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Guerra a Gaza, Hamas verso il no a nuovi accordi sugli ostaggi

Hamas verso il no alla firma di un accordo con lo Stato d’Israele per il rilascio degli ostaggi rimanenti ancora in mano ai terroristi. E’ la notizia trapelata in queste ore da parte dell’organizzazione politico-militare. Tale notizia è stata poi confermata anceh da personalità importanti della diplomazia statunitense, a partire dal Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan.

Di conseguenza, un arrivo del Segretario di Stato Blinken è presto atteso al fine di trovare un deciso e permanente compromesso per garantire la tregua militare nella regione. Una regione, quella del Medioriente, che in contemporanea vede aumentare con  preoccupazione l’escalation sul Mar Rosso a causa degli Houthi.

Hamas verso il no a nuovi accordi sugli ostaggi: tregua in salita

Dunque, la conferma di Hamas verso il no a nuovi accordi sulla liberazione di ostaggi è una doccia fredda per tutto il popolo d’Israele. Le decide di famiglie ancora in ansia per i propri cari devono rassegnarsi e attendere che si trovi un punto d’incontro tra le varie parti in causa. Un accordo non faciel da trovare, poiché da entrambe le parti vi sono forti resistenze.

Ad anticipare questa notizia è stato l consigliere americano per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan all’emittente Abc, sottolineando che questo tipo di negoziati può procedere molto lentamente fino a quando non comincia ad avanzare molto in fretta. Ha detto Jake SUllivan in merito alle trattative tra Israelieani e Hamas:

L’accordo sugli ostaggi non è dietro l’angolo. E’ quindi difficile avere tempi precisi

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Hamas verso il no a nuovi accordi sugli ostaggi ma Blinken tenta una nuova mediazione

Malgrado questa doccia fredda, Washington non demorde di trovare comunque un accordo anche al fine di porre limite alle sofferenze sia dei parenti dei rapiti che soprattutto ai civili palestinesi, deceduti in oltre 30 mila in queste settimane. In queste ore si prevede l’arrivo del Segretario di Stato Americano Anthony Blinken che ha avuto un colloquio con il suo omologo britannico, il ministro degli Esteri David Cameron.

I due – si legge in una nota del portavoce di Blinken – “hanno discusso degli sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e ottenere una tregua umanitaria che consentirebbe una maggiore consegna di aiuti umanitari ai civili a Gaza”. Inoltre Blinken e Cameron hanno anche discusso “della situazione del Mar Rosso e delle azioni internazionali per colpire gli Houti responsabili di attacchi illegali alle navi” e “hanno riaffermato l’impegno congiunto di Stati Uniti e Regno Unito nel sostenere l’Ucraina“.

Hamas verso il no, e nel Mar Rosso gli Houthi continuano a far paura

Mentre Hamas sembra non accettare un nuovo accordo sugli ostaggi israeliani ancora nelle sue mani (o nelle mani delle organizzazioni terroristiche ad essa federate), brutte notizie arrivano dal commercio mondiale. L’Egitto ha già denunciato le prime conseguenze delle incursioni degli Houthi yemeniti nel Mar Rosso.

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Hamas verso il no agli accordi sugli ostaggi. E gli Houthi “danno una mano” sul Mar Rosso

Un crollo delle entrate derivanti dal passaggio di navi attraverso il Canale di Suez nel mese di gennaio a causa dei cambiamenti di rotta delle grandi compagnie di trasporto marittimo internazionale. Lo rende noto Al Arabiya, che cita fonti interne al governo egiziano secondo cui 428 milioni di dollari sono entrati nelle casse egiziane a gennaio 2024, poco più della metà degli 804 milioni guadagnati dall’Egitto nello stesso mese del 2023.

Agiunge in questo dato economico fortemente negativo il capo dell’autorità portuale del canale di Suez, Osma Rabie. Il responsabile del traffico navale del Paese africano in un’intervista a una tv egiziana ha dichiarato che il numero delle navi in transito dal canale è crollato del 36%.

E’ la prima volta che ci troviamo ad affrontare una crisi simile.

Conclusioni Hamas verso il no ad accordi sul rilascio di ostaggi israeliani

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