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M5S, scissione in vista: Luigi Di Maio rischia l’espulsione, oggi riunione straordinaria

Continuano a farsi sempre più profonde le crepe all’interno del M5S. I dissapori tra i due circoli del partito, uno con Giuseppe Conte e uno con Luigi Di Maio, sono aumentati con gli scarsi risultati alle elezioni amministrative del 12 giugno prima e con il dossier sulle armi all’Ucraina dopo. Si va verso la scissione: il Consiglio nazionale del M5S sarà convocato stasera per decidere sulla possibile espulsione di Di Maio dal partito.

Di Maio espulso dal M5S? Ecco cosa sta succedendo

Di Maio fuori dal M5S: la questione armi a Kiev

All’ordine del giorno della riunione che si terrà stasera vi è la discussione sulla linea politica da tenere in vista delle comunicazioni di Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio Europeo e sulle dichiarazioni di Di Maio.

Sono molte le premesse per quello che potrebbe essere uno scontro definitivo tra i contiani e i dimaniani. La spaccatura era già evidente da tempo, ma a far traboccare il vaso sarebbe stata la bozza circolata ieri sulla risoluzione contro l’invio di armi all’Ucraina. Il leader del partito, Giuseppe Conte, infatti da sempre non è favorevole all’invio delle armi a Kiev. Ma la sua posizione non solo è in contrasto con il governo, ma non è nemmeno rappresentativa dell’intero Movimento.

Infatti, Di Maio ha subito preso le distanze dal testo della bozza, che per lui rappresenta una linea pericolosa per la sicurezza dell’Italia. “La propaganda potrebbe così dire che l’Italia sta un po’ più con la Russia che con la Nato: questo non ce lo possiamo permettere”, ha detto.

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Elezioni comunali e doppio mandato

Lo scarsissimo risultato delle elezioni comunali del 12 giugno rappresenta un’ulteriore spinta verso l’uscita di Di Maio dal partito. Pochi giorni fa il ministro degli Esteri ha convocato i giornalisti e ha sferrato un attacco a Conte su più fronti. Da lì è partito un botta e risposta tra i due che ha il sapore di un’avversione reciproca tenuta a freno troppo a lungo e che ora sta man mano esplodendo.

La divisione riguarda anche la questione del doppio mandato: per anni simbolo di valore di una forza politica che contrasta la casta, ora invece non mette più tutti d’accordo.

M5S: cosa potrebbe succedere a Di Maio

Al Consiglio nazionale parteciperanno Conte, i vicepresidenti Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa, Alessandra Todde e Mario Turco, i capigruppo al Senato e alla Camera e, infine, un ministro della delegazione 5 Stelle al governo.

Probabilmente verrà presa una posizione definitiva che indicherà Luigi Di Maio come ministro che non rappresenta più la linea politica del M5S dentro il governo. Dunque, Di Maio potrebbe rimanere effettivamente un pentastellato, ma senza più rappresentare il partito dentro l’esecutivo di Draghi.

 

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Editor: Susanna Bosio

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