Adolfo Urso
Fashion,  News

Adolfo Urso: valorizzare l’industria della moda

In una recente intervista, il Ministro del Dicastero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha espresso la necessità, sentita dall’attuale Governo, di offrire un sostengo al comparto moda, che riveste un ruolo fondamentale nell’economia italiana.

Le misure a sostegno del settore

Considerato che la moda costituisce una delle principali filiere nazionali e vede il proprio punto di forza nell’esportazione, il Governo ha deciso di dedicarle un Tavolo, che è già stato convocato e che mira al coinvolgimento di tutti gli attori interessati dal settore, in modo da garantire il miglior sostegno possibile all’intera filiera.

Un sostegno che sarà anche economico, come deciso nel disegno di legge Made in Italy, approvato a fine maggio dal Consiglio dei Ministri e volto ad agevolare il potenziamento delle competenze necessarie, difendere i marchi dalla contraffazione e consolidare il mercato delle esportazioni.

Il nuovo DDL prevede anche l’introduzione di un Fondo sovrano, la cui dotazione iniziale sarà di un miliardo di euro, da investire su imprese e filiere italiane – ivi comprese quelle del settore moda – per renderle più competitive in ambiti oggi fondamentali, come la transizione digitale ed ecologica.

La necessità di una formazione migliore

Il Ministro Urso, in particolare, si focalizza sulla necessità di una strutturazione migliore del sistema scolastico, a partire dalle scuole secondarie per arrivare all’istruzione superiore: ad oggi, infatti, il comparto moda avrebbe necessità di circa 40.000 addetti, che però il sistema scolastico pubblico non riesce a fornire: mancano infatti le competenze necessarie, spesso fornite suppletivamente dalle iniziative di privati.

La linea del Governo in merito prevede di potenziare gli ITS, incentivare le Accademie e le Scuole dei mestieri e, soprattutto, introdurre il Liceo del Made in Italy: tutto ciò dovrebbe favorire lo sviluppo di competenze digitali necessarie, come l’uso di CAD e la modellazione 3D, e – assieme a un passaggio di competenze generazionale – consolidare dei percorsi formativi dedicati ai mestieri che trovano in Italia la propria eccellenza.

Dobbiamo lavorare affinché tanti mestieri che rendono unico il nostro Made in Italy siano codificati e riconosciuti, andando oltre tanti pregiudizi culturali e vecchi retaggi: vogliamo valorizzare il saper fare, il tratto distintivo non replicabile in un’anonima fabbrica dell’estremo oriente.

Le misure per attrarre nuovi investimenti

Piuttosto che dedicarsi ai tentativi di reshoring (il rientro in sede di produzioni precedentemente delocalizzate) – dichiara il Ministro – il Governo vorrebbe concentrarsi sull’instaurazione di misure utili ad attrarre nuovi investitori, i cui progetti in Italia sono spesso ostacolati dagli itinera burocratici.

Per supplire al problema è stato creato uno Sportello Unico, doppiamente utile per il tentativo di sburocratizzazione e per il fatto di costituire un punto di riferimento fisico cui rivolgersi. Inoltre, qualora le amministrazioni centrali si rivelassero inerti in merito a procedimenti legati a progetti ritenuti rilevanti per il sistema produttivo nazionale (identificati in investimenti superiori ai 25 milioni di euro e con ricadute occupazionali significative, oppure in quelli superiori ai 400 milioni per i settori strategici), il Mimit, guidato da Urso, potrà sostituirsi alle amministrazioni stesse per garantire l’espletamento delle pratiche.

Sostenere le esportazioni e difendere l’originalità

Vista l’importanza dell’esportazione per le filiere produttive italiane – e soprattutto per quella della moda – il DDL Made in Italy ha stanziato 40 milioni per favorire la partecipazione alle varie fiere di settore.

Altri 20 milioni sono stati destinati al contrasto alla contraffazione, che colpisce in massima parte il settore moda, che vede ogni anno la produzione di milioni di pezzi contraffatti. Lo stanziamento sarà destinato a consolidare i poteri degli uffici competenti e velocizzare le procedure di distruzione dei sequestri, ma anche a sviluppare nuove tecnologie per la tutela e certificazione dei marchi, prima fra tutte la blockchain.

Occorre offrire una narrazione della qualità, della tradizione e della cultura italiana di cui l’Industria nazionale del fashion è espressione attraverso i beni prodotti e i servizi offerti.

Leggi anche:

Moda sostenibile: i fondi dall’Europa

PNRR e moda: insieme per il futuro

Una legge a tutela del Made in Italy

Enciclopedia della moda 2023: da oggi disponibile la nuova edizione

Editor: Leonardo Santarelli

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!