Ddl sulla carne coltivata
Attualità

Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha ancora apposto la propria firma sul Ddl sulla carne coltivata. Tutto resta fermo dunque riguardo al provvedimento di legge voluto fortemente dal Governo di Giorgia Meloni e atto ad impedire produzione e vendita di carne e più in generale alimenti prodotti mediante colture cellulari.

Se infatti il disegno di legge ha trovato approvazione alla Camera qualche giorno fa, a mancare, e non è dettaglio da poco, è l’autografo del numero uno dello Stato italiano. Tale atto formale andrebbe a sancire l’entrata in vigore della stessa legge.

Prima della sottoscrizione di Sergio Mattarella risulta obbligatoria una valutazione attenta e capillare da parte dell’Unione Europea. Il testo del Ddl voluto e ideato dal discusso ministro Francesco Lollobrigida dovrà necessariamente transitare prima dagli uffici di Bruxelles. Soltanto successivamente il decreto potrà giungere in Quirinale ed essere sottoposto al presidente della Repubblica.

Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE
Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE

Stop al Ddl sulla carne coltivata: prima la valutazione dell’UE, poi la firma di Mattarella

Legge approvata in Parlamento lo scorso 16 novembre, ma ancora nessuna firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Stiamo parlando del Ddl voluto e promosso dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida a proposito della vendita in Italia di carne ottenuta in laboratorio.

Il Governo di Giorgia Meloni ha infatti strenuamente lottato per arrivare all’approvazione di un Ddl sulla carne coltivata mirante ad impedire produzione e vendita di quest’ultima sul territorio del Bel Paese. Scopo di tale provvedimento di legge sarebbe quello di tutelare il patrimonio alimentare e produttivo italiano, puntando sul made in Italy.

Il decreto però porta con sé forti problemi circa la gestione del mercato continentale, e creerebbe non poche difficoltà riguardo la circolazione di alimenti artificiali in Italia. Il rischio è pure quello di incorrere per lo Stato italiano in una procedura d’infrazione.

Tutto questo ha così bloccato la rapida approvazione di una legge fortemente voluta dal Governo ma ora al vaglio dell’Europa. Il Ddl sulla carne coltivata dovrà infatti necessariamente passare sotto la lente di ingrandimento dell’Unione Europea. Soltanto dopo tale prima analisi e presa visione toccherà al presidente Mattarella apporre la propria firma e sancire l’entrata in vigore della legge.

Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE
Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE – Lollobrigida e Meloni

Ddl sulla carne coltivata al vaglio dell’UE: attesa una risposta continentale prima della legge

Appare tutto rimandato per quanto riguarda il Ddl sulla carne coltivata, o sintetica come molti la definiscono. Detto della prima approvazione parlamentare alla metà del mese di novembre, ostacoli di carattere giuridico ed economico ne hanno interrotto l’iter verso la stesura in vera e propria legge.

Il decreto voluto dal ministro Lollobrigida è finito sui tavoli di dialogo di Bruxelles e prima di passare dal Quirinale per la firma del capo di Stato dovrà ottenere il via libera dell’Unione Europea. La risposta continentale arriverà soltanto in seguito all’attenta analisi di alcune criticità di differente carattere.

Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE
Fermo il Ddl sulla carne coltivata: occorre il via libera dall’UE – presidente Mattarella

Il primo nodo da risolvere è certamente relativo ad una questione di carattere giuridico. Un blocco degli alimenti “sintetici” in Italia andrebbe infatti contro la consueta gestione degli scambi commerciali internazionali all’interno del contesto europeo. Si determinerebbero a quel punto dei veri e propri dubbi di costituzionalità.

Secondo aspetto, non meno importante, sarebbe quello di matrice scientifica. Uno stop di tale portata in Italia avrebbe l’effetto di soffocare qualsiasi ricerca su possibili alternative cellulari ai normali alimenti presenti sulle nostre tavole, bloccando così eventuali analisi e studi.

Infine un Ddl sulla carne coltivata soltanto italiano andrebbe ad anticipare possibili norme dal respiro europeo, ancora in fase di preparazione al momento. Basti pensare che ad oggi nessuna realtà imprenditoriale è in grado di produrre e commerciare in modo ampio e proficuo alimenti di origine artificiale.

Conclusione: tutto fermo per il Ddl sulla carne coltivata, perché prima della firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella occorre il via libera dall’UE

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