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Musica,  Spettacolo

Velvet Underground 50 anni fa la rivoluzione del rock

La storia e le curiosità sull’album che cambiò la strada della musica rock a venire: ‘The Velvet Underground & Nico’, uscito 50 anni fa

Uscì esattamente il 12 marzo del 1967 il disco d’esordio della band di Lou Reed e Andy Warhol ‘The Velvet Underground & Nico’. Un album che cambiò la storia del rock e della cultura alternativa

“Chiunque abbia ascoltato ‘The Velvet Underground and Nico’ ha prima o poi formato una band”. Così diceva Brian Eno, un altro rivoluzionario in musica, tanti anni fa. I VU senza l’appoggio iniziale di Andy Warhol non sarebbero forse arrivati così presto alla notorietà, ma certo una band che poteva vantare presenze come quella di Lou Reed, John Cale e Nico (in realtà fortemente voluta, a prezzo di continui screzi con Reed, da Andy Warhol) non poteva passare a lungo inosservata.

Una copertina che ‘è’ storia (l’iconica banana disegnata dallo stesso artista e accompagnata dall’oltraggiosa e divertita scritta ‘Peel slowly and see‘) fa da proscenio all’album ‘The Velvet Underground and Nico’ che vendette pochissimo nei primi anni (arrivando nelle chart inglesi solo nel 1994 e venendo censurato da diverse riviste e radio del tempo), ma è ora considerato uno dei dischi capaci di cambiare le coordinate del rock di fine anni ’60 e di rendere d’improvviso vetuste le melodie, i riff, i cori, le atmosfere allora all’apice del successo negli Stati Uniti.

Tutti conoscono certo la lullaby song ‘Sunday Morning’

Tutti conoscono certo la lullaby song ‘Sunday Morning’, ultimo brano inserito nell’album, ma l’esordio di Reed & soci conteneva pezzi a cui le orecchie del tempo non erano certo abituate: il baccanale stridente di ‘Venus in furs’, la straordinaria cavalcata perversa di Heroin’, un brano che Lou Reed sembra sussurrarci e urlarci direttamente alle nostre orecchie e si mostra sempre tanto efficace nel suo distacco teatralmente abissale quale lecture poetica e maudit prestata alla musica.

Droga, sadismo, masochismo, narcisismo assassino

Il timbro gelido della modella/cantante/attrice Nico (tanto austera e trasgressiva la sua vita quanto, di controcanto, quasi comica la sua fine, causata da una caduta dalla bicicletta) alternato allo slang sarcastico e monocorde di Lou Reed. Il tutto accompagnato dalla viola sperimentale e stridente del grande John Cale, forse l’artista più sottovalutato dai tre, ancora oggi l’unico in attività.

Le nenie disperate della cantante tedesca sulla solitudine della semidea, che si guarda vivere e cantare di fronte a uno specchio e in attesa di vestire gli abiti della festa (‘I’ll be your mirror‘; ‘All tomorrow’s parties‘) si sposano alla perfezione con le corse adrenaliniche di Lou Reed alla ricerca dello spacciatore di turno (‘I’m waiting for the man‘; ‘Run run run‘).

‘The Velvet Underground and Nico’

‘The Velvet Underground and Nico’ interpretò con incredibile anticipo il malessere di una generazione uscita dai fasti dell’era hippie. Seppe creare dal niente un immaginario oggi ancora vivo, quello del rock “decadente”, qualsiasi cosa questo aggettivo possa ancora significare.

Poi, con la seconda uscita (‘White Light/White Heat), l’incantesimo si ruppe. Nico se ne andò per i continui litigi con la band. Con il terzo disco fu Cale ad essere licenziato da Lou Reed e la band si smembrò definitivamente. Già con il terzo lavoro datato 1969, cominciarono a comporre canzonette o poco più, come tanti altri gruppi rock contemporanei. La magia durò poco ma è ancora al servizio di tutti, tra i cerchi di quel vinile che non smette mai di girare…

 

 

 

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