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Fashion,  Moda

Brunello Cucinelli ripercorre la sua vita

In una recente intervista, Brunello Cucinelli ha raccontato la sua storia e il forte legame che lo lega all’Umbria, sua terra natale:

Ogni essere umano dovrebbe vivere dove risiede la sua anima. La mia sta in Umbria, a Perugia, anzi a Solomeo. Fa una grande differenza sapere dove sta di casa la tua anima.

Una vita semplice, all’insegna del Capitalismo umanistico

L’infanzia di Brunello Cucinelli è stata caratterizzata – dice – da una poetica contadina: la sua famiglia viveva seguendo i ritmi imposti dalla natura, complice la mancanza della corrente elettrica, instaurando un «bellissimo rapporto con il Creato». Al posto della televisione, lo spettacolo del sorgere della luna, al posto del mare il vicino lago Trasimeno.

Per molti anni non ha mai lasciato Castel Rigone, neppure per le colonie estive, cui i suo fratelli prendevano parte controvoglia: la prima volta che è andato al mare è stato a 13 anni, durante la gita di terza media. Tuttavia la tranquillità della vita campestre si è interrotta all’improvviso, quando la famiglia si è trasferita a Perugia, in una casa «con la tv, la luce, il bagno in casa e il rumore, perché avevamo una casa vicino alla strada».

Nel capoluogo umbro ha vissuto gli anni delle superiori, iscritto all’Istituto per Geometri perché «insieme a Ragioneria dava la certezza di lavorare al termine degli studi… non eravamo tipi da liceo». Qui frequentava i cinema della città, qui sedeva ai tavolini dei bar del centro ordinando il meno possibile, solo per osservare il passeggio e studiare l’umanità.

Qui si è imbattuto per la prima volta con il diverso: erano gli studenti dell’Università per stranieri, che cambiavano ogni mese, erano gli ex pazienti dell’ospedale psichiatrico che aveva avuto sede nell’edificio della sua scuola e che ogni tanto tornavano a visitare i luoghi in cui avevano passato tanti anni. Da tutto ciò non poteva che derivare un grande amore per Perugia, che poi Cucinelli, da imprenditore, ha sostenuto con finanziamenti e restauri.

Il mecenatismo di Cucinelli

«Ho sempre cercato di sentirmi custode del mio territorio, da una parte restaurando il paesino dove oggi vivo, poi iniziando le grandi opere di mantenimento dei monumenti, come il Teatro Morlacchi, realizzato tra il 1778 e il 1780 dall’architetto Alessio Lorenzi».

Accanto al mecenatismo che ha deciso di suggellare al suo successo, Cucinelli ha coltivato anche la propria spiritualità, frequentando il parroco di Solomeo e il Priore del Monastero di San Benedetto di Norcia e leggendo i grandi teologi della cristianità:

Siamo nati sotto una cultura benedettina e francescana, tra monasteri e cattedrali meravigliose; noi umbri siamo un po’cupi, seri e a volte anche fieri. Ma su un perugino ci puoi contare.

Anche in questo caso l’imprenditore, nel momento del successo, ha ricordato ciò che aveva ricevuto da giovane e ha deciso di ricambiare, finanziando i lavori per il Duomo di Perugia e restaurando la Torre Civica di Norcia, simbolo laico della cittadina:

Norcia è la mia seconda casa, negli anni Ottanta ci andavo a seguire il ritiro de Perugia calcio: è il posto delle partitelle d’estate, del mangiare bene, dei Vespri alle cinque del pomeriggio, delle persone che ti salutano con indosso un saio. Padre Cassian, dopo il terremoto del 2016, mi ha detto: “Brunello stiamo piangendo sulle rovine di Norcia come quando San Benedetto ha pianto immaginando in sogno la distruzione del suo monastero”. Ho deciso che avrei restituito alla città quello che aveva perso.

Il riconoscimento internazionale

Proprio i valori di Capitalismo Umanistico e Umana Sostenibilità sono valsi a Brunello Cucinelli molti riconoscimenti internazionali: dalla laurea honoris causa all’Università di Perugia in Filosofia ed Etica delle relazioni umane alla nomina a Cavaliere del Lavoro.

Altri ne ha ricevuti per la sua capacità commerciale: il Global Economy Prize for the World Economy dal Kiel Institute e il riconoscimento come una delle figure che più hanno influenzato la moda, da parte del Neiman Marcus Award for Distinguished Service in the Field of Fashion.

Accanto ai premi, anche la stima di personalità d’eccezione, come Oprah Winfrey, Gwyneth Paltrow e Mike Fenger, vicepresidente di Apple: a tutti loro, che cercano requie dalla vita metropolitana, Brunello Cucinelli vuole offrire un nuovo modello di vita:

La mia speranza e forse la mia sfida futura è quella di ripopolare i borghi. Penso alla bellezza di lavorare in un borgo e, di sera, tornare a casa in un altro borgo, dove non c’è povertà spirituale e anche le persone che provengono da altri Paesi non sperimentano l’emarginazione. Ho sempre pensato che se avessi avuto la fabbrica a Solomeo e avessi vissuto la mia vita personale in una metropoli, tutto sarebbe stato meno affascinante.

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