimestre, che ha registrato una crescita solo dello 0,8 %. La causa di ciò risiederebbe, da un lato, in un mercato immobiliare silente e, dall’altro, dalla minore attività del settore manifatturiero, condizionato dalla diminuzione delle esportazioni. Come dice un report dell’azienda Rbc Bluebay:

La tanto proclamata ripresa economica cinese ha subito un rallentamento a partire dall’aprile di quest’anno, con dati sulle vendite al dettaglio, sugli investimenti e sulle vendite immobiliari inferiori alle aspettative. Il rapido peggioramento delle esportazioni, l’alto tasso di disoccupazione giovanile, la fine del boom immobiliare e la debolezza della domanda interna contribuiscono ad alimentare le preoccupazioni degli investitori stranieri e molti si interrogano sulla ‘investibilità’ della Cina.

Il futuro del mercato del lusso in Cina

Il futuro che si prospetta è quello di una ripresa dei consumi non immediata, che potrebbe avere bisogno di diversi anni per recuperare appieno. La sfiducia ha già condizionato i mercati azionari, che la scorsa settimana hanno visto in perdita i maggiori conglomerati del lusso: Richemont (- 8 %), Hermès (- 4,21 %), LVMH (- 3,7 %) e Kering (- 1,95 %). Nonostante l’industria del lusso sembri mantenere risultati migliori rispetto al mercato dei beni di consumi, in realtà quasi tutti gli interlocutori si dicono molto incerti in merito al futuro nel paese.

Le maggiori preoccupazioni riguardano le fasce di clientela più giovane: se si considera che i consumatori di lusso cinesi hanno un’età media di 28 anni – e che questo ha sempre rappresentato un incentivo per gli investimenti – la disoccupazione giovanile costituisce un’inquietudine per il reperimento e la fidelizzazione dei consumatori.

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