legame chelsea-sauditi
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I club europei chiedono chiarezza sul legame Chelsea-sauditi

Il legame Chelsea-sauditi s’infittisce di troppe ombre che destano sospetti e per le quali ora alcuni club europei pressano l’UEFA per avere maggior chiarezza. Il calciomercato della Premier League sta vedendo in questi giorni un asse molto caldo tra l’Inghilterra e gloi Stati del Golfo. Da diversi anni, alcune squadre importanti sono in mano a proprietari provenienti da quell’area del Medio Oriente. Il Manchester City dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, il Newcastle United FC in mano al fondo sovrano saudita PIF (Public Investment Funds)

E proprio il secondo soggetto economico, che ruota attorno alla controversa figura del Principe erede al trono d’Arabia Mohammed Bin Salman, negli ultimi tempi si sta prepotentemente espandendo. Con l’acquisizione di ben quattro squadre del campionato saudita, è iniziatao un vero e proprio assalto a tutti i club europei per prendere il meglio dei giocatori. Al Chelsea in particolare si sta verificando un “esodo” di giocatori anomalo, per il quale or i club europei chiedono le dovute spiegazioni.

Il legame Chelsea-sauditi: le cessioni di Ziyech, Mendy, Aubameyang e Koulibaly

La cessione di parecchi giocatori dal club londinese verso l’Arabia Saudita ha aumentato le file degli scettici circa il legame Chelsea-Sauditi. In queste prime settimane di calciomercato, infatti, il club sta procedendo a marce forzate verso una “pulizia” di esuberi. Il nuovo tecnico Mauricio Pochettino è stato chiaro con la proprietà, che ha come rappresentante l’investitore statunitense Todd Boehly. Il magnate americano, a capo di una cordata in cui figurano diversi investitori.

In queste settimane i vari club arabi stanno comprando senza pensarci due volte alcuni giocatori che risultano non più funzionali al progetto tecnico. Dopo l’acquisizione delle quote di maggioranza di ben quattro club militanti nella Saudi Professional League (Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ittihad ed Al-Ahli), i sauditi non badano a spese e pescano dal maeglio in Europa. I Blues sembrano una vetrina molto attraente per essi e lo dimostrano i primi acquisti: Ziyech, Mendy, Aubameyang e molto presto forse anche Koulibaly.

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Hakim Ziyech ha scelto di giocare in Arabia saudita. egli è solo il primo di tanti acquisti recenti che hanno incuriosito du questo legame Chelsea-sauditi

Senza contare gli arrivi di Benzema e il corteggiamento nei confronti dell’interista Marcelo Brozovic, l’intenzione da parte dell’Arabia Saudita di entrare sempre più protagonista nel calcio fa parte del progetto geostrategico del Principe ereditario Bin Salman denominato 2030 Vision. Si tratta di una politica di modernizzazione dello Stato sul Golfo per renderlo protagonista nel mondo che verrà. In tutto questo, il calcio rientra come uno dei veicoli per migliorare la propria immagine sulla scia di quanto fatto dal Qatar.

Non a caso, l’Arabia Saudita avrebbe come uno dei sogni nel cassetto l’organizzazione dei Mondiali 2030. A fronte di sogni e progetti megalomani (come la città futuristica di Neom), però, alcuni sono dubbiosi. Nel caso della pomposa campagna acquisti, alcuni club europei ora esigono maggiori spiegazioni alla UEFA. Il motivo di tutto questo sarebbe presto che detto. Attraverso un sistema di presenza indiretta, di fatto la campagna acquisti a grandi sconti degli arabi sarebbe una “ricompensa” per gli investimenti fatti.

Il legame Chelsea-sauditi: normali affari o un conflitto d’interessi?

Per capire cosa sia effettivamente il legame Chelsea-sauditi occorre mettere una lente d’ingrandimento sulla struttura societaria. Dopo l’uscita abbastanza sbrigativa dell’oligarca russo Roman Abramovich a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina (in quanto vicino al Presidente Putin), è entrato una cordata d’investitori statunitensi guidata dall’americano Todd Boehly. Questi dirige il fondo Clearlake Capital, all’interno del quale anche PIF detiene quote di minoranza. Tale presenza seppur velata non è mai stata smentita dal club stesso.

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Il legame Chelsea-sauditi non rischia di innescare un conflitto di interessi, tenendo conto che il fondo Pif è già proprietario di un altro club di Premier League, il Newcastle United?

Se si guarda però la presenza di PIF in altri ambiti, sorprende la diversificazione del progetto firmato dal Principe Bin Salman. Tra gli asset posseduti o comunque partecipati da quote di minoranza ci sono importanti banche d’affari statunitensi, una casa automobilistica di lusso italiana (Pagani) ed anche piccole partecipazioni nei social media (Facebook), ristorazione (Starbucks) e anche farmaceutico (Pfizer).

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