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Cinema,  Spettacolo

Enea recensione: Pietro Castellitto all’Anteo Palazzo del Cinema

Pietro Castellitto si è recato all’Anteo Palazzo del Cinema per presentare il suo ultimo film, Mam-e è andata a incontrarlo.

Enea recensione: Pietro Castellitto all’Anteo Palazzo del Cinema

Presentato in anteprima all’80esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia lo scorso settembre, per cui era in concorso per il Leone d’oro, Enea è il secondo film da regista per Pietro Castellitto, dopo I predatori del 2020.

L’attore romano torna dietro la macchina da presa per raccontare la storia di un rampollo dell’alta società della Capitale. Lo stesso nome del protagonista “Enea” lo conduce a rincorrere un mito passato, unico aspetto che gli permette di sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente, accompagnato dall’amico Valentino. Sarà un’avventura quella che i due intraprenderanno, la quale nella sua quotidianità toccherà continui opposti tra criminalità e morale, tra umanità e malinconia.

Prodotto da The Apartment Pictures, Vision Distribution e Frenesy film, in collaborazione con Sky, Enea arriva nelle sale italiane dall’11 gennaio.

Pietro Castellitto parla: Enea

Pietro Castellitto si è recato all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano il 9 gennaio, insieme a Benedetta Porcaroli e Giorgio Quarzo Guarascio (Tutti Fenomeni), per parlare del suo ultimo film Enea. Il regista e attore ha parlato come la voglia dei giovani di sentirsi vivi sia il cardine su cui gira tutto il film, i giovani devono sentire il movimento della vita. La vita è fatta di delusioni e ambizioni frustate, che portano alla paralisi, ma trasformare il dolore in movimento fa in modo che succedano le cose.

Enea è un paradigma di questa speranza, è un ragazzo che nutre una fiducia incredibile nei confronti della vita e della promessa che la vita potenzialmente ha in serbo. Per tutto il film i personaggi cercano il movimento. Tutti i personaggi sono legati al vitalismo di Enea, tutti gli eventi sono legati a lui, fa da calamita a tutta la storia. Il personaggio di Benedetta Porcaroli conosce il ragazzo interpretato da Pietro Castellitto, ma non riesce a vedere e gestire il suo lato oscuro, nonostante se ne innamori.

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Tommaso Sacchi (assessore alla cultura di Milano) con Pietro Castellitto, Benedetta Porcaroli e Giorgio Quarzo Guarascio all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano (9 gennaio 2024)

Anche lei ha un’energia propria, che assomiglia a quella di Enea, nonostante i due abbiano vite diverse e quella di quest’ultimo, la sua criminalità, affiori e si trovi nel sottotraccia delle feste, lasciando di stucco gli altri personaggi.

Castellitto ha parlato anche di come il padre, Sergio, sia entrato all’interno della produzione del film. Il motivo è semplice: il personaggio di Celeste ha molte caratteristiche che sono le stesse del padre del regista e, quindi, nessun attore avrebbe potuto rappresentarlo meglio, risultando anche in una naturalezza nel modo in cui è stato gestito il rapporto padre-figlio.

Castellitto ha, infine, discusso dell’idea di non fare vedere i baci sullo schermo. I baci sono qualcosa di profondamente sincero, rappresentano quel mondo autentico che in contrasto con quello portato in scena dalla storia di Enea, che è un mondo che non si merita i baci. Sarà il sacrificio dei due giovani amici, un sacrificio quasi greco, che riporterà quell’autenticità necessaria per mostrare nuovamente i baci sullo schermo.

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Giorgio Quarzo Guarascio in una scena del film

Enea recensione

L’ultimo film di Pietro Castellitto porta i suoi spettatori nel mondo della Roma bene, dell’alta borghesia della capitale, attraverso la storia di Enea, giovane rampollo di una famiglia composta da uno psicologo, una conduttrice televisiva e un fratello minore. Carissimo amico del ragazzo è Valentino, insieme al quale intraprenderà una carriera da spacciatore, che sarà più un’impresa velata, la quale affiorerà all’interno del film solo in piccoli frammenti, nonostante vi occupi tutto il sottotesto.

Questo film vorrebbe mostrare la noia della gioventù, in un mondo che non gli appartiene più, come viene enunciato nelle prime scene. Si usa qui il condizionale perché è il tempo verbale perfetto, in quanto Castellitto non riesce a mettere ciò sullo schermo. La sceneggiatura, da lui scritta, non permette ciò, in quanto pare un’accozzaglia di frasi fatte per sembrare di avere tra le mani un testo profondo, che però di profondità ha poco o nulla.

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Giorgio Quarzo Guarascio e Pietro Castellitto in una scena del film

Niente in questo film si salva: la regia e la fotografia sembrano quelle di due amatoriali che si approcciano per la prima volta al campo cinematografico, sperimentando con movimenti ed effetti, i quali non hanno coerenza tra di loro, come la sceneggiatura. Il che non sorprende se si pensa che alla domanda sul motivo della scelta nell’uso dei primi piani, il regista risponde “perché gli attori sono belli”.

Questo è solo un altro esempio di come il cinema italiano porti al grande pubblico film che non hanno motivo di essere resi così noti, così esaltati, questo lungometraggio è stato mandato al Festival di Venezia insieme a Comandante di Edoardo De Angelis, mentre film ricercati, studiati, a cui viene data vera attenzione nella loro lavorazione passano inosservati, sotto il radar non solo dei festival italiani ma anche del pubblico italiano, che ha poca possibilità di vederli in questo modo.

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Pietro Castellitto e Benedetta Porcaroli in una scena del film

Enea arriva nelle sale italiane dall’11 gennaio.

Voto: 2/5

Conclusioni, Enea recensione: Pietro Castellitto parla all’Anteo Palazzo del Cinema

Editor: Davide Rostellato

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