Venerdì Santo tra religione e politica
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Il Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)

L’appuntamento con il Venerdì Santo è certamente uno tra i più sentiti e importanti di quelli inerenti le festività pasquali. Il significato di tale momento ha assunto nel corso del tempo delle sfumature che a seconda dei casi hanno toccato sia il campo della religione sia quello della politica.

Religione e politica infatti spesso intrecciano gli orditi delle proprie trame, in alcuni luoghi del mondo più che in altri. Un esempio a tratti tragico di queste intersezioni fra poteri è offerto dalla lunga crisi vissuta tra Irlanda, Irlanda del Nord e Gran Bretagna.

Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)
Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)

Venerdì Santo tra religione e politica

Il Venerdì Santo di oltre 25 anni fa (era il 10 aprile 1998) si realizzò il fondamentale passo in avanti per la stabilizzazione dei rapporti tra le realtà istituzionali delle regioni coinvolte: appunto Irlanda, Irlanda del Nord e Gran Bretagna. Il peso specifico del Good Friday Agreement è stato riconosciuto tale da valere un Nobel per la Pace condiviso tra coloro che misero la firma sul gioiello di architettura diplomatica che di fatto pose risoluzione ai conflitti armati che dilaniavano le isole britanniche.

Da una parte il leader del Partito Unionista di Ulster (UUP), Mr. David Trimble, dall’altra il capo del Social Democratica and Labour Party (SDLP) nazionalista, Mr. John Hume.

L’accordo del Venerdì Santo mise fine ai The Troubles, portando i principali protagonisti del conflitto armato –IRA e UFV in particolare- a deporre le armi, mettendo fine ad una lunga scia di sangue e violenze. Questo fu possibile perché le organizzazioni armate sostanzialmente si rappresentavano nelle stesse formazioni politiche che parteciparono all’accordo.

Al tavolo dei negoziati sedettero Bernie Ather, Taioseach della Repubblica d’Irlanda e Tony Blair, Prime Minister del Regno Unito assieme ai leader di 8 partiti dell’Irlanda del Nord, di cui appunto i principali attori erano i suddetti Trimble e Hume, a capo dei rispettivi partiti consociati con le Ulster Volunteer Force e l’Irish Republican Army. La conduzione delle trattative venne affidata alla supervisione del senatore George Mitchell su mandato del presidente statunitense Bill Clinton.

Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)
Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024) – Tony Blair

La presenza del governo statunitense fu importante da questo punto di vista, perché imponendosi come attore super partes o arbitro favorì il primo e principale passo per il raggiungimento della pace: la deposizione delle armi da parte dei contendenti. Tale quadro politico, diplomatico e persino religioso andrebbe tenuto a mente oggi, per una varietà di situazioni legate a guerre intense e assurde che stanno interessando tantissimi Paesi, e che in maniera più o meno diretta coinvolgono anche l’Unione Europea.

L’impegno scritto per un totale disarmo delle forze militari sotto l’egida di una terza parte indipendente è stata sostanzialmente la pietra angolare per l’avvio di un serio processo di riappacificazione. Il tanto famigerato “cessate il fuocooggi agognato in Medio Oriente e in Ucraina, passò allora da questo sentiero.

Il secondo aspetto saliente riguarda poi un ambito più prettamente politico. Infatti non si raggiunse un compromesso, né tantomeno un’intesa o una convergenza di interessi fra i vari e numerosi partiti: ognuno degli schieramenti dell’Irlanda del Nord fu libero di perseguire i propri obiettivi politici solamente a condizioni pacifiche e pacificate.

Uno schema che negli anni passati è stato più volte proposto come modello da seguire e che oggi più che mai dovrebbe costituire postilla imprescindibile alle sfrenate ambizioni di potenti e potentati.

Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)
Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)

Conclusione: il Venerdì Santo tra religione e politica (1998-2024)

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