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Omaggio a Gaetano Scirea, a 71 anni dalla nascita del libero di difesa di Juve e Nazionale

Gaetano Scirea, ovvero un vero e proprio mito dello sport. Ci sono personaggi nel mondo dello sport che non tramontano mai. Dei veri e propri campioni dentro e fuori dal campo che sebbene scomparsi troppo presto si consacrano “all’eternità”, diventando veri e propri miti intramontabili. E’ il caso di Gaetano Scirea, uno dei difensori più importanti che calcio italiano non ha mai dimenticato.

Considerato uno dei più forti nel ruolo di libero di difesa, Scirea è stato per diversi anni bandiera e capitano della Juventus e uno dei punto saldi della Nazionale italiana di Enzo Bearzot, con cui trionfò ai Mondiali 1982.

Gaetano Scirea, a 71 anni dalla nascita di un grande libero di difesa

Gaetano Scirea nasce il 25 maggio 1953 a Cernusco sul Naviglio. I genitori sono di origine siciliana, una coppia fra tanti meridionali che in quegli anni cercavano fortuna in un Nord Italia in pieno sviluppo economico e industriale. Inizia a muovere i primi passi nel calcio in un oratorio del paese alle porte della metropoli lombarda, precisamente nella Serenissima San Pio X di Cinisello Balsamo.

In quegli anni, la squadra dominante del calcio italiano e non solo era la Grande Inter di Herrera. Lo stesso Scirea, come ebbe a dire anni dopo in un’intervista alla trasmissione A tutto campo, non ha mai reso nascosto il suo apprezzamento per una squadra che ha fatto la storia del calcio mondiale. Disse in quell’occasione:

Non me ne perdevo una di partita dell’Inter, soprattutto quella delle Coppe. Essendo bambino non pagavo il biglietto e potevo mettermi quasi a ridosso del campo. Arrivavo a San Siro molto prima così avevo il posto migliore. La partita che non mi dimenticherò mai è stata la semifinale di ritorno di Inter-Liverpool del 1965.

Gaetano scirea
Un giovane Scirea in maglia atalantina

Proprio in quella Grande Inter giocava come libero di difesa il leggendario Armando Picchi. Il difensore livornese, con cui Scirea avrebbe condiviso la prematura scomparsa, era uno dei punti fermi di quella squadra e il futuro capitano dei bianconeri prendeva nota per provare ad emularlo. Nella squadra amatoriale di Cinisello Balsamo, il piccolo Scirea spunta all’occhio per talento e personalità.

L’allora dirigente della Serenissima San Pio X, Giovanni Crimella, nel 1967 lo portò alle giovanili dell’Atalanta, dove venne schierato inizialmente come ala destra e grazie all’ottimo tocco di palla e l’eleganza nella corsa riuscì a segnare una grande quantità di gol. Tuttavia la sua grande visione di gioco spesso lo portava ad accentrarsi e, per questo motivo, col passare del tempo venne fatto giocare come centrocampista.

Il passaggio alla Juventus

La sua maturazione come libero di difesa avvenne per opera di Ilario Castagner, che all’epoca lo schierò nella retroguardia a fianco dell’allora stopper Antonio Percassi, oggi presidente degli orobici. La stagione 1973-74 fu quella in cui Scirea si guadagnò le skills necessarie per farsi una vetrina importante. E presto arrivò una telefonata da Torino, sponda bianconera.

Il mittente era l’allora Presidente Giampiero Boniperti, il quale chiese ed ottenne dall’omologo dell’Atalanta Bortolotti il giovane talento difensivo. I bianconeri sborsarono ben 700 milioni di lire. Iniziava una storia nuova per il giocatore e per il club, che doveva sostituire un altra bandiera ormai al tramonto, Sandro Salvadore.

Gaetano Scirea
Gaetano Scirea in azione con la Juventus, squadra in cui ha giocato per quindici stagioni vincendo tutto

Nel corso della sua carriera durata oltre quindici anni, Gaetano Scirea avrebbe vinto ben 7 Scudetti, 2 Coppe Italia, e importanti trofei internazionali. Degna di nota è la Coppa dei Campioni del 1985, in cui prima della partita attraverso un altoparlante allo stadio Heysel l’allora capitano bianconero invitava entrambe le tifoserie a placare gli animi malgrado ormai il fatto era avvenuto.

Appese le scarpe al chiodo nel 1988, accettò di buon grado da Boniperti e Bearzot di fare il vice-allenatore in vista della stagione 1989-90. Una stagione che vide solo la prima giornata, in quanto il 3 settembre perse la vita in un incidente stradale in Polonia. Si era recato per studiare la squadra che i bianconeri avrebbero affrontato nel turno successivo di Coppa UEFA.

La notizia sconvolse tutta l’Italia, e lo stesso Sandro Ciotti all’epoca conduttore de La Domenica Sportiva, disse con grande commozione e garbo che lo contraddistingueva:

È inutile spendere parole su un uomo che si è illustrato da solo per tanti anni su tutti i campi del mondo, che ha conquistato un titolo mondiale con pieno merito e che era un campione non soltanto di sport ma soprattutto di civiltà.

Il trionfo ai Mondiali 1982 con la Nazionale del Vecio Bearzot

La carriera di Gaetano Scirea non è stata ovviamente solo con la maglia bianconera, ma anche e soprattutto con quella Azzurra. Egli è stato infatti uno dei 23 eroi del trionfo della Nazionale italiana di calcio ai Mondiali 1982. Un successo che ancora oggi molti ricordano, in quanto dimostrò come la forza di un gruppo potè vincere le avversità esterne ed interne.

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Scirea con la Coppa del Mondo 1982

Scirea, assieme ai vari Rossi, Tardelli, Cabrini, Oriali, Zoff, Graziani ecc rappresentò un’Italia che voleva togliersi dietro il decennio difficile degli anni di piombo verso un futuro migliore e di prospettive di crescita. Con 78 presenze, di cui 10 con la fascia da capitano, e 2 goal Scirea ha scritto una delle pagine più belle della Nazionale.

Conclusioni 71 anni fa nasceva la leggenda Gaetano Scirea, bandiera juventina e campione del Mondo 1982 con la Nazionale

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