Fonds réparation textile
Fashion,  Sostenibilità

Il Fonds réparation textile: per un’economia circolare

A ottobre la Francia darà avvio al Fonds réparation textile, un bonus pensato dal governo per incentivare i suoi cittadini a riparare il proprio patrimonio vestimentario e indurli quindi a rimandare o evitare l’acquisto di nuovi capi. L’obiettivo, a lungo termine, è quello di creare un’economia circolare virtuosa e alternativa al fast fashion.

Come funziona il Fonds réparation textile

Il bonus sarà finanziato dalle aziende del settore tessile, che hanno dotato il fondo di 154 milioni di euro per il primo lustro. L’erogazione, poi, avverrà in forma di sconto – compreso fra i 6 e i 25 € – da detrarre direttamente dalla fattura.

A gestire il tutto sarà la piattaforma privata Refashion, presso la quale sarti, calzolai e negozi di riparazione potranno aderire gratuitamente. La piattaforma, che in passato aveva già dedicato del tempo alla valorizzazione della cultura della riparazione, tratterrà un piccolo contributo sulle vendite per rifondersi del servizio fornito.

Il fondo in questione vuole essere un modo non soltanto per migliorare la sostenibilità del settore della moda, ma anche per incrementare la clientela di artigiani locali, motivo per cui il governo, di comune intesa con Refashion, ha deciso di non imporre alcun limite in merito alle dimensioni delle aziende che potranno aderire al progetto.

L’obiettivo del governo

Il Segretario di Stato per la Transizione Ecologica Bérangère Couillard ricorda che l’industria della moda è attualmente la seconda più inquinante al mondo e che, entro il 2050, è destinata a generare un quarto delle emissioni globali di gas serra; ricorda inoltre che, in relazione al suo paese, la Francia ha immesso sul mercato, nel 2022, oltre 3 miliardi di nuovi capi di abbigliamento, a fronte dei circa 700.000 che i suoi cittadini buttano ogni anno, due terzi dei quali finiscono in discarica.

Questi dati hanno spinto il governo francese a dare avvio al Fonds réparation textile, che si inserisce all’interno di una più ampia riforma dell’intera industria tessile, volta a promuovere la tracciabilità dei marchi e sostenere pratiche di riciclo. Couillard commenta:

Potrebbe incoraggiare le persone che hanno acquistato, ad esempio, scarpe da un marchio che produce articoli di buona qualità o un prêt-à-porter di altrettanto buona qualità, a volerli riparare invece di sbarazzarsene. Ed è proprio questo il nostro intento, ovvero creare un’economia circolare per le calzature e il tessile in modo che i prodotti durino più a lungo, perché nel governo crediamo nella seconda vita di un prodotto.

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